La demenza, non solo tra gli anziani, è in pauroso aumento. L’articolo che pubblichiamo snocciola statistiche inquietanti, omettendo tuttavia anche solo di accennare alla principale causa dell’Alzheimer, ossia l’accumulo di metalli nell’encefalo, metalli dispersi nell’atmosfera attraverso le criminali attività di biogeoingegneria clandestina. Neanche un breve rimando alle terapie chelanti, ma solo vane parole, vacui proponimenti nonché l’inerzia di un’associazione che finge di occuparsi del problema, proprio come quella che rifiutò un contributo di Dane Wigington. Todos caballeros…
Oltre 46 milioni di persone affette in tutto il mondo di cui 1.241.000 nella sola Italia: sono questi i numeri della demenza che emergono dal Rapporto mondiale sull’Alzheimer 2015, presentato nel Bel Paese da Federazione Alzheimer Italia, rappresentante unico per l’Italia dell’A.D.I. (Alzheimer’s Disease International, la federazione internazionale delle associazioni di Alzheimer di tutto il mondo). Intitolato “L’impatto globale della demenza: un’analisi di prevalenza, incidenza, costi e dati di tendenza”, il Rapporto è basato su una nuova ricerca che Martin Prince, esperto del King’s College di Londra, ha condotto per il Global observatory for ageing and dementia care e sottolinea come i numeri siano destinati quasi a raddoppiare ogni due anni, aumentando ad un tasso di 3 nuove diagnosi ogni 3,2 secondi. Ogni anno, infatti, si registrano più di 9,9 milioni di nuovi casi e le stime ne prevedono 74,7 milioni nel 2030 e 131,5 milioni nel 2050.
Accanto al numero delle persone che convivono con una forma di demenza anche i costi socioeconomici di queste patologie, attualmente ammontanti a 818 miliardi di dollari, sono destinati ad aumentare. Già saliti del 35% negli ultimi 5 anni (il Rapporto mondiale 2010 citava, infatti, 604 miliardi di dollari), nei prossimi tre anni tali costi sono destinati a toccare i 1.000 miliardi. “Ora – sottolinea Prince – possiamo dire di avere sottostimato la portata dell’epidemia odierna e futura di circa il 12-13% rispetto al Rapporto mondiale 2009 e con un andamento dei costi che cresce più rapidamente del numero di persone malate”.
“Questi risultati – commenta Marc Wortmann, direttore esecutivo dell’A.D.I. – dimostrano una necessità urgente di implementare strategie e legislazioni atte a permettere una migliore qualità di vita per le persone che convivono con la demenza, sia oggi sia in futuro”.
Fonte: ilsole24ore | Tanker Enemy | Losai.eu
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