Storia autentica di una Bibbia che rimase seppellita nella terra per circa trecento anni e che è ancora oggi la convincente testimonianza del Verbo divino.
Nel sedicesimo secolo, le regioni meridionali dei Paesi Bassi, la parte fiamminga dell’attuale Belgio, furono teatro di atroci persecuzioni. Molte famiglie cristiane dovettero fuggire, abbandonando ogni cosa, per cercare rifugio in Olanda oppure in Germania. Il vento dell’Inquisizione soffiò con forza tale da spazzar via ogni traccia di Protestantesimo e le Fiandre ignorarono la Parola di Dio per il lungo periodo di trecento anni. Aveva il nemico raggiunto il suo scopo? Era la causa del Vangelo perduta per sempre? Ascoltate piuttosto la storia che mi è stata narrata da uno dei pochi testimoni oculari, ancora vivente, oggi.
Nel 1877, il pastore van den Brink, predicatore olandese, si recò nel Belgio per annunciare l’Evangelo, in una regione dove probabilmente, dal periodo dell’Inquisizione, nessun cristiano evangelico si era più stabilito. Il Signore pose il sigillo della Sua benedizione sul ministerio di questo fratello e, nel 1879, una piccola chiesa si ergeva nel villaggio di Roesselaere, nella quale un gruppo felice di credenti si radunavano regolarmente per adorare il Signore.
Una domenica, il pastore van den Brink parlò sulla testimonianza di Paolo (Romani 1:16) : “Io non mi vergogno dell’Evangelo di Cristo; perch’esso è potenza di Dio per la salvezza di ogni credente…”. Nel mentre ch’egli parlava con fervore ed autorità, notò, nell’assemblea, uno sconosciuto vestito da colono, che sembrava profondamente sconvolto da ciò che stava ascoltando e grosse lacrime gli solcavano le gote. La sua attitudine poco comune non passò inosservata al resto dell’uditorio; ma lo stupore dei fedeli raggiunse il colmo quando, alla fine del sermone, lo sconosciuto si alzò di scatto e gridò: “E’ scritto così anche nel mio libro!” “Che cosa è scritto nel vostro libro?” domandò il pastore. “Che l’Evangelo è la potenza di Dio per la salvezza di ogni credente. E ciò è vero, perché ne ho fatto l’esperienza personalmente!”. “Qual’è dunque il libro che avete?”. “E’ una Bibbia”. Tutto l’uditorio aveva gli occhi fissi sul colono di cui era visibile l’emozione. Egli raccontò la sua storia.
“Alcuni anni or sono, disse egli, decidemmo, mio padre, mio fratello ed io, di costruire un pollaio dietro la fattoria. Scavando nel suolo, trovammo all’improvviso un voluminoso involto di vestiti legato con delle corde. Il nostro primo pensiero fu che forse il pacco avesse contenuto dell’argento, oppure oggetti di valore. Non trovammo alcuna difficoltà nell’aprirlo, perché gli abiti erano in gran parte laceri. Grande fu la nostra delusione nel vedere che l’involto non conteneva altro che un vecchio libro la cui copertina e le cui prime pagine erano completamente deteriorate dall’umidità della terra. Nell’aprire il libro trovammo un foglietto di carta che portava la firma dei nostri antenati e sul quale erano state scritte le seguenti linee:
Deponiamo qui la Parola di Dio che è stata sovente la nostra fonte di conforto nella persecuzione. Noi corriamo il rischio d’essere uccisi a causa della testimonianza dell’Evangelo e, per evitare che questo libro sia bruciato, lo sotterriamo qui e preghiamo dal profondo del nostro cuore: ‘O Dio, ridonalo ai nostri figliuoli, affinché essi possano trovare nelle sue pagine la gioia che noi possediamo’. Mio fratello voleva rimetterlo nella terra. Potrebbe far scendere la maledizione divina sulla nostra famiglia, disse. Ma mio padre protestò: No, non dobbiamo fare ciò. Desidero sapere il mistero di questo libro. Lo terrò io da parte e domenica prossima lo leggeremo tutti insieme.
Ecco ciò che avvenne: ci riunimmo insieme per leggere la vecchia ‘Bibbia’, la quale divenne per noi così preziosa che aspettavamo con ansia la domenica successiva per continuarne la lettura. Ben presto anche i nostri vicini furono interessati nella lettura della Bibbia ed il gruppo domenicale si ingrandì continuamente. Ma il libro parlava alle nostre coscienze e, poco alla volta, senza rendercene perfettamente conto, abbandonammo la via del peccato, dell’idolatria e delle tradizioni umane per osservare i precetti benedetti del nostro Signore.
Per alcuni anni tenemmo i culti nella nostra cucina, innalzando a Dio preghiere, cantando cantici che noi stessi componevamo, e leggendo sempre il vecchio Libro. Ignoravamo completamente che potessero esserci altre persone che possedevano una Bibbia simile alla nostra. Ma, alcuni giorni or sono, qualcuno mi disse che anche qui vi era un grosso libro sul pulpito, così non potetti resistere al desiderio di venire, anche se mi avevano avvertito che voi siete protestanti. Come sono felice che anche voi possediate il medesimo libro che noi possediamo, e la stessa esperienza benedetta!”
Oggi quella vecchia Bibbia è davanti a me, sul mio scrittoio. La figlia del pastore van den Brink, che al presente ha 80 anni, me ne ha fatto dono dopo avermi narrata questa storia meravigliosa. Questa Bibbia deve essere una delle prime edizioni della Parola di Dio in olandese. Lo stile ed il vocabolario sono difficili a comprendere per i fiamminghi dei nostri giorni. Il reggente di Roesselaere lavorò delle settimane per ricostruire le pagine deteriorate dalla terra; la Bibbia così completata fu nuovamente rilegata in cuoio molto resistente. Alcune pagine sono in parte stampate ed in parte manoscritte e le due parti laboriosamente attaccate assieme. Si possono ancora vedere le tracce dei vermi che sono penetrati nel libro e ne hanno roso le vecchie pagine.
Oh! se questa Bibbia preziosa potesse parlare, quale storia ci racconterebbe! Una storia di lacrime, di prove e di sofferenze; ma anche di gioie gustate nel periodo stesso della persecuzione.
Ma questa vecchia Bibbia parla ancora! Attraverso i secoli essa eleva la sua voce per proclamare che la Scrittura è la parola dell’Iddio vivente, seme indistruttibile che non cessa mai di portar frutto!
Pietro VAN Voerden
Tratto da: Risveglio Pentecostale n°5 1955 | Lanuovavia.org
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