Nella lista non vi è traccia di condannati per “propaganda contro lo Stato”, un capo di imputazione usato per reprimere la dissidenza. Rilasciati due membri della comunità montagnards, minoranza cristiana degli Altipiani centrali vittima di repressione. La festa in programma il 2 settembre, a 68 anni dalla storica dichiarazione del 1945. Hanoi (AsiaNews/Agenzie) – Il prossimo 2 settembre, in occasione della festa dell’Indipendenza, Hanoi libererà oltre 15mila detenuti, che potranno beneficiare dell’amnistia. Tuttavia, nella lista di quanti potranno lasciare la cella non vi è nessuno detenuto per “propaganda contro lo Stato” o “tentativo di rovesciare l’ordine costituito”. Un capo di accusa mediante il quale il Partito comunista al potere reprime la dissidenza o colpisce i reati politici o di pensiero. Di contro, si apriranno le porte della prigione per quattro accusati di “crimini contro la sicurezza nazionale”, tra i quali vi sono due membri della minoranza etnica montagnards (cristiani), comunità originaria degli altipiani centrali del Vietnam e perseguitata dal governo centrale.
In uno dei più corposi provvedimenti di perdono decisi dal governo comunista, nei prossimi giorni 15.446 carcerati – fra cui 1.842 donne e 16 stranieri – potranno uscire di prigione. Solo un manipolo, però, rientra nella categoria dei “prigionieri politici” mentre la grande maggioranza è stata condannata per reati comuni.
Quattro le persone condannate per reati inerenti la sicurezza nazionale e che verranno liberate il 2 settembre. Essi sono: Duong Duc Phong e Hoang Hung Quyen, in cella per spionaggio; Y Kong Nie and Y Hong Niem montagnards degli Altipiani centrali, condannati per aver messo a repentaglio “l’unità nazionale”. Sono pochi gli elementi e le informazioni sulle quattro persone liberate; di contro, pare accertato che fra i beneficiari dell’amnistia non vi sono prigionieri politici eccellenti, attivisti pro diritti umani o personalità cattoliche in carcere per la libertà di religione e di pensiero.
Restano quindi in prigione personalità dissidenti come Cu Huy Ha Vu e l’avvocato cattolico Le Quoc Quan, oppure il blogger e attivista Nguyen Van Hai, meglio noto come Dieu Cay, in galera dopo un processo farsa con l’accusa di propaganda contro lo Stato. Secondo gruppi pro diritti umani, nell’ultimo anno il governo comunista di Hanoi ha imprigionato circa 50 attivisti per un totale complessivo superiore ai 120.
Il prossimo 2 settembre il Vietnam festeggia il 68mo anniversario dell’Indipendenza, che ricorda il celebre discorso del 1945 di Ho Chi Minh, considerato il padre della patria, soprattutto al Nord, e fondatore del Partito comunista ancora oggi al potere. In concomitanza delle ricorrenze principali, fra cui l’Indipendenza e il Tet (il capodanno lunare), Hanoi è solita accordare amnistie a migliaia di detenuti.
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