Una chiamata importante, con tante risposte!

Sono il nipote di un caro fratello in Cristo. Molti, pensano che io sia uno dei suoi figli; da un lato è vero, poiché spiritualmente mi ha istruito nelle vie del Signore e per questo lo ringrazio e i miei cugini sono meglio dei fratelli carnali e siamo cresciuti insieme, ma è pur vero che io ho un padre che amo e che soffre molto e non so come aiutarlo! Caro pastore volevo chiederti un aiuto un po’ particolare. Con l’aiuto del Signore voglio crescere nella fede. Sai da tempo sto cercando di gettare il mondo alle spalle e di consacrarmi a Dio, ma ho bisogno che mi aiuti a pregare perché so che molto può la preghiera del giusto, fatta con efficacia affinché possa dare tutto il mio cuore a Dio. Purtroppo, ho una brutta situazione in famiglia a cui ho parlato tanto a Dio. Mio padre non frequenta la Chiesa ma gli piacerebbe molto venire, purtroppo non può camminare e gli hanno amputato il braccio destro. C’è una grande prova a casa mia ed essendo l’unico, a pregare e non bene perché mi sento abbastanza disturbato nella mente, per le amarezze che ho subito nella vita, molte volte non riesco a sentire la presenza del Signore e da solo non c’è la faccio, è molto scoraggiante; soltanto Dio può aiutarci. Mio padre si dispera ma confida nel Signore forse anche più di me.

Quando ero nuovo nelle vie del Signore mio zio che mi ha istruito anche nel comportamento da osservare nella casa di Dio mi disse di chiudere gli occhi, alzare le mani e pensare solo a Gesù; e fu così che la terza domenica che venivo in Chiesa e che non dimenticherò mai, vidi scendere su di me una veste bianca, nuova, pulita che mi fu messa addosso mentre predicavi e la presenza del Signore mi sovrabbondava nel cuore.

In una di quelle notti feci un sogno che mi scosse; sognai di correre e scappare dal diavolo che mi inseguiva e scappai verso un cortile bellissimo, come di un grande castello, confinante con alte mura di mattoni di marmo bianchissimo e le mie vesti erano stupende, e ricordo che in questo cortile c’era al centro una fontana monumentale di madreperla scolpita che sgorgava acque pure, elevata su degli scalini bassi affinché tutti potessero salirci tranquillamente per dissetarsi. Ricordo che la prima cosa che mi venne in mente per scappare da quello spirito che mi inseguiva, fu quello di gettarmi dentro quella fontana e dicendo nella mia mente: “Signore ricoprimi con il tuo sangue” vidi che il getto delle acque della fontana si allargò come a formare una cupola sopra di me e le acque divennero come un misto tra acqua e sangue e quello spirito fu costretto ad andarsene. Purtroppo dopo poco tempo inizia a raffreddarmi, il motivo del mio allontanamento è stato causato da una ragazza con cui mi ero fidanzato e che mi ha profondamente deluso. Mai avrei pensato che una figliuola di Dio ragionasse come una comunissima ragazza del mondo. Ne ero molto innamorato e quando si è nuovi nella fede certe prove non si comprendono ma si tende a distaccarsi da Dio. La mia vita è cambiata quando dopo 6 mesi che stavamo insieme mi ha detto: “io non volevo una storia seria, voglio solo divertirmi perché sono ancora piccola e ho bisogno di vivere!” “Vivere?”. Da allora l’unica cosa che ho pensato: “ma dove sono finito?”, “ma dov’è la Santità di Dio di cui ho sentito predicare?”. Mi diceva che doveva studiare e poi rischiava la bocciatura mentre sbavava dietro ad altri maschietti! Io penso che ogni figliuolo o figliuola di Dio non possa avere nel cuore una tale leggerezza, e Dio ci istruisce nel fare le cose con serietà, senza che si creino danni di qualsiasi entità al prossimo. Voglio tornare a Cristo, al primo amore, a sentire la sua presenza con potenza e magnificare e gioire nel suo nome. Sai a volte penso che sarebbe stato meglio che la mia ragazza non avesse conosciuto il Signore; primo perché non l’avrei presa come uno sgarbo e non mi sarei allontanato dalla casa del Signore e secondo perché so che almeno mi sarei impegnato per portarla al Signore e pregando magari ci sarei anche riuscito e ciò mi sarebbe stato retribuito in benignità da parte del Signore. Negli ultimi giorni che sono ritornato in Chiesa, un fratellino mi ha raccontato che in questi mesi gli è successo la stessa cosa, allora penso che alcune ragazze in Chiesa hanno bisogno di andare a comprare l’olio per le lampade, visto che è vicina la venuta dello sposo, poiché di ragazzi ne hanno baciati già abbastanza.

Volevo raccontarti dei sogni che ho fatto circa gli ultimi tempi dal rapimento al giudizio di Dio. Ricordo una stanza infinita e sembrava che camminavo su un pavimento di nuvole e ricordo anche che c’era uno specchio appeso in un tratto di cielo come se fosse attaccato ad una parete, ma io non ci arrivavo a specchiarmi ed ero molto incuriosito di questa cosa. Subito dopo venne in quella stanza mio zio, lo vidi ringiovanito di circa una trentina d’anni e con due braccia possenti, mi guardò con sguardo di compiacimento e di compassione, mi caricò sulle sue spalle come un piccolo fanciullo per farmi guardare dentro lo specchio. Vidi riflessa una pietra raffigurante un viso d’uomo, ma ricordo che riguardai dentro lo specchio e quella pietra sparì nel nulla e nello specchio vedevo come il riflesso di acque pure. Mio zio allora cominciò a saltare con me sopra le spalle lodando insieme a braccia alzate il Signore in lingue mai sentite prima. Nel secondo sogno invece vagavo per il cielo in vesti bianche quando ad un tratto vidi la colomba dello Spirito Santo volare verso di me velocemente emanando una grande luce e mi passò sopra il capo, quando più avanti si posò su un lago di acque pure che era li sospeso sopra il cielo che mai potrò dimenticare e mai ne vidi di acque così pure. Vedendo che lo spirito dell’Eterno aleggiava sopra le acque vi entrai per dirigermi verso quella luce immensa che volevo toccare e non appena mi avvicinai vi finì dentro e mi prese come in un turbine di fuoco e mi sollevava sempre più in alto. Intorno a me non vedevo altro che luce, fin quando un angelo del Signore che sembrava fuoco, mi prese le mani e mi sollevò sempre più in alto mentre guardandoci negli occhi lodavamo il Signore. Io ero completamente diverso da come sono adesso: ero di una bellezza celestiale e con stupore girandomi vidi un infinità di anime tutte in veste bianca salire a quella fonte. Nel terzo sogno vedevo invece una grande platea nel cielo con un grandissimo palco costruito nel suo mezzo circondato da tribune tutt’intorno dove vi erano sedute miliardi di persone dei quali molti erano miei fratelli; alcuni li conoscevo e altri no, ma lo sapevo per lo Spirito. Sembrava una grande conferenza di quelle mai viste da occhio d’uomo, sembrava come un immenso stadio, ma anche come aula di tribunale allestito all’aperto. Su quel palco immensamente grande c’era una luce infinita seduta come su di un trono e davanti quel trono c’era un pulpito, e su quel pulpito la parola. Io guardavo dalla platea insieme ai fratelli e ad un tratto mentre eravamo tutti lì il Signore cominciò a chiamare cominciando proprio dalla sua sposa. Chiamò per prima tutti coloro che erano stati chiamati a loro tempo da Dio come servizio pastorale. C’era un aria cupa, e cominciammo a percepire il timore di molti. Sul pulpito salì un giovane fratello, di bell’aspetto che a suo tempo aveva servito il Signore sulla terra e il Signore assiso sul trono lo interrogò sulla parola ed il giovane cominciò a predicare in maniera disinvolta. Lui era vestito bene in giacca e cravatta ma nel predicare si atteggiava gonfiando il suo petto come per farsi guardare, predicando sull’amore di Dio, ma il Signore si stancò lo interruppe e fu portato via perché nel suo cuore c’era ancora la traccia del mondo. E vedevo ancora nel sogno che molti predicatori venivano portati via e altri venivano presi mentre lo Spirito dell’Eterno si muoveva sul palco di sotto girando tutt’intorno in sembianza di leone con aria severa. Dopo con sorpresa venne il turno di un piccolo pastore. Il Signore lo chiamò e lo interrogò sulla parola. Era forse uno degli uomini più piccoli che avevo visto, vestito semplicemente e il suo volto era splendente come le sue vesti. La parola che usciva dalle sue labbra era come acque pure e il leone girava intorno a te compiaciuto mentre il Signore risplendeva sul suo trono ed egli entrò nella Gloria di Dio perché predicava la Santità. Questo è ciò che credo che il Signore voglia da ognuno di noi, altrimenti non avrebbe mai detto: “Siatemi santi come io sono Santo”! Dio è amore ma soprattutto è Santo e se si predica la Santità di Dio essa racchiude tutto. La Chiesa è su un monte Santo, è deve parlare di Santità perché Gesù ci vuole Santi. Tanti fratelli ho visto andare via dalla Chiesa e dire ad altri fratelli “venite e sentirete l’amore di Dio perché la mia Chiesa è fondata sull’amore! e poi non hanno alcun rispetto di coloro che li hanno istruiti nella Santità. Cercano l’amore di Dio in altre Chiese per non essere ripresi da Dio con parole che al superbo sembrano sempre dure e allora si lamentano anche dal pulpito parlando male di tanti altri fratelli. Questo è l’amore che loro hanno, ma dov’è la Carità? Come il Signore ci dice e ho appreso la si vede e la si riconosce attraverso parole che non procedono da cuore d’uomo, ma dalle labbra del Signore. La Santità di Dio racchiude la Carità. Nel quarto sogno ho sentito la presenza del Signore invadermi il cuore in maniera stupenda. Sognai che mi trovavo a casa mia ed era notte ed entrai nella sala da pranzo di casa mia e in un angolo vedevo con tristezza che c’erano i miei genitori abbracciati con lo sguardo impaurito che mi guardavano affinché li aiutassi, ma ricordo che nelle mie mani avevo solo una piccola bottiglia d’acqua e l’unica cosa che mi venne in mente, in quel buio pesto dove ci trovavamo, fu quello di aprire la bottiglia e dire: “Signore purifica questa casa” e spruzzai l’acqua della bottiglia sui muri di quella stanza e vidi ad un tratto che sul corridoio si accese una luce stupenda, ma solo sul corridoio che porta diritto alla mia stanza e vidi un potente angelo che mi aspettava davanti la porta. Esso era tutto di fuoco, altissimo e aveva un viso stupendo, emanava una luce dorata e i suoi piedi non poggiavano sul pavimento. Ma mi avvicinai e la presenza di Dio era ed è stupenda ogni volta che lo racconto. Le mie vesti erano bianche e anche io non poggiavo più per terra. Lo guardai in faccia ed entrammo per la porta della mia stanza e la sua luce riempiva ogni cosa. La mia stanza era cielo, mi prese per le mani e ci sollevammo salendo sempre più in alto e guardandoci negli occhi volteggiavamo lodando il Signore con lingue mai sentite prima. Nel periodo che molti andarono via dalla Chiesa perché la Santità era una parola così grossa di cui molti si sentivano offesi al solo sentirla il Signore mi diede un sogno dove eravamo in Chiesa; era allestita come un aula di tribunale. Era quasi piena di tutte le persone che oggi non vengono più, e la cosa che mi stupì che anche i bambini avevano una luce che non veniva da Dio. Il Signore, come un giudice, era sul pulpito. C’era aria di giudizio e in quel momento Dio mi chiamò a difenderlo. Dopo qualche giorno sognai il seguito ed erano giorni che io stavo per distaccarmi da Dio per via di quella ragazza che mi aveva deluso. Ebbi in visione una piccola chiesetta ed ero seduto nella corale e mentre si aspettava che molti arrivassero ricordo che quando sali sul pulpito quel piccolo pastore in un istante la Chiesa si riempì e divenne immensa, lunga chilometri ed a nessuno mancava il posto ma tutti erano seduti composti come un esercito. Guardando questa meraviglia, della moltiplicazione dei miei fratelli, non mi accorsi dietro di me che la corale era divenuta anch’essa immensa e c’erano un sacco di fratelli e sorelle in vesti bianche pronte a cantare; mi colpì la sua semplicità nel predicare e la luce del suo volto. Ad un tratto un fratello mai visto accanto a me gli disse: “Riconosco che mai ha predicato fuori dalla mia parola!” E dicevo tra me e me “da dove viene tale autorità?” Mi girai ed era seduto accanto a me e guardandolo negli occhi vidi un fuoco nei suoi occhi che non avevo mai visto e il suo portamento, il suo vestito, la sua postura, la sua barba erano perfetti e cercando di capire chi fosse gli guardai le mani e stringeva al suo petto la parola, ma notai come dei buchi nelle sue mani e oggi non riesco ancora a credere di aver visto il Signore io che veramente sono stato il più peccatore fra i suoi figli. Ma lo ringrazio perché fino a oggi so che la mia forza procede da lui e non so come Dio abbia usato me come messaggero perché; mai avrei pensato di vedere il Signore date le condizioni spirituali in cui stavo in quel periodo.

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