Per diffondere nuove ideologie è meglio partire dalla scuola. Lo sanno bene in Francia, dove il Ministero dell’Istruzione ha previsto dal 2015 l’ora di “insegnamento laico della morale” obbligatoria.
Ma lo sanno altrettanto bene anche i centri islamici in America, che stanno finanziando da anni una campagna sui libri scolastici per diffondere idee che svalutino i contenuti giudaico-cristiani a favore di quelli musulmani. I testi scolastici sarebbero così pieni di “errori” ed “orrori” intenzionali, scovati dall’Institute for Jewish and Community Research, con sede a San Francisco.
Qualche esempio? “La cristianità è stata scoperta da un giovane palestinese di nome Gesù”; “Dio ha rivelato il Corano a Maometto”, “Gli ebrei hanno contribuito molto poco allo sviluppo dell’arte e della scienza”.
Secondo quanto riporta la CBS, l’Arabia Saudita avrebbe finanziato nel 2005 alcune università americane (Harvard e Georgetown) per circa 20 milioni di dollari. Difficile credere che ad un finanziamento così non corrisponda un minimo di ruffianeria.
“L’intento,” riporta Mattia Baglioni di Sussidiario.net “è quello di promuovere un punto di vista differente per diffondere una logica in favore dell’Islam, fino ad assumere posizioni contrastanti col pensiero dominante occidentale”.
E infatti il centro di ricerca sul Medio Oriente di Harvard ha raccomandato il testo “Arab World Studies”, evidentemente come opera di pregio scientifico. “In Arab World,” continua il giornalista “possiamo trovare notizie sull’arrivo dei musulmani nel nuovo mondo prima di Cristoforo Colombo o informazioni secondo le quali i capi tribù dei primi indiani d’America avevano nomi musulmani”.
Ora si inizia a capire perché ci sia gente preparatissima sui danni delle Crociate e sui manoscritti islamici di Aristotele, ma che ignora secoli di civiltà, progresso e sviluppo culturale della cristianità.
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25 ottobre 2013
STATI UNITI/ I libri scolastici pro Islam che non lasciano spazio alla verità storica
Vi avevano insegnato che Cristoforo Colombo fu il primo ad approdare nel Nuovo Mondo? Niente affatto, tutto da rifare in nome di una mega balla nella cornice di un revisionismo di matrice islamica teso a smentire l’empirismo dei principali fatti storici. Durante il mese di Luglio in Florida, Stati Uniti, un libro di testo per le scuole superiori è balzato agli onori delle cronache per il suo contenuto pro Islam. Il repubblicano Ritch Workman aveva sostenuto il caso sollevato da due rappresentanti del consiglio scolastico dell’istituto pubblico di Brevard, ridente località che si affaccia sull’Atlantico, di fronte all’adozione del libro World History edito da Pearson PLC. Il volume in questione sarebbe portavoce d’istanze in favore del mondo musulmano e decisamente sfavorevole alla tradizione cristiana ed ebraica.
“I nostri bambini meritano fatti e precisione”, aveva dichiarato Workman durante un consiglio scolastico. Una televisione locale, WESH-TV, aveva dedicato un servizio al caso mettendo a confronto le 36 pagine riguardanti la tradizione dell’Islam contro i pochi paragrafi dedicati al cristianesimo. “Quando si riporta la storia vera, è giusto ricordare le cose orribili che hanno fatto cristiani ed ebrei in nome di Cristo, ma si deve riportare anche le atrocità commesse in nome dell’Islam”, ha dichiarato un genitore di Brevard. Secondo quanto riportato da Fox News, il libro è stato utilizzato per parecchi anni senza incontrare nessuna opposizione.
Questo dibattito rientra in un discorso più ampio messo in evidenza dal network americano CBS in un documentario, secondo il quale alcuni testi scolastici adottati negli Stati Uniti sarebbero frequentemente soggetti a lacune storiche che si riflettono inevitabilmente sull’apprendimento degli studenti. Il centro di ricerca Institute for Jewish and Community Research, con sede a San Francisco, ha esaminato ventotto dei testi scolastici più utilizzati negli Stati Uniti e ha rilevato almeno 500 errori. Addirittura, per quanto riguarda le radice ebraiche del cristianesimo, un libro dichiara che “la cristianità è stata scoperta da un giovane palestinese di nome Gesù”; in un altro possiamo leggere che “Dio ha rivelato il Corano a Maometto” e che “gli ebrei hanno contribuito molto poco allo sviluppo dell’arte e della scienza.” La faziosità di cui si fanno portavoce alcuni testi in commercio negli States è evidente, in un contesto dove necessariamente ci si deve attenere all’imparzialità degli eventi storici.
Il servizio della CBS parla anche di un finanziamento di 20 milioni di dollari nel 2005, da parte dell’Arabia Saudita, destinati ai centri di ricerca sul Medio Oriente delle università; di Harvard e di Georgetown. L’intento è quello di promuovere un punto di vista differente per diffondere una logica in favore dell’Islam, fino ad assumere posizioni contrastanti col pensiero dominante occidentale. Il centro di ricerca sul Medio Oriente di Harvard ha raccomandato a lungo l’uso del testo Arab World Studies pubblicato da Arab World e Islamic Resources, quest’ultima è un’associazione saudita con sede in Messico. Il libro in questione tende a dipingere negativamente gli Stati Uniti e Israele e a dare un’immagine positiva della morale islamica, per questo motivo ne è stato vietato l’uso in molti distretti dello Stato Federale. In Arab World possiamo trovare notizie sull’arrivo dei musulmani nel nuovo mondo prima di Cristoforo Colombo o informazioni secondo le quali i capi tribù dei primi indiani d’America avevano nomi musulmani. L’attenzione mediatica per il caso ha suscitato una serie di domande ma purtroppo l’autore del libro non ha voluto rispondere alla richiesta d’intervista inoltrata da CBS.
Dopo la polemica sollevata in Florida, alcune iniziative sono state prese in diversi Stati americani. Ad esempio il Dipartimento di Istruzione Superiore del Massachussets ha deciso di istituire seminari rivolti agli insegnanti per l’apprendimento dei concetti fondamentali del mondo musulmano. Tale iniziativa è stata adottata anche per far fronte alle richieste di alcuni gruppi contrari a una visione eurocentrica della storia e per guardare al mondo da una differente prospettiva.
Probabilmente il germe dell’iniziativa saudita e la diffusione di tali testi sono da esaminare nel contesto di una scarsa conoscenza, in alcune aree del paese, dei fatti storici che divengono così; oggetto di distorsione in favore, o ai danni, della tradizione culturale islamica. Questa ignoranza può avere effetti negativi persino in un contesto, come quello americano, in cui fedeli cristiani ed ebrei costituiscono le comunità dominanti. Il dibattito sui libri di testo continua, ma quali saranno le iniziative concrete che saranno adottate a livello dei singoli Stati per far al problema dell’Istruzione storica negli istituti?
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