Maria era una donna cara e esuberante. Lavorava a Roma in un ministero, dove buona parte degli impiegati faceva a gara a chi lavorava meno e a chi riusciva a fare più visite al bar del piano-terra eludendo la sorveglianza di qualche funzionario più attento. Maria faceva come tutti e, se le capitava, usciva anche a fare la spesa durante le ore di ufficio. Un giorno, un’amica le parlò del Vangelo e della salvezza e Maria accettò il messaggio di Cristo con semplicità e l’entusiasmo di una bambina. E cominciò a testimoniare ai colleghi, agli uscieri, ai funzionari. Era diventata una vera bomba di energia evangelistica. D’altra parte, continuava con le sue numerose visite al bar e con le uscite durante le ore di servizio. Un po’ la coscienza, qualche volta, le rimordeva. Ma poi si consolava dicendo: “Tanto, lo fanno tutti…”. Un giorno, a casa dell’amica che le aveva parlato del Vangelo, si mise a raccontare. “Non te lo immagini neppure. Due ore fitte a spiegare la differenza fra la chiesa cattolica e la nostra fede. Mi hanno ascoltata con attenzione… E io parlavo con sicurezza… Quasi mi facevo paura da sola!” L’amica rimase in silenzio. “Che!? Non mi dici neanche brava?” “Hai fatto bene a testimoniare, ma devi anche capire che non devi rubare…” “E chi ha preso mai niente!” “Vedi, Maria, tu non porteresti via uno spillo dall’ufficio… Lo so. Ma hai rubato il tempo dei tuoi colleghi, non hai lavorato mentre il governo ti stava pagando e perciò hai rubato allo stato. E poi hai rubato dei benefici a quei poveri pensionati che aspettano da anni la pensione… Dio è più contento se nelle ore d’ufficio lavoriamo e testimoniamo solo con la nostra condotta. Non ti pare?” Maria capì molto bene e si mise a lavorare con più serietà. E i colleghi un po’ se la presero con lei perché il lavoro andava più spedito, ma anche si resero conto che il Vangelo un cambiamento in Maria lo aveva davvero prodotto!
Trascritto da La Manna Francesco
M. J. Standridge de Giustina
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