La denuncia delle chiese protesanti che da anni ospitano persone a rischio di espulsione dagli Stati Uniti.
Almeno dodici persone che stanno trovando rifugio nelle chiese “santuario” di tutti gli Stati Uniti hanno ricevuto una lettera dal servizio Immigrazione e controllo delle dogane all’inizio di questa settimana, venendo informate di dover pagare centinaia di migliaia di dollari di sanzioni civili per aver disobbedito agli ordini di lasciare il paese.
Tra questi c’è Rosa Del Carmen Ortez Cruz, una madre di quattro figli di 38 anni ospitata in una chiesa presbiteriana a Chapel Hill, Nord Carolina, a cui è stato comunicato di dover versare quasi 300.000 dollari per aver ignorato gli ordini di espulsione. I suoi avvocati presso la McKinney Immigration Law a Greensboro hanno ricevuto una lettera simile.
Ortez Cruz è fuggita dall’Honduras verso gli Stati Uniti nel 2002, dopo che il suo compagno l’ha pugnalata più volte. La Chiesa della riconciliazione e la Fellowship della Chapel Hill Mennonita hanno offerto rifugio alla donna dalla deportazione immediata lo scorso anno perché spaventata dall’idea di tornare in Honduras, dove vive il suo ex-partner.
A livello nazionale, ci sono decine di persone migranti prive di documenti che hanno annunciato pubblicamente che si stanno rifugiando nelle congregazioni religiose degli Stati Uniti, ha detto Noel Andersen, coordinatore di Church World Service. Non è chiaro il motivo per cui meno di un terzo è stato preso di mira con multe. «Chiaramente è un attacco al movimento delle chiese santuario».
Tra quelli presi di mira c’è Edith Espinal, una cittadina messicana che ha preso rifugio in una chiesa mennonita di Columbus, Ohio, e ha ricevuto una multa di 497.777 dollari.
«La decisione è determinata caso per caso, tenendo conto delle misure che lo straniero ha intrapreso per soddisfare fedelmente l’ordine di allontanamento o di partenza volontaria», ha dichiarato Matthew Bourke, il portavoce dell’ICE, l’istituto Usa dell’immigrazione.
Coloro che hanno omesso di adempiere agli obblighi della loro espulsione sono multati fino a un massimo di 500 dollari al giorno.
Coloro che hanno ricevuto le multe hanno 30 giorni per rispondere.
L’avvocato di Ortez Cruz, Jeremy McKinney, di Greensboro, ha riferito: «Mi occupo di immigrazione dal 1997 e non ho mai visto nulla di simile».
Le multe arrivano in mezzo a crescenti preoccupazioni per le politiche di immigrazione intransigente dell’amministrazione statunitense. Lunedì (1 luglio), il presidente Trump ha detto ai giornalisti che massicce ondate di deportazione erano imminenti dopo la festa dell’indipendenza.
Martedì scorso, un nuovo ed esplosivo rapporto del Dipartimento per la sicurezza interna ha reso noto che i centri di detenzione lungo il confine meridionale erano sovraffollati e squallidi – condizioni paragonabili a «una bomba a orologeria».
Ma i sostenitori delle chiese santuario ritengono che le multe siano più direttamente finalizzate a frenare il movimento di accoglienza spontanea, un obiettivo amministrativo di Trump da lungo tempo. Le chiese – insieme a scuole e ospedali – sono considerate “luoghi sensibili” in cui è improbabile che funzionari federali incaricati dell’immigrazione arrestino, ricerchino o interroghino le persone.
Il principale effetto delle multe potrebbe essere quello di spaventare le congregazioni religiose impegnate a ospitare migranti, soprattutto se iniziassero a temere che il governo possa multarle per le loro attività.
«Abbiamo capito fin dall’inizio che il governo federale non approva che ci prendiamo cura della nostra gente”, ha detto Isaac Villegas, pastore della Chapel Hill Mennonite Fellowship. «Siamo su diversi lati della storia al riguardo. Sappiamo che faranno tutto il possibile per intimidirci, ma certo non fermeremo la nostra vocazione cristiana».
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