Una piccola fede di notte

Vorrei farti riflettere su un principio: la fede ti rende una tela sulla quale il Redentore può dipingere la bellezza della sua grazia.

Quale pensi sia il significato di questo principio? E come si applica alle situazioni, alle circostanze e alle relazioni della tua vita quotidiana?

Fermati un momento a meditare su queste domande, e quando sei pronto, prendi una Bibbia e leggi Giovanni 3:1-21.

Lo sfondo

I vangeli parlano dei farisei prevalentemente come categoria di persone, ma Giovanni 3 ci presenta uno specifico fariseo di nome Nicodemo.

Nicodemo era un membro del consiglio esecutivo-legislativo, il Sinedrio, che fondamentalmente era la Corte Suprema del popolo Giudaico. Il Sinedrio si opponeva con forza a Gesù e alle sue rivendicazioni messianiche, e cercava continuamente di coglierlo in fallo e di smascherarlo pubblicamente come impostore.

Rendendosi colpevole dell’errore giudiziario più clamoroso di tutti i tempi, il Sinedrio fece arrestare Gesù, lo sottopose a un processo-farsa, lo incriminò per blasfemia e infine lo consegnò alle autorità Romane per farlo crocifiggere.

Stando così le cose, era ragionevole da parte di Nicodemo, che era membro di quel Sinedrio, avvicinare Gesù con il favore delle tenebre. Questo incontro era molto rischioso. Nessuno può dire cosa sarebbe successo a Nicodemo se i suoi colleghi avessero saputo che uno di loro era talmente persuaso che Gesù venisse da Dio al punto di andare a cercarlo per avere risposte alle sue domande.

Era normale che Nicodemo avesse paura, ma nel suo cuore c’erano dei piccoli semi di fede che, germogliando, lo spinsero a fare quella camminata notturna per incontrare il Messia che avrebbe cambiato la sua vita. La conversazione che seguì avrebbe dato origine alle parole più memorabili che siano mai state pronunciate.

Una piccola fede

Non è consolante sapere che Cristo non esige da noi una fede grande e audace? Piuttosto, nella sua grazia che ci perdona e ci comprende, egli ci accetta come siamo, con una fede minuscola, debole, piena di dubbi.

Egli non schernisce mai le nostre mani cadenti e le nostre ginocchia vacillanti. Non ci volta mai le spalle quando il timore si mescola alla fede nei nostri cuori. La storia di Nicodemo dimostra che Gesù non ci chiede di marciare verso lui in pieno giorno. No, egli ci riceve con gioia quando ci intrufoliamo da lui con il favore delle tenebre!

Il nostro Signore è proprio così tenero, così paziente, così benevolo. Egli sa che i misteri della redenzione ci sconcertano e ci confondono. Egli sa bene che le verità che egli rivela su di sé sono contro-intuitive per noi. Egli si rende conto che le cose che ci chiede di fare ci spaventano.

Con compassione ed empatia, ci invita benignamente ad andare da lui come siamo, e promette che quando andiamo, non ci respingerà.

La celebre conversazione

Leggendo Giovanni 3, sorprende notare che Gesù non mette in discussione il momento scelto da Nicodemo per andare da lui, né le sue motivazioni o il suo atteggiamento. Non lo rimprovera per essere venuto di notte. Egli lo riceve senza giudicarlo ed è subito pronto a rispondere alle sue domande.

Inoltre, è importante notare che, sebbene la prima domanda di Nicodemo riguardi la vera identità di Gesù, egli risponde mettendo Nicodemo di fronte alla questione eterna fondamentale di quel momento. Nella sua grazia, Gesù era più preoccupato della condizione spirituale di quest’uomo che di difendere le sue rivendicazioni messianiche.

Nei momenti che seguono, Cristo svela a questo membro del Sinedrio timoroso e dalla fede incerta i misteri della nuova nascita e la necessità del suo sacrificio imminente. Il racconto si sofferma molto su questa conversazione, perché il Redentore sta parlando a un uomo che ha un disperato bisogno di essere redento.

Dalle risposte di Nicodemo si capisce che Gesù ha portato la sua mente a vette a lui sconosciute! Gesù sta rivelando al cuore di quest’uomo quello che solo Dio può farci conoscere.

E’ importante capire questo principio: abbiamo bisogno della grazia di Dio per comprendere i misteri della sua grazia e il nostro bisogno di essa. Tu ed io non corriamo verso la grazia di Dio né ci riposiamo in essa perché abbiamo fede. No, abbiamo fede perché la grazia di Dio è giunta a noi.

Nicodemo è stato attirato a Gesù per grazia divina. Sta ascoltando le parole di Gesù e crederà in esse per la medesima grazia.

L’intero racconto di Giovanni 3 non è guidato dalla determinazione di Nicodemo, ma dalla potenza e dalla gloria della grazia di Dio che salva, rivela, perdona e accetta!

Una tela eletta  

Vorrei tornare al principio su cui abbiamo riflettuto all’inizio di questa storia: la fede ti rende una tela sulla quale il Redentore può dipingere la bellezza della sua grazia.

Nicodemo non aveva nessuna idea di cosa stesse accadendo attraverso di lui in questo momento storico. Era stato scelto per stare con Gesù in quella memorabile notte, non solo perché aveva bisogno di ricevere personalmente la grazia di Dio che rivela la verità e cambia il cuore, ma anche per essere uno strumento di quella grazia nelle vite di un incalcolabile numero di credenti nel corso dei secoli.

Nicodemo era del tutto ignaro di essere stato scelto per essere la tela sulla quale Gesù avrebbe dipinto uno dei più famosi ritratti della sua grazia redentrice di tutta la Scrittura!

All’imbrunire di quella notte che ha cambiato il mondo, Nicodemo era più di un cercatore di verità e di un beneficiario della grazia. Egli divenne anche una tela, e sulla tela del cuore di Nicodemo, mosso da piccoli semi di una fede che stava germogliano benché timorosa, Gesù avrebbe dipinto i gloriosi colori della sua opera di redenzione.

Con il talento di un’artista divino, Cristo prese il suo pennello e dipinse: “Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna” (Giovanni 3:16).

Che magnifico ritratto dell’intera storia della redenzione!

I colori della Redenzione

Ho l’hobby della pittura. Di solito i pittori hanno la loro tavolozza di colori preferita. Analizziamo quindi la tavolozza che Gesù ha utilizzato in Giovanni 3:16 per dipingere la storia della sua opera di redenzione in modo che fosse ammirata da tutti i credenti.

Quali sono i “colori” primari della grazia della redenzione? Quattro risaltano su tutti:

1. Il colore dell’amore

“Perché Dio ha tanto amato il mondo…”

Queste sono forse le parole più stupende mai scritte. Dio guarda al suo mondo decaduto e in rovina, popolato da persone che si ribellano alla sua autorità, non con repulsione, ma con amore.

Senza questo amore, non ci sarebbe una storia della redenzione. Senza questo amore, l’umanità non avrebbe nessuna speranza. Senza questo amore, non ci sarebbe nessuna incarnazione, nessuna crocifissione, nessuna resurrezione, e nessuna intercessione quotidiana per noi.

Tu ed io abbiamo vita perché la risposta di Dio nei nostri confronti è colorata di amore.

2. Il colore della generosità

“…che ha dato…”

La speranza e il cambiamento non iniziano mai da noi, ma con ciò che è racchiuso in queste tre potenti parole. La speranza e il cambiamento iniziano con la generosità infinita di Dio nei confronti di persone che meritano invece la sua ira.

Fu la sua generosità a mandare Gesù su una mangiatoia, a camminare per le strade della Palestina, a predicare la buona notizia con sapienza e potenza, a sopportare la croce, a uscire dalla tomba e ascendere alla sua destra.

Ogni giorno tu ed io riceviamo la benedizione di avere vite colorate dalla generosità del Signore.

3. Il colore del sacrificio

“…il suo unigenito Figlio…”

Rifletti sul significato di queste parole. Dio non ha mandato suo Figlio per stabilire un regno terreno. No, egli lo ha mandato per un unico scopo: essere l’Agnello Sacrificale. Senza la sua vita perfetta e il suo sacrificio perfetto, non ci sarebbe il perdono dei peccati e Dio non potrebbe accettarci.

La croce è sempre stata nel futuro di Gesù. Dio non ha sacrificato suo Figlio mandandolo solo sulla terra, ma lo ha mandato sulla terra per essere il sacrificio che avrebbe placato per sempre la sua ira contro il peccato.

Siamo figli di Dio perché la tela della redenzione è colorata con il sangue del sacrificio.

4. Il colore della vita

“affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna…”

Qual è il risultato dell’amore infinito, della generosità incalcolabile e del sacrificio volontario del Signore? Vita – vita eterna!

Il peccato ci lascia morti nelle nostre iniquità e tragicamente separati da Colui per il quale siamo stati creati. E’ la tragedia di tutte le tragedie, da cui non siamo in grado di districarci da soli. Tutti abbiamo disperato bisogno di un intervento divino perché non possiamo fare niente per guadagnare o meritare la vita.

Tuttavia, grazie all’amore e alla bontà di Dio, grazie al sacrificio del Figlio, la morte è stata sconfitta e tutti quelli che credono hanno ricevuto la vita eterna. L’ultimo colore dipinto sulla tela della redenzione è il meraviglioso colore della vita eterna.

Che splendido quadro è stato dipinto sulla tela di Nicodemo!

Chi è l’eroe?

E’ facile per noi fare di Nicodemo l’eroe di questa storia, e per certi aspetti, egli dovrebbe essere un modello per noi. Egli mise a rischio la sua reputazione (e potenzialmente molto di più), andando timorosamente dal Messia possedendo solo minuscoli semi di fede che stavano germogliando. Così facendo, diventò la tela di uno dei più noti ritratti della redenzione del Nuovo Testamento.

Ma come in tutte le storie di fede nella Scrittura, Dio è il vero eroe. Egli è talmente generoso e glorioso nella sua grazia, da compiere, per quelli che lo cercano, cose molto più grandi di quello che essi possono chiedere o pensare.

Nicodemo andò da Gesù approfittando delle tenebre, ma il suo nome e, cosa più importante, le parole che egli udì, sono una luce che risplende per ogni generazione di credenti.

Non è sorprendente ciò che Dio può fare con una piccola fede di notte?

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