In Mississippi Camera e Senato hanno approvato lo Schoolchildren’s Religious Liberty Act, legge che cerca di proteggere la libertà religiosa degli studenti nelle scuole pubbliche. In Mississippi Camera e Senato hanno approvato lo Schoolchildren’s Religious Liberty Act, legge che cerca di proteggere la libertà religiosa degli studenti nelle scuole pubbliche. Una legge necessaria, visto che nel 1962, con la sentenza “Engel contro Vitale”, la Corte Suprema inizia ad interpretare la separazione fra Stato e Chiesa non come il divieto di intrusione del primo negli affari della seconda, ma come una laicizzazione dello spazio pubblico, vietando agli studenti di pregare all’interno delle scuole pubbliche.
Seguirono una serie di sentenze in cui fu proibita, ad esempio, la lettura della Bibbia nelle scuole, l’allestimento di presepi e l’esposizione di simboli religiosi in luoghi pubblici.
LAICISMO MODERNO. Oggi nelle scuole pubbliche americane qualsiasi espressione religiosa è di fatto proibita sia agli insegnanti sia agli studenti, lasciando spazio a una presunta neutralità. Il testo della legge del Mississippi alla Camera si prefigge di «vietare alle scuole distrettuali locali di discriminare gli studenti per via dell’espressione delle proprie credenze religiose», in modo che «ogni distretto scolastico consideri l’espressione religiosa volontaria di uno studente su un certo argomento accogliendola nello stesso modo in cui il distretto accoglie l’espressione laica volontaria di un altro studente».
Il repubblicano Mark Formby, che presentò la legge già nel 2009, ha spiegato che se in teoria gli studenti hanno il permesso grazie alla legge federale di discutere di temi religiosi o indossare simboli relativi al loro credo, in realtà per via delle sentenze passate le scuole temono di essere coinvolte in dispute giuridiche sulla religione. Di fatto non è quindi permesso scrivere o parlare della propria fede in alcun contesto: «Non sono tanto preoccupato da quello che è formalmente lecito», ha continuato Formby, ma dai «genitori che continuano a lamentarsi. Questa legge chiarirebbe ciò che è permesso».
LIBERTÀ DI PREGARE. I genitori hanno infatti denunciato l’impossibilità per alcuni gruppi di studenti di parlare ad eventi scolastici come le lauree, le partite di football e in altri forum pubblici, per ragioni legate al loro credo, subendo così una discriminazione rispetto a quanti possono liberamente affermare il proprio pensiero. «Non è necessario ripristinare la preghiera nelle scuole» ha poi chiarito Formby, ma chiarire che è permesso di pensare liberamente o «di pregare agli alunni che lo vogliano, quello sì».
LA SVOLTA. Se le due Camere si accorderanno per unificare i testi approvati, il Mississippi farà il primo passo per tornare all’interpretazione tradizionale del primo emendamento della Costituzione americana. Secondo il giudice William Rehnquist, capo della Corte Suprema dal 1972 al 1986, la sentenza del 1962 della Corte che intendeva la separazione come una laicizzazione della scuola pubblica «non poteva essere facilmente messa da parte». Ma ha aggiunto che «non c’è nulla nella clausola di separazione del primo emendamento, correttamente intesa, che proibisca in generale la possibilità di permettere la preghiera».
(fonte Tempi.it)
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