«Tra i condannati c’era anche la migliore amica di mia madre». Yeonmi Park, 21 anni, gira il mondo per denunciare le atrocità del regime comunista: «Non opprimono o torturano semplicemente la gente, loro giocano con le vite umane».
Yeonmi Park aveva solo nove anni quando la madre è stata costretta a portarla allo stadio per assistere a un’esecuzione di massa. «Ne avevo già viste altre – racconta la ragazza nordcoreana alla Bbc – ma questa è stata spaventosa, indimenticabile. Quella donna, con altri sette giovani, era la migliore amica di mia madre e mi regalava sempre biscotti, era gentile con me».
ESECUZIONI DI MASSA. La poveretta guardava dvd sudcoreani e quando è stata scoperta, il regime l’ha condannata a morte: «Li hanno messi in fila e li hanno fucilati», continua Yeonmi. «Mi ricordo benissimo i loro cervelli fuoriuscire dalla testa. È stato indescrivibile». Yeonmi oggi ha 21 anni e fa parte delle migliaia di nordcoreani riusciti a scappare dalla dittatura comunista più feroce al mondo. Suo padre, morto di cancro, smerciava oro e argento in Cina e per questo la famiglia è riuscita a sopravvivere alla carestia degli anni Novanta, a causa della quale sono morte circa tre milioni di persone.
«MANGIAVAMO ERBA E INSETTI». Ma quando nel 2002 il padre è stato arrestato, anche Yeonmi ha dovuto fare quello che tanti altri nordcoreani hanno fatto: «Mangiavamo erba e insetti. Se non ci fossero state le patate congelate, saremmo morti di fame». Quando il padre, corrompendo un ufficiale, è riuscito ad uscire di prigione la famiglia ha deciso di fuggire. Ma l’orrore non è finito neanche dopo la fuga in Cina nel 2007, racconta Yeonmi: «Un uomo, venuto a sapere che eravamo scappati, ha minacciato di andare a dire tutto alla polizia. In cambio del suo silenzio voleva avere rapporti con me. Mia madre si è opposta, offrendosi in cambio. L’ha stuprata davanti ai miei occhi. Avevo 13 anni».
«KIM JONG-UN DEV’ESSERE PUNITO». Oggi Yeonmi vive in Corea del Sud e gira il mondo per denunciare le atrocità del regime di Kim Jong-un: «Non opprimono o torturano semplicemente la gente, loro giocano con le vite umane. Kim dovrebbe essere punito e portato davanti alla giustizia. Quanta gente ha ucciso?». Nonostante le accuse che gli arrivano dai tanti disertori che scappano dal paese, il regime nordcoreano continua a negare che nel suo territorio avvengano violazioni dei diritti umani.
«GRAZIE COREA DEL NORD». In uno dei tanti video che il sito vicino al regime Uriminzokkiri rilascia per screditare chi li critica, il più famoso tra i disertori del regime, Shin Dong-hyuk, nato in un gulag, ha scoperto che suo padre è ancora vivo. «Lo tengono ostaggio. Io pensavo che fosse morto. Non avrei mai pensato che sarei stato grato alla Corea del Nord. Ora so che è ancora vivo», ha scritto sulla sua pagina Facebook. Nel filmato, il padre si rivolge così a Shin: «Torna in te e torna in Corea del Nord tra le braccia del Partito». Nel resto del video Shin viene descritto come un criminale che ha stuprato un bambina di 13 anni, ma il numero di coloro che credono al regime è sempre più basso.
Fonte: http://www.tempi.it/
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