UNA DOMANDA: CHI È IL PIÙ GRANDE?

A porre la domanda (al Signore) su chi fosse il più grande nel regno dei cieli ci hanno già pensato i discepoli (Matteo 18: 1).

E a dare la risposta a tale domanda (ovvero a rispondere ad una certa voglia di grandezza e di supremazia – che sa molto di umano e poco di spirituale -) ci ha già pensato il Signore, col dire (ai discepoli – allievi -) che chi si sarebbe fatto piccolo come un bambino, quello, sarebbe stato il più grande (Matteo 18: 3, 4).

Ovviamente in tale risposta c’è un ribaltamento di vedute ed aspirazioni, che il Signore converte, passando dall’ umano allo spirituale: eliminando ogni pretesa e presunzione umana (orgogliosa) di meriti personali.

Penso che la risposta di Gesù sia chiara ed esaustiva. Credo che le parole del Signore dovrebbero chiudere l’argomento e spegnere ogni altro tentativo di chiedersi e sapere chi sia il più grande fra i discepoli!

Tuttavia, siccome mi sembra di rivedere posta e riproposta ancora oggi la domanda che a loro tempo fecero i discepoli (visto che anche oggi alcuni chiedono chi sia il più grande – rivelando lo stesso spirito che allora animò i discepoli (allievi in formazione ancora non preparati) – ), vorrei sottoporre a voi fratelli lettori e sorelle lettrici del Notiziario Cristiano la suddetta questione, per sapere se secondo voi sia il caso di riproporre ancora tale argomento (cioè quello di chiedersi ‘Chi sia il più grande’)!

Vorrei sottolineare che oltre al momento in cui i discepoli posero al Signore la domanda per sapere chi (di loro – evidentemente -) fosse il più grande nel regno dei cieli – Matteo 18: 1… – in un’altra occasione il Signore insegnò qualcosa che riprendeva l’argomento, dando un altro chiarimento sulla faccenda.

Per spiegare l’espressione secondo cui “Molti primi saranno ultimi e molti ultimi saranno primi” (Matteo 19: 30), il Signore espose una parabola al riguardo, la parabola dei lavoratori delle diverse ore (Matteo 20).

Leggendo il testo di tale parabola si trova un principio che risponde alla domanda che i discepoli (mossi da un certo spirito di arrivismo, così come lo spirito umano tende a fare per natura sua propria) avevano fatto a Gesù, per sapere chi fosse il più grande (o tradotto il migliore).

Con questo ulteriore insegnamento (la parabola dei lavoratori delle diverse ore) il Signore ribadisce il principio per cui sia gli ultimi (lavoratori ) che i primi  riceveranno la stessa ‘paga’.

E se si nota che il Signore espone la parabola dei lavoratori delle diverse ore subito dopo che Pietro chiede cosa avrebbero ricevuto in cambio i discepoli per il fatto di aver lasciato ogni cosa ed essersi messi a seguire Gesù (Matteo 19: 27), si comprende come tale parabola indichi una risposta a tale richiesta.

Nel dire a Pietro (e agli altri) che per il fatto di aver seguito il Signore i discepoli avrebbero ricevuto la vita eterna nella nuova creazione (il regno dei cieli – 19: 28, 29 -) e nell’esporre subito dopo la parabola dei lavoratori delle diverse ore è chiaro (secondo me) che il Signore abbia voluto chiarire due cose :

  1. Quale sia il premio per coloro che Lo avranno seguito (la vita eterna nel suo Regno);
  2. La pari ricompensa per tutti coloro che lo avranno seguito (tanto chi lo avrà fatto ‘per primo’, cioè per più tempo (su questa terra), tanto chi lo avrà fatto per ultimo, cioè per meno tempo (su questa terra)).

Ora, cari fratelli e sorelle, vorrei chiedere a voi come la pensate al riguardo.

Vi chiedo, fraternamente, di aiutarmi; nel senso che credo che le parole del Signore siano chiare al riguardo e siano sufficienti a determinare e a chiudere la questione.

Lo spirito di primato o l’idea di gerarchie anche nel cielo (tra chi sarà più grande e chi meno grande) mi sembra una forte contraddizione rispetto a quanto, appunto, il Signore abbia voluto dirci ed insegnarci, sia per mezzo della risposta fatta da Pietro su chi fosse il più grande nel regno dei cieli, sia per mezzo della parabola dei lavoratori delle diverse ore.

Vorrei confrontarmi con voi per sapere cosa pensate al riguardo.

Personalmente mi piacerebbe vedere e sentire qualcuno che, alla luce di quanto già rivelato dal Signore, insegnasse a “diventare grandi” col divenire piccoli e col divenire servi. Tuttavia, purtroppo, mi sembra di vedere che, ancora oggi, la stessa domanda e lo stesso spirito dei discepoli (che ancora erano in formazione, quindi imperfetti) si ripete! Come se il Signore non avesse già chiarito la faccenda!

Chiunque vorrà indicarmi il suo pensiero potrà farlo scrivendomi alla seguente mail (enzo_maniaci@libero.it) . Che il Signore ci benedica.

Enzo Maniaci | Notiziecristiane.com

Ti è piaciuto l'articolo? Sostienici con un "Mi Piace" qui sotto nella nostra pagina Facebook