I minori non accompagnati continuano a essere vittime di abusi, detenzioni e respingimenti illegali verso l’Italia da parte della polizia francese» denunciano Oxfam, Diaconia Valdese e Asgi.
«I minori non accompagnati continuano a essere vittime di abusi, detenzioni e respingimenti illegali verso l’Italia da parte della polizia francese una volta superata la frontiera di Ventimiglia», questa è la denuncia contenuta nel Rapporto Se questa è Europa, diffuso da Oxfam, Diaconia Valdese e Asgi, che insieme operano a Ventimiglia prestando soccorso ai migranti bloccati in città e in condizioni di vulnerabilità e dove una persona su quattro che cerca di varcare il confine è appunto «un minore che intende ricongiungersi con familiari o conoscenti in Francia, Inghilterra, Svezia o Germania».
«Ci sono dei luoghi che fanno sintesi: uno di questi è certamente Ventimiglia», afferma Gianluca Barbanotti, segretario esecutivo della Diaconia valdese in un comunicato stampa, diramato dalle tre organizzazioni nei giorni scorsi. «Ventimiglia – prosegue Barbanotti – è una frontiera “impolverata” che d’improvviso si è trasformata in baluardo di orgogli nazionali e simbolo di “sovranismi” che non pensavamo avessero cittadinanza in Europa. Minori non tutelati, donne con bambini lasciate in balia di un destino improbabile; tutte procedure poliziesche applicate in modo miope. Agende politiche dettate dall’umore della gente “eccitata” da ideologie rancorose. In questa situazione complessa – conclude Barbanotti –, l’impegno di tutte le istituzioni dev’essere volto ad applicare e rispettare realmente le regole di civile convivenza che fanno parte del nostro patrimonio nazionale ed europeo».
L’intervento «ormai di prassi» della polizia francese, denuncia il Rapporto «comporta, prima ancora del respingimento in Italia, in violazione delle norme europee e francesi, il fermo dei minori e la loro registrazione, spesso, come maggiorenni» e fatti gravi quali, «la falsificazione delle dichiarazioni sulle loro volontà e la detenzione senza acqua, cibo o coperte, e senza la possibilità di poter parlare con un tutore legale». Alcuni minori, poi, raccontano di essere stati vittime di riprovevoli abusi verbali o fisici come «il taglio delle suole delle scarpe, o il furto di carte Sim» e molti – si legge ancora – «sono stati costretti a tornare fino a Ventimiglia a piedi percorrendo una strada priva di marciapiede», qualsiasi fosse la condizione atmosferica: «una giovanissima donna eritrea è stata costretta a farlo sotto il sole cocente, portando in braccio il suo bambino di soli 40 giorni».
In Italia permangono gravi disfunzioni nella tutela dei diritti dei minori all’interno dei Centri di accoglienza: «molti minori non vengono iscritti a scuola, come previsto dalla legge e non ricevono informazioni sulla possibilità di richiedere asilo e di potersi ricongiungere, legalmente, con la propria famiglia in altri paesi europei».
Nei primi quattro mesi di quest’anno, evidenzia ancora il Rapporto: «sono stati 4.231 i migranti (16.500 da agosto 2017 ad aprile di quest’anno), adulti e minorenni, passati da Ventimiglia, provenienti in maggioranza da Eritrea, Afghanistan e Sudan, in particolare dal Darfur. Un numero con ogni probabilità destinato a crescere con l’arrivo dell’estate. Al momento però l’unica struttura di accoglienza è quella presso il Campo Roja, con disponibili 444 posti, dove l’identificazione avviene mediante l’acquisizione di impronte digitali, e dove la massiccia presenza di polizia all’entrata agisce come deterrente». Il campo sul fiume Roja, ricordano Diaconia valdese, Oxfam e Asgi è privo di servizi igienici e di acqua potabile e recentemente è stato sgomberato e transennato, «il risultato è che gli ospiti, molti dei quali minori non accompagnati, continuano a dormire all’aperto, altri invece a disperdersi sul territorio esponendosi a gravi rischi».
Di fronte a quest’emergenza in continuo divenire, le tre organizzazioni chiedono alle autorità locali e al Governo italiano di individuare rapidamente delle strutture adeguate per realizzare: «un Centro per minori non accompagnati in transito e uno per donne sole con e senza figli, che garantisca una permanenza dignitosa e sicura dei soggetti più vulnerabili».
«La situazione a Ventimiglia è lo specchio di un’Europa che sta tradendo i propri valori fondanti di solidarietà non rispettando le norme nazionali ed europee alla base dell’idea stessa di Unione», ha rilevato Elisa Bacciotti, direttrice delle campagne dei Programmi in Italia di Oxfam. La Corte di Giustizia dell’Unione Europea è già intervenuta in passato, affermando che gli Stati membri «non possono effettuare la sorveglianza delle frontiere interne», con effetti equivalenti alle verifiche di frontiera: «Nonostante questo, attraverso la proroga dei controlli alle frontiere interne o in applicazione di accordi di riammissione antecedenti il Sistema Schengen, Francia, Svizzera e Austria – conclude Anna Brambilla dell’Asgi – continuano a respingere verso l’Italia i minori stranieri non accompagnati e richiedenti asilo».
Oxfam, Diaconia Valdese e Asgi, attraverso l’unità mobile del progetto Open Europe dal settembre 2017 hanno soccorso circa 750 migranti arrivati a Ventimiglia, di cui il 20% di minori stranieri non accompagnati distribuendo kit di prima necessità e fornendo, laddove necessario, assistenza legale per presentare ricorso verso il decreto di respingimento a supporto di un’eventuale richiesta di protezione internazionale, e dando informazioni sui servizi presenti sul territorio e i rischi connessi all’attraversamento della frontiera italo-francese.
Foto: Agostino Loffredi, Oxfam Italia
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