I suoi adepti sono spesso in cerca di proseliti e alcuni sono convinti di essere in possesso della verità. Il veganismo è diventato una religione?
(Joël Burri) “Nel 2016 la provincia di Ontario, in Canada, ha considerato, per un po’, il riconoscimento del veganismo come ‘una credenza non religiosa che influenza in modo sostanziale l’identità, la visione del mondo e lo stile di vita di un individuo, (che) può essere considerata al pari di una religione’”, ha rivelato all’inizio di agosto, il settimanale francese La Vie. La pubblicazione ricorda, peraltro, che i vegani ricorrono volentieri a un vocabolario connotato religiosamente – parlando di santuari per gli animali, di miracoli per le bestie sfuggite alla macellazione o della necessità di conversione – e soprattutto che praticano un proselitismo attivo.
Religione sostitutiva
La Vie fa riferimento a un testo del teologo tedesco Kai Funkschmidt che alla fine del 2015 analizzava il veganismo come una “religione sostitutiva”. Questo articolo “mi ha incuriosito anche perché ricorda una dimensione importante: dietro idee che sembrano legate a elementi molto particolari c’è spesso un vero progetto di trasformazione del mondo”, commentava a gennaio del 2016 l’esperto di religioni Jean-François Mayer su Orbis.info in una recensione dello stesso documento.
Analogie con dottrine religiose
La pretesa di salvezza individuale e universale, l’appello alla conversione, l’affermazione di una validità universale della dottrina, il senso di appartenenza a un gruppo diverso dagli altri, il senso della missione, così come la presenza di dibattiti dogmatici e di dispute confessionali al proprio interno sarebbero tutte analogie tra il veganismo e le religioni. A ciò si aggiungono , ovviamente, i divieti alimentari, le relazioni comunitarie strette attorno alla tavola e “le certificazioni vegane che diventerebbero l’equivalente di una certificazione kasher o halal”. Analogie che sembrano tanto più evidenti dopo che i vegani sono passati a una nuova fase del loro progetto di trasformazione della società: all’inizio dell’estate macellerie e ristoranti hanno subito attacchi violenti da parte di militanti vegani.
Un progetto di trasformazione
“Teniamo conferenze, proiettiamo filmati, allestiamo stand informativi, svolgiamo indagini e che cosa succede? Alcuni consumatori si preoccupano di più della questione, ma il mondo politico non reagisce fintanto che l’ordine costituito, che in questo paese mette a morte 77 milioni di animali ogni anno, non è perturbato”, si dispera Virginia Markus, militante vodese intervistata da “24 heures”, confermando così che il veganismo non sollecita soltanto un cambiamento individuale mediante il proselitismo, ma anche e soprattutto un’autentica trasformazione della società.
Per un’analisi del veganismo
Il veganismo è dunque diventato una religione? “Per Kai Funkschmidt, almeno per come ne riassume il pensiero Jean-François Mayer, da un lato ci sono le vere religioni e dall’altro le religioni sostitutive (“Ersatzreligion”), così come ci sono lo zucchero e gli edulcoranti. Per me è una classificazione un po’ arrogante”, si rammarica Olivier Bauer, professore di teologia pratica all’Università di Losanna. “Ci sono diversi sistemi di pensiero che possono funzionare come una religione per alcune persone, in certe circostanze. Lo sport può essere una religione, il veganismo può essere una religione”, aggiunge. Il teologo si diverte a rivoltare il problema: “La cosa certa è che la transizione alimentare fa pensare alla conversione e che il veganismo propone una serie di dogmi. Possiamo quindi farne una lettura teologica avvalendoci degli strumenti delle scienze umane. Mi sembra però pertinente farne una lettura critica con gli strumenti della teologia così come si fa una lettura critica della religione”.
Critiche e reazioni
Ma la critica del veganismo suscita reazioni molto emotive: “I militanti vegani si comportano come crociati in possesso della verità!”, denuncia Jocelyne Porcher, sociologa e direttrice della ricerca all’Istituto nazionale francese di ricerca agronomica citata da La Vie, che ricorda che Porcher “è oggetto di attacchi virulenti da quando su Libération ha cofirmato un articolo dal titolo: ‘Perché i vegani si sbagliano?’”. Tanto basta per convincerci del carattere religioso del veganismo. (da ProtestInfo; trad. it. G. M. Schmitt)
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