«Non mi è mai stato detto che l’aborto avrebbe portato a una profonda depressione, che ogni volta che sentivo piangere un bambino era come se un coltello mi girasse nel cuore».
Sono le parole eloquenti di una donna di nome Bernadette, che affida a poche ma profonde parole, tutto il suo dramma dopo aver abortito.
«Sono rimasta incinta nella tarda adolescenza – racconta – e dopo 10 settimane di gravidanza ho abortito. Un medico di fiducia mi ha assicurato che la procedura sarebbe stata semplice, efficace e senza effetti collaterali. Non mi è mai stato detto che l’aborto avrebbe portato a una profonda depressione, che ogni volta che sentivo piangere un bambino era come se un coltello mi girasse nel cuore. Si suppone che l’aborto sia una soluzione rapida per una gravidanza indesiderata, ma non esiste una soluzione rapida per il rimorso, il dolore e il dolore della perdita».
«I testimoni più potenti dell’umanità dei nascituri non sono gli scienziati – ha spiegato lei stessa – ma le madri che piangono. Noi donne non piangiamo per i prodotti del concepimento. Piangiamo per la morte dei nostri figli».
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