Zè Maria: dal dio del calcio al Dio del perdono

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520n2ebzubxf6xjsr97tfkcfmMarcelo Zè Maria è nato nel 1973 in uno dei paesi più poveri del Brasile, “con un pallone sotto il braccio”. All’età di cinque anni già giocava in una società calcistica.
Malgrado le insistenze di sua madre di smettere di giocare a calcio per impegnarsi negli studi di ingegneria, Zè Maria ha perseguito con tenacia il suo sogno: giocare nella squadra Nazionale brasiliana.

A 17 anni giocava da professionista, e a soli 21 anni giocò la sua prima partita nella Nazionale brasiliana.
Ben presto approdò in Italia come giocatore del Parma con una vita completamente realizzata.
Un grave infortunio, però, lo fece cadere in una profonda crisi, con i sogni infranti: forse non avrebbe mai più giocato a calcio!
Lui stesso racconta:

In quel periodo buio, mia suocera, una credente in Cristo Gesù, iniziò a pregare per me e per mia moglie Sandra.
In un momento di grande disperazione, nel corso di una telefonata dal Brasile, mia suocera mi disse: Non ti disperare, il Signore Gesù può fare tutto!“.
In quel periodo, insieme al Salmista, potevo dire: Le mie lacrime sono divenute il mio cibo giorno e notte” (Salmi 42:3).
Ma nel mio profondo sconforto pregai: Signore, tu conosci le mie lacrime; vengo davanti a te perché so che tu mi darai la forza necessaria“.

Nel giro di pochi giorni, il grave problema fisico, che aveva minacciato di stroncare la mia carriera sportiva, scomparve miracolosamente.
Molte persone sbagliando pensano che Dio si faccia i fatti suoi, e sia lontano e irraggiungibile; al contrario, la Bibbia ci dice che quando le lacrime sono abbondante, Lui è lì, con noi.
Dai nostri simili spesso non siamo capiti e a volte anche se doni loro tutto il tuo cuore, come ricompensa, non ne ricevi che male, ma a Gesù possiamo avvicinarci serenamente e piangere.
La ragione per cui Lui ci capisce e sa consolarci pienamente è semplice: Egli ha sofferto come noi ed ha pagato per noi.

E’ un fatto sicuro: anche quando non ci resta altro che piangere, Dio ci porge la Sua mano.
Tornato in Brasile con la mia famiglia, con gran desiderio mi misi alla ricerca per conoscere quel Dio che aveva compiuto quel grande miracolo nel mio corpo, donandomi la possibilità di continuare a vivere e a giocare.
Ascoltando la Parola di Dio in una comunità a Bel Horizonte, fui colpito da un brano biblico che si trova nel Vangelo di Matteo 11:28, che dice: Venite a ME, voi tutti che siete stanchi e travagliati ed I0 darò riposo alle anime vostre!“.

Decisi, quindi, di porre tutta la mia fede in Cristo Gesù come Signore e Salvatore, ricevendo così il miracolo più grande: il perdono dei miei peccati e la Salvezza della mia anima.
Ben presto, ubbidendo al Signore e alla Sua Parola, fui battezzato.
In seguito, il Signore mi fece un altro regalo: richiamato in Italia, andai a giocare nel Perugia(campionato 2003-2004).
Per il mio lavoro, ho un solo rammarico: non potere essere presente alle riunioni domenicali della mia chiesa, per adorare e ringraziare il Signore per tutti i doni che mi ha fatto.

Tratto da: http://www.incontraregesu.it/


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