di Agostino Masdea – Leggiamo nella prima lettera di Pietro nel capitolo 1, i versi da 6 a 8 . “A motivo di questo voi gioite anche se al presente, per un po’ di tempo, dovete essere afflitti da varie prove, affinché la prova della vostra fede… risulti a lode, onore e gloria nella rivelazione di Gesù Cristo, che… voi amate e, credendo in lui anche se ora non lo vedete, voi esultate di una gioia ineffabile e gloriosa”.
La gioia nel Signore fa parte di quelle realtà di natura spirituale che differiscono completamente da quelle che si possono esperimentare nel mondo e nella vita di tutti gli uomini. Hanno lo stesso nome, gioia, pace, speranza, ma caratteristiche diverse.
La gioia di cui parla Pietro, fa parte del frutto che lo Spirito produce nel credente, e prescinde dalle circostanze e delle varie situazioni nelle quali egli possa venire a trovarsi. Paradossalmente è una gioia che si può mantenere anche nelle prove e nella sofferenza, perché è diversa nella sua origine: proviene dall’amore che il Padre spande nei nostri cuori ogni giorno.
Dipende anche dalla consapevolezza che Dio è con noi e vicino a noi, che non ci lascia e non ci abbandona mai, e fino all’ultimo respiro della nostra vita su questa terra ci sosterrà e ci darà forza. E poi, nell’eternità, questa gioia sarà perfetta e completa.
Per non perdere mai la gioia, deve essere “nel Signore”, cioè non deve dipendere dalle cose terrene, belle o brutte che siano, ma solo da Dio. Egli guida i nostri passi e anche quando il cammino diventa difficile, ci fortifica, affinché le intemperie e le avversità non ci derubino di questa gioia.
Accostiamoci anche oggi al Suo trono di grazia portandogli i nostri pesi e i nostri problemi, confidando che Colui che ha fatto le promesse è fedele e ascolterà la nostra preghiera, affinché la gioia del Signore rimanga sempre la nostra forza.
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