(lettura biblica: Salmo 119:25-32) Introduzione:
Il “successo” di cui vogliamo parlare non è quello che solitamente la gente comune considera tale, (posizione economica, ricchezza, fama, notorietà, ecc.), ma quello che la Parola del Signore ritiene vero “successo”! I parametri che la Parola del Signore utilizza per determinare se un credente ha “successo”, sono particolari e non hanno niente in comune con quelli che usa solitamente la società! Molto spesso le affermazioni della Parola del Signore sembrano paradossali perché esprimono concetti legati alla realtà spirituale che essa contempla e da questa realtà dipendenti! Es. Apocalisse 14:13; Matteo 5:3-11.
1. Una decisione opportuna:
La confessione e il riconoscimento della propria debolezza:
v. 26
«Ti ho confidato le mie vie!»
Guardandosi dentro e intorno, le riflessioni del salmista illustrano delle verità inconfutabili:
a. La debolezza della propria condizione: «L’anima mia è avvilita nella polvere»: v. 25; Salmo 51:5;guardando alla nostra condizione non possiamo che meravigliarci del fatto che il Signore ci abbia chiamati al Suo servizio usandoci per la Sua gloria: Salmo 8:3-6. Non dobbiamo mai dimenticare quello che siamo: Salmo 39:4.
Insufficienti; perciò andiamo a Colui che può colmare tutte le nostre lacune: Efesini 3:20-21.
Inaffidabili: quindi non fondiamoci sulle nostre capacità o sulle nostre forze! Giobbe 4:18.
Incapaci: ricerchiamo sempre umilmente al Signore ogni capacità: 2° Corinzi 3:5-6.
Inadatti: non lamentiamoci se Dio ci modella continuamente: Isaia 64:8; quante volte il Signore rimodella pazientemente la nostra vita! Geremia 18:1-4.
Incoerenti; non perdiamo mai dì vista la necessità di chiedere perdono sempre al Signore! 1°Giovanni 1:8-10.
b. L’ostilità dell’ambiente circostante: v. 25: «L’anima mia è avvilito nella polvere!». L’ambiente che circonda il salmista non è sicuramente dei migliori e neppure l’ideale. In genere, l’ambiente nel quale viviamo, non è favorevole e ben disposto verso la fede che professiamo! Matteo 10:16; (L’accettazione dell’Evangelo è un momento di tensione e di rottura con certi ambienti: Matteo 10:34-36. Il trattamento riservato a Gesù è indicativo del trattamento che dobbiamo aspettarci come Suoi discepoli: Giovanni 15:18-21. I rischi dell’incondizionato consenso alla nostra fede! Luca 6:26. Come risolvere le tensioni con l’ambiente circostante?
Isolarci o impegnarci? Giovanni 17:15; Matteo 5:13-16; la vicenda del servitore estremamente prudente: Luca 19:20-24.
Pregare per essere liberati dai pericoli e dalle difficoltà o pregare per avere la forza di affrontarli? Atti 4:23,24,29.
Come comportarsi nelle circostanze nelle quali ci troviamo? La sicurezza di quanto affermato in Romani 8:28.
Circostanze che ci condizionano: Giovanni 12:42,43; 1° Samuele 15.24.
Circostanze che cambiamo: Atti 27:33-36.
Circostanze che utilizziamo: Filippesi 1:12; trasformare le difficoltà in meravigliose opportunità di testimonianza e di servizio!
Circostanze che sprechiamo: Atti 24:22-27. Ci sono circostanze che si presentano una sola volta nella nostra vita, se le perdiamo o le sprechiamo, esse non si ripresenteranno più!
Circostanze che creiamo: Atti 17:16-23.
c. L’importanza delle proprie decisioni:
Occorre bandire ogni tipo di autocommiserazione e di vittimismo: Salmo 42:5; perché porta alla rassegnazione e ad autoassolversi per i propri fallimenti e i propri errori che, invece, vanno riconosciuti, traendone le necessarie lezioni!
Analizzare di che cosa si ha veramente bisogno; (Le cose che ci servono veramente Dio è pronto a con cedercele! Matteo 6:8; la qualità delle nostre scelte indica la nostra reale maturità: 1°Corinzi 6:12; 10:23;Filippesi 4:8,9.
Un nuovo riempimento di potenza: «Ravvivami»: v. 25c; esiste una bella differenza tra l’essere stati«battezzati nello Spirito Santo” e l’essere «ripieni dello Spirito Santo»! Efesini 5:18.
Ricercare l’istruzione divina: «Insegnami»: v. 26. Sicuramente l'”istruzione” fondamentale la riceviamo mediante la Parola del Signore, ma Dio si serve di ogni circostanza per istruirci! Giobbe 33:19.
Accertarsi di capire veramente: «Fammi comprendere…»: v. 27a; 29b; Solamente l’azione dello Spirito Santo può metterci in grado di comprendere la Sua volontà e la Sua parola! 1°Corinzi 2:9,10; Luca 10:21; Matteo 16:17.
d. I danni della negazione e il sollievo della confessione! Salmo 32:1-5; Proverbi 2:13.
e. Un apparente controsenso: col Signore quello che può apparire come un punto debole può trasformarsi nella nostra forza! 2° Corinzi 12:10.
2. Una scelta coraggiosa:
la fedeltà a Dio:
v. 30
«…io ho scelto la via della fedeltà».
La fedeltà è una delle molteplici caratteristiche della natura del Signore: Ebrei 10:23; 1°Corinzi 1:9; 2° Tessalonicesi 3:3. Forse è buono precisare che la fedeltà del Signore non significa che Egli debba «seguirci»in tutte le nostre vie, ma che Egli vuole «condurci» nelle Sue vie! Isaia 55:8,9; Proverbi 14:12. La fedeltà è, altresì, una caratteristica indispensabile per il credente, soprattutto se si desidera fare qualcosa nel campo del Signore: 1° Corinzi 4:1,2; 2° Timoteo 2:2 (La fedeltà viene prima delle eventuali capacità!). La fedeltà che il Signore ci richiede va vista sotto un duplice aspetto:
Fedeltà come capacità di rimanere nella Sua volontà fino alla fine dei nostri giorni: Apocalisse 2:10.
Fedeltà come capacità di eseguire esattamente tutta la volontà divina per noi e nella nostra vita! Deviare o cercare di modificare la volontà del Signore è molto pericoloso! (Ricordiamo le vicende del profeta disubbidiente: 1° Re 13:11-24; e di Giona!)
A. La fedeltà come scelta: v. 30: «Io ho scelto la via della fedeltà…». Ricordiamo il caso del popolo d’Israele:Giosuè 24:15. Le situazioni nelle quali siamo costretti a fare delle scelte e a prendere delle posizioni sono quelle che ci permettono di verificare realmente e senza ombra di dubbio la consistenza della nostra fede! La scelta di essere fedeli a Dio in ogni circostanza può apparire all’occhio del non credente:
Impopolare; Luca 9:58; Matteo 7:13-14; La paura degli uomini: Proverbi 29:25 e l’amore della gloria umana:Giovanni 12:42,43.
Inopportuna; Luca 9:59-60; Quasi mai il Signore è disposto ad aspettare i nostri comodi! Se noi rifiutiamo di seguirLo in qualcosa Egli non esiterà a suscitare e chiamare qualche altro!
Infruttuosa: Matteo 19:27-30.
B. La fedeltà come risultato dell’azione del Signore: v. 31b: «…0 Signore, non permettere che io sia confuso»; 2° Timoteo 1:12; Salmo 121 :3,4; 1° Giovanni 5:18.
C. La fedeltà come risultato della nostra perseveranza: v. 32: «Io correrò per la via dei Tuoi comandamenti…»
D. Ogni scelta ha sempre delle conseguenze; la fedeltà al Signore sarà sempre premiata! Matteo 25:21; Ebrei 3:5.
3. Un impegno costante:
l’ubbidienza Sua Parola:
v. 32
«Io correrò per la via dei Tuoi statuti!»
La Parola del Signore ha un ruolo insostituibile nella vita del credente, Essa regola la nostra con dotta: Salmo 119:105 e alimenta la nostra fede: Romani 10:17. Inoltre, essendo divinamente ispirata: 2° Timoteo 3:16, è eterna: Matteo 24:35. Essa è attuale ed attuabile.
a. Il rapporto con la Parola:
Amata: v. 30b «…ho posto i Tuoi giudizi davanti ai miei occhi«; Salmo 119:97; Luca 12:34.
Assimilata: v. 31 Atti 17:11. Maggiore conoscenza implica maggiore responsabilità! Matteo 11:21-24.
Applicata: v. 32a «Io correrò per la via dei Tuoi comandamenti«; la beatitudine del credente non risiede solo nella “conoscenza” della Sua Parola, ma nel metterla in pratica! Giovanni 13:17; Luca 11:28; Bisogna che diventiamo “esecutori” della Parola! Giacomo 1:25.
L’indicazione di Giosuè 1:8:
L’amore per la conoscenza: «Questo libro della legge non si allontani mai dalla tua bocca».
L’assimilazione: «…ma meditalo, giorno e notte…»
L’applicazione: «…abbi cura di mettere in pratica tutto ciò che vi è scritto…».
Le conseguenze: «…poiché allora riuscirai in tutte le tue imprese, allora prospererai».
b. La Parola di Dio come alimento puro, genuino, non adulterato per ogni credente: Matteo 4:4.
Latte per i nuovi nella fede: 1° Pietro 2:2.
Cibo sodo per i maturi nella fede: Ebrei 5:12-14.
c. La fedeltà alla Parola di Dio, garanzia per evitare il giudizio! Apocalisse 3:10.
d. La Parola di Dio è il “codice penale” che Dio utilizzerà per il giudizio degli increduli: Romani 2:16.
Conclusione:
I tempi nei quali viviamo sono molto difficili; i comportamenti degli uomini rasentano la sfrontatezza e indicano la completa ribellione a Dio e alle Sue leggi. Il peccato è considerato al massimo una risibile debolezza di carattere: Isaia 5:20, quando non viene ostentato come un vanto. Suonano estremamente attuali le parole del profeta Geremia: «…commettono delle abominazioni; non si vergognano affatto, non sanno che cosa sia arrossire, perciò cadranno fra quelli che cadono; quando io li visiterò saranno abbattuti”, dice il Signore»;Geremia 6:15. Però, come credenti vogliamo risolutamente associarci al profeta Michea ed affermare insieme:«Mentre tutti i popoli camminammo ciascuno nel nome del suo dio, noi cammineremo nel nome del Signore, nostro Dio, per sempre»: Michea 4:5.
Giuseppe Tilenni
Tratto da: http://www.tuttolevangelo.com/
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