Il presidente di uno dei Paesi più gravemente colpiti dai rincari degli ultimi mesi ha chiesto alle Nazioni Unite un piano di emergenza globale da varare entro febbraio 2023. La combinazione tra costi più elevati del cibo e aumento degli interessi sul debito comporterà 9 miliardi di dollari di maggiori spese nei 48 Paesi del mondo già oggi più colpiti dalla fame.
Colombo (Asia News) – Alla COP27, la Conferenza sulla lotta ai cambiamenti climatici in corso a Sharm el Sheikh in Egitto, il presidente dello Sri Lanka Ranil Wickremesinghe ha chiesto al segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres la convocazione di un vertice dei ministri dell’Agricoltura di tutti gli Stati membri per valutare e presentare un rapporto sul fabbisogno alimentare per il 2023 e il 2024.
Si tratta di una richiesta che significativamente arriva da un Paese messo letteralmente in ginocchio dalla crisi economica e politica di questi ultimi mesi. Wickremesinghe ha sottolineato la necessità di lavorare a stretto contatto con le fonti di finanziamento multilaterali e la necessità di formulare immediatamente un piano di riduzione del debito per garantire la sicurezza alimentare globale. Questo piano andrebbe finalizzato entro febbraio e attuato entro la fine del primo trimestre 2023, dando poi mandato alla COP28 – in programma il prossimo anno a Dubai – di stendere un piano a medio termine per garantire la sicurezza alimentare globale.
“Oggi quasi un miliardo di persone soffre la fame e, secondo il Fondo monetario internazionale, oltre 300 milioni di persone sono in pericolo di vita – ha detto il presidente dello Sri Lanka -. I Paesi colpiti si dividono in due categorie: Paesi in cui il cibo non è disponibile e Paesi che tradizionalmente avevano un’adeguata disponibilità di cibo, ma che ora non riescono a procurarselo a causa dell’aumento dei costi”. In entrambi i casi – ha aggiunto – l’aumento dei costi del debito dei Paesi più poveri ha reso più difficile garantire cibo a prezzi accessibili per l’intera popolazione.
Secondo le stime del Fondo monetario internazionale, la combinazione tra l’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari e dei fertilizzanti e i costi del servizio del debito, aggiungerà 9 miliardi di dollari alle spese per le importazioni alimentari dei 48 Paesi più colpiti dalla fame. “Dobbiamo agire in fretta – ha concluso Wickremesinghe – altrimenti i danni causati alle strutture politiche e sociali dei Paesi saranno irreparabili”.
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