“La Russia ha scelto di essere un avversario e costituisce una minaccia a lungo termine per gli Stati Uniti, dobbiamo ricostruire il nostro potere in Europa per fronteggiare la politica aggressiva di Mosca”.
È quanto ha dichiarato il generale Philip Breedlove, comandante del Quartier generale supremo delle potenze alleate in Europa, nell’ultima relazione alla Commissione Forze Armate della Camera.
“Paghiamo venti anni di scelte errate – ha aggiunto Breedlove – l’epoca in cui pensavamo che la Russia diventasse nostro partner è finita. Questa non è ancora una nuova guerra fredda, ma dobbiamo essere in grado di rispondere rapidamente e con forza a qualsiasi crisi che dovesse scoppiare con il Cremlino in Europa”.
Dall’intervento russo in Ucraina, l’United States European Command o EUCOM ha rafforzato il fianco orientale della NATO per rassicurare gli alleati dell’Europa orientale. Nonostante ciò, le sole forze messe in campo non potrebbero contrastare un’offensiva russa su larga scala attraverso gli Stati Baltici. Quei 3,4 miliardi di dollari stanziati dal Pentagono, nell’ambito dell’ European Reassurance Initiative per aumentare il numero delle truppe in rotazione in Europa, non fanno parte del bilancio principale della Difesa Usa, ma da fondi di emergenza. Con la fine della guerra fredda e l’aumento delle crisi in Medio Oriente, le capacità di intelligence e sorveglianza sono state indirizzate in altre regioni del pianeta. Ma in una zona dove la Russia ha il vantaggio dei numeri, EUCOM avrà bisogno di una nuova rete di intelligence.
“Dobbiamo ristabilire la nostra capacità di intelligence in Europa. Se scoppiasse una guerra e se dovessimo passare al contrattacco, dovremmo sfondare su Kaliningrad, enclave russa situata tra Polonia e Lituania sul Mar Baltico. Ma proprio Kaliningrad è una fortezza, protetta da stratificati sistemi d’arma. Con le attuali forze potremmo fare ben poco. Nel GIUK gap poi, giochiamo a zona”.
L’acronimo inglese GIUK sta per “Greenland, Iceland, United Kingdom”. È un naturale punto di sbarramento per la guerra navale, il varco è costituito proprio dall’oceano aperto tra i tre paesi.
“In quell’area abbiamo pochi sottomarini, mentre i russi sono una presenza costante”. Breedlove, infine, concludendo il suo intervento, ha commentato l’intervento russo in Siria: “Piuttosto che prendere di mira i combattenti dello Stato islamico, hanno rafforzato il regime dell’alleato. Utilizzano i migranti come arma per piegare l’Europa con una crisi di rifugiati peggiore a quella patita durante la seconda guerra mondiale”.
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