di Oswald Chambers – Non crucciarti; ciò non conduce che a fare il male. Salmo 37: 8. Il cruccio porta ad un logoramento, che può essere mentale o spirituale. Una cosa è dire: « Non crucciarti », ma ben altra cosa è avere una forza tale che porti ad essere capaci di non crucciarsi. Sembra così facile parlare di «aver pace nel Signore» e «aspettare con pazienza» che Egli risolva un caso aggrovigliato e doloroso, ma è possibile aver pace nel Signore vivendo — come tanti fanno — nell’agitazione e nell’angoscia? Se non siamo in grado di mettere in pratica questa esortazione per noi stessi, non servirà a nessun altro. Essa deve realizzarsi nei giorni della perplessità come nei giorni di pace, o non si realizzerà mai. Essa deve attuarsi nel tuo caso particolare, o non si attuerà nemmeno nel caso di altre persone. Riposare nel Signore non dipende dalle circostanze esterne, ma dalla relazione che si ha con Dio.
L’agitazione finisce sempre nel peccato. Noi crediamo che un pò di ansietà e di preoccupazione siano un segno di saggezza; sono invece un indice di malvagità. Il cruccio scaturisce dalla volontà di fare a modo nostro. Il Signore non era mai ansioso, perché la Sua vita non era consacrata all’attuazione di Suoi progetti personali, ma a quella dei piani di Dio. Il cruccio è una malvagità, se si è figliuoli di Dio.
Stai forse blandendo la tua anima e dandole corda nel suo stupido atteggiamento, col prospettarle che le circostanze in cui ti trovi sono troppo difficili perché Dio possa farci qualche cosa? Sbarazzati di queste supposizioni sbagliate e dimora all’ombra dell’Onnipotente. Prometti formalmente a Dio che non ti cruccerai più per quel dato problema. Tutto il nostro cruccio deriva dal fatto che pretendiamo di fare i nostri calcoli ignorando Dio.
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