di Theodore Epp – Filippesi 1: 12-21 – La vita di Cristo in lui permise a Paolo di essere libero da ansietà e preoccupazioni per se stesso, durante il tempo della sua prigionia, che avrebbero potuto portarlo alla morte. Paolo era audace e senza vergogna e la sua unica preoccupazione era che Cristo fosse glorificato nel suo corpo indipendentemente da ciò che lo aspettava – vita o morte. Non c’era nessuna esitazione da parte sua.
La nostra tendenza è di pensare che queste incredibili qualità erano possibili solo nei grandi uomini di Dio, come l’apostolo Paolo, ma che sono impossibili per noi. In qualche modo Satana acceca i nostri occhi sul fatto che possiamo avere la stessa determinazione di Paolo a glorificare Cristo con la nostra vita. Cristo stesso dimorante in noi, non solo ci da il desiderio di glorificarLo, ma anche ci permette di avere il coraggio di realizzare quel desiderio.
Dopo aver detto del suo desiderio di piacere a Cristo in ogni cosa, sia attraverso la vita che attraverso la morte, Paolo dice: “Per me il vivere è Cristo e il morire guadagno” (Filippesi 1:21). Queste furono le basi che permisero a Paolo di vivere vittoriosamente in Cristo. Non era preoccupato di attirare l’attenzione su se stesso, piuttosto egli volle glorificare Gesù Cristo in tutto. Tutta la vita di Paolo era concentrata su Gesù Cristo.
E’ bene per ciascuno di noi pesare le nostre azioni e chiederci: “Ciò che faccio favorisce i miei interessi, o davvero glorifica Cristo?”
“Io sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me; e quella vita che ora vivo nella carne, la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me“. (Galati 2:20).
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