Una notte, in sogno, una voce mi ha detto: “Vieni, voglio farti vedere cosa sta succedendo”, mi ha portato in un luogo e mi ha mostrato due enormi case simili ad alte montagne.
Queste case avevano delle piccole finestre e all’interno c’erano delle mummie; erano completamente ricoperte di bende, tranne sugli occhi che erano privi di bulbi oculari.
Ogni tanto un bambino andava dalle mummie, le tirava fuori una ad una, e dopo avergli fatto muovere le articolazioni alle gambe (come se fosse un terapista) le rimetteva nella case.
Poi la voce mi ha detto: “Vedi, queste sono due grandi chiese evangeliche italiane. Io per ravvivarle ogni tanto, mando un bambino per far muovere le articolazioni alle persone, ma sono morte”.
Poco distante, a valle delle montagne, c’era un bellissimo ruscello di acqua limpida; dopo averlo visto il sogno è terminato.
Forse era solo un sogno, una divagazione della mente, o forse no. Vi invito comunque a riflettere e ad avere sempre un tempo di riflessione su come va la nostra vita spirituale.
Potremmo essere delle mummie sempre ferme, spiritualmente parlando, praticamente paralizzate e prive di vista spirituale.
Potremmo aver ricevuto più volte l’aiuto di un bambino, in senso spirituale, ma non abbiamo più ripreso a camminare.
Potremmo essere arroccati talmente tanto sui nostri traguardi spirituali da non voler cercare altri obiettivi, comodi nei nostri rifugi.
Potremmo avere l’acqua viva poco distante da noi ma non avendo più la forza per camminare, rimaniamo lontani e lentamente ci spegniamo.
Lo ripeto, forse era solo un sogno, forse solo un monito per colui che lo ha ricevuto o potrebbe essere anche un monito per tutti noi.
Chi ha ricevuto il sogno mi ha chiesto di pubblicarlo a motivo anche del racconto biblico tratto dal II Re 22:8-20: “Allora il sommo sacerdote Chilchia disse a Safan, il segretario: «Ho trovato nella casa del SIGNORE il libro della legge». E Chilchia diede il libro a Safan, che lo lesse. Safan, il segretario, andò a riferire la cosa al re, e gli disse: «I tuoi servi hanno versato il denaro che si è trovato nella casa, e l’hanno consegnato a quelli che sono preposti ai lavori della casa del SIGNORE». Safan, il segretario, disse ancora al re: «Il sacerdote Chilchia mi ha dato un libro». E Safan lo lesse in presenza del re.
Quando il re udì le parole del libro della legge, si stracciò le vesti. Poi il re diede quest’ordine al sacerdote Chilchia, ad Aicam, figlio di Safan, ad Acbor, figlio di Micaia, a Safan il segretario, e ad Asaia, servitore del re: «Andate a consultare il SIGNORE per me, per il popolo e per tutto il regno di Giuda, riguardo alle parole di questo libro che si è trovato; poiché grande è l’ira del SIGNORE che si è accesa contro di noi, perché i nostri padri non hanno ubbidito alle parole di questo libro, e non hanno messo in pratica tutto quello che in esso ci è prescritto».
Il sacerdote Chilchia, Aicam, Acbor, Safan e Asaia andarono dalla profetessa Culda, moglie di Sallum, custode del vestiario, figlio di Ticva, figlio di Carcas. Lei abitava a Gerusalemme, nel secondo quartiere; e quando ebbero parlato con lei, lei disse loro: «Così dice il SIGNORE, Dio d’Israele: Dite all’uomo che vi ha mandati da me: “Così dice il SIGNORE: Ecco, io farò venire delle sciagure su questo luogo e sopra i suoi abitanti, conformemente a tutte le parole del libro che il re di Giuda ha letto. Perché essi mi hanno abbandonato e hanno offerto incenso ad altri dèi provocando la mia ira con tutte le opere delle loro mani; perciò la mia ira si è accesa contro questo luogo, e non si spegnerà”. Al re di Giuda che vi ha mandati a consultare il SIGNORE, direte questo: “Così dice il SIGNORE, Dio d’Israele, riguardo alle parole che tu hai udite: ‘Poiché il tuo cuore è stato toccato, poiché ti sei umiliato davanti al SIGNORE, udendo ciò che io ho detto contro questo luogo e contro i suoi abitanti, che saranno cioè abbandonati alla desolazione e alla maledizione; poiché ti sei stracciato le vesti e hai pianto davanti a me, anch’io ti ho ascoltato’, dice il SIGNORE. ‘Ecco, io ti riunirò con i tuoi padri, e te ne andrai in pace nella tua tomba. I tuoi occhi non vedranno tutte le sciagure che io farò piombare su questo luogo'”». E quelli riferirono al re la risposta.”
Rifletti su quanto sopra scritto, forse è solo un sogno o forse no; forse è un richiamo o monito che poteva essere dato direttamente ai ministri responsabili di chiesa, ma è stato dato come sogno ad una persona estranea, che non fa parte di grandi comunità ma che ha sentito l’obbligo spirituale e morale di avvisare.
A.S. | notiziecristiane.com
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