USA e UK: l’ideologia mette in pericolo la salute dei minori sessualmente confusi

Nel Regno Unito, un pediatra che per ora vuol restare anonimo (non c’è da biasimarlo: finire nelle grinfie della Gaystapo non è piacevole…) ha denunciato a The Mail che i giovanissimi che presentano confusione di genere vengono registrati nelle cartelle cliniche  secondo il “genere” percepito e non secondo il sesso biologico. Questo comporta grossi rischi di diagnosi sbagliate (basti pensare alle doverse cause che può avere un mal di pancia per un ragazzo o per una ragazza).  Tra i suoi pazienti, almeno sei ragazzini, il più giovane sotto i dieci anni, si trovano in queste condizioni.
Secondo le linee guida del SSN, infatti, si può cambiare  “identità di genere” sui documenti ufficiali semplicemente comunicandolo al proprio medico di famiglia.
Ciò può avvenire anche senza il consenso dei genitori: un padre, infatti, ha contattato il giornale per dire che non riusciva a trovare sua figlia di 15 anni in ospedale, perché era stata ricoverata  nel reparto maschile e con nome maschile; una madre ha detto di aver avuto difficoltà a fissare un appuntamento dal medico per sua figlia di 14 anni perché non si trovava traccia di lei nel database. Era stata, infatti, registrata con nome e sesso maschile all’insaputa della madre.
Nel Regno Unito, inoltre, i pazienti trans possono citare in giudizio  qualsiasi medico che si rifiuti di assecondare la loro richiesta.
Norme analoghe vigono anche negli Usa: l’amministrazione Biden ha imposto ai medici di fornire servizi e interventi chirurgici per il “cambiamento” del sesso, senza poter sollevare  obiezioni, né di natura medica, né di natura etica. Chi sollevasse una qualsiasi obiezione, anche al trattamento dei minori, sarebbe colpevole di comportamento discriminatorio.
Contro questo regolamento governativo oltre 3000 tra medici e pediatri  (l’American College of Pediatricians, la Catholic Medical Association e un ginecologo specializzato nella cura delle adolescenti) hanno intentato una causa col patrocinio degli avvocati di Alliance Defendim Freedom.

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