«È estremamente grave che l’Università Aldo Moro di Bari ospiti e organizzi, addirittura con l’intervento del Rettore Stefano Bronzini, un convegno sulla cosiddetta omogenitorialità che nega il diritto dei bambini a una mamma e un papà e promuove l’utero in affitto, una pratica criminale che “offende in modo intollerabile la dignità della donna e mina nel profondo le relazioni umane”, come affermato dalla Corte Costituzionale. Oltre alle associazioni LGBT Rete Lenford e Famiglie Arcobaleno, prenderà la parola anche un’attivista canadese che ha “affittato” il proprio utero per altri. È ancora più grave che un evento del genere sia promosso dal COSIG, uno sportello di counseling universitario su orientamento sessuale e all’identità di genere che sul proprio sito mette in contatto gli utenti coi circoli locali dell’Arcigay e delle stesse Rete Lenford e Famiglie Arcobaleno: quali informazioni scientifiche obiettive potrebbe mai ricevere uno studente incerto sulla propria identità da un ente legato a chi conduce battaglie politiche per legalizzare l’utero in affitto? Dopo il “laboratorio per bambini trans” dell’Università Roma Tre e il corso su “Teorie di Genere e Queer” dell’Università di Sassari, arriva dunque il convegno sull’utero in affitto a Bari: chiediamo al Ministro dell’Università Anna Maria Bernini di mettere un freno alla strumentalizzazione politica e ideologica degli atenei italiani, finanziati con le tasse di tutti i cittadini».
Lo dichiara Maria Rachele Ruiu, portavoce di Pro Vita & Famiglia Onlus, in merito al convegno “Omogenitorialità: aspetti psicologici, medici, giuridici e sociali” che si terrà venerdì 11 ottobre all’Università “Aldo Moro” di Bari, organizzato dal Counseling Orientamenti Sessuali Identità di Genere dell’Università e patrocinato dall’Ordine degli Psicologi della Puglia.
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