Cari amici, avrei voluto lasciarmi ispirare dall’evento della nascita di Gesù nei cuori di ciascuno di noi, soffiando gioia e speranza negli occhi di chi mi avrebbe letto.
Ma il mio albero di Natale quest’anno ha visto volare in cielo una persona speciale nel mio cuore: la mamma di mio marito, una grande mamma anche per me, la mia cara “nonna zina” così come ero solita chiamarla. Non ci sarà mai una malattia o una prostrazione fisica che possa giustificare razionalmente la perdita di una persona cara specie se è una mamma: quel pilastro, faro, isola sicura nelle tempeste della vita, riparo ma anche alba intramontabile nei cieli di amore, nonostante quella figura possa regalarci solo uno sguardo o il respiro della sua essenza così provata.
Poche ore e saluteremo questo anno che muove con difficoltà gli ultimi passi, tra giorni volati via senza aver lasciato impronta del nostro se, ed altri ancora carichi di gioia solo per aver donato sorrisi.
Tra le frettolosità della giornata di oggi mi sono imbattuta in coloro che hanno fatto il pieno delle buste della spesa, tra i ripiani semivuoti dei negozi, tra carrelli scombinati di chi ha “pensato davvero a tutto” per la serata di fine anno.
Ma nel frattempo quell’uomo vecchio e stanco chiamato “2018”, con le scarpe imbrattate di fango e con i vestiti strappati dal vento, avanza mostrando tra gli occhielli della giacca sgualcita qualche fiore della primavera andata via che fa da stelo alle foglie secche del disperso autunno.
Avanza e bussa nei cuori di ciascuno chiedendo di cosa si riempierà la tavola di fine anno: cosa svuoteranno le nostre tasche e le nostre valigie dopo aver percorso un anno intero? di cosa le abbiamo riempite?
E mentre sono qui a lasciar parlare il mio cuore, idealmente sto addobbando la mia tavola mettendo al centro Gesù e svuotando man mano tutto quello che di bello ho conservato gelosamente nel mio cuore. La consapevolezza di essermi donata tra i cuori incontrati, di aver sostenuto chi lottava per la vita ed ancora aver dato infiniti abbracci tra chi ho riconosciuto mi fa sentire come un viaggiante parallelo in questo percorso terreno teso a spogliarci di tutte le impurità e dei peccati che ogni giorno offendono l’amore di Dio e che lasciano ancora scorrere sangue dalle piaghe di Gesù Cristo.
Svuoto ancora le mie tasche e tra i doni che pongo su quel tavolo ci sono le stelle scintillanti dei miei figli e della mia famiglia, del mio cagnolino, e l’amore incommensurabile per la mia adorata mamma Livia, oggi stella del cielo.
Mai i miei passi mi hanno permesso di lasciare impronte così profonde: in ognuno di esse porto con me l’amore per la mia mamma e per tutti coloro che mi fanno sentire strumento insostituibile della volontà di Dio, porto con me chi accende il mio cuore sostenendomi in una relativa lontananza, porto quegli strani incontri casuali che mi hanno permesso di riconoscere anime belle al solo sguardo. Ed ancora chi mi stimola a scrivere nonostante i miei deserti, soffiando in essi la primavera attesa per far sbocciare instancabilmente fiori di riconoscenza, di gioia e di condivisione ma anche di comprensione per chi stasera non avrà molto da mangiare, non avrà sufficiente calore nel cuore e animo, per i nonnini dimenticati, ed i sofferenti negli ospedali che attendono un raggio di speranza, per gli occhi grandi ed increduli di tanti bambini che devono vedere cattiveria e brutture ed incomprensibili violenze senza nemmeno aver avuto il tempo di correre spensierati tra i campi gioiosi della vita, ed ancora tra i cuori sofferenti di chi ha perso una persona cara e non c’è stagione che riesca a far sbocciare un fiore nei loro animi schiacciati e provati.
Avrei certamente potuto riempire la mia tavola con più gesti di amore, di sopportazione e comprensione, ma il solo illuminare questi propositi mi conferisce speranza di migliorare il modo di donarmi nel prossimo anno.
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E mentre simbolicamente concludo la visione rapida dell’anno andato via i nuovi propositi che avanzano sembrano navi ferme e pronte a salpare nel porto della mia vita: in ognuna depongo il desiderio di donarmi con più comprensione, la mia fede come unico senso di ogni passo, di frenare le mie a volte immotivate rabbie; tra le navi più maestose ripongo l’amore per la mia mamma Livia, il mio papà Vincenzo e tutti i cari in cielo, ed ancora in altre che si fiancheggiano il mio angelo custode che illumini costantemente le mie scelte, i miei passi, affinché mi ispiri a seminare il bene e riconoscere il mio prossimo ovunque, tra il fruscio dei rami, il candore degli uccellini, tra le instancabili stelle, ed il cielo che silenzioso osserva il nostro fare.
Il mio augurio per tutti in questo nuovo anno subentrante e’ di veder salpare quelle navi piene di buoni propositi, di far tacere la parola quando può ferire e di usarla quando può essere balsamo di sollievo e speranza; di abbandonare le armi di egoismo, avidità, rabbia e rancore che chiudono il nostro sentire in un cerchio senza uscita, di permettere alla fede di illuminare le proprie verità, la propria coscienza e consapevolezza di essere qui in un percorso temporaneo che chiede missione nei passi, che chiede di riconoscersi come maglie dell’infinita collana della vita, ed ancora di illuminare con criticità la consapevolezza del se, per poter identificare i migliori propositi e traguardi da raggiungere.
Beato colui che ha sempre qualcosa da levigare nel suo animo, come quell’uomo vecchio “2018” non stanco di tanti passi che cerca di chiuderne la porta sperando di raccogliere dai nostri cuori i fiori più gai.
Svegliamici dal torpore dell’anima, e proiettiamoci verso la luce del Padre, come stelle luccicanti in fermento di amore, accettando i nostri limiti, non lasciandoci frenare da scelte passate non consone ad un viaggio di amore e per amore, perdonandoci e perdonando gli altri.
Ed ancora volgendo gli occhi non verso il tempo perso ma verso l’orizzonte con i nuovi ingredienti che solo la coscienza più umile, illuminata dalla sorgente della vita e dai deserti attraversati, può fornirci.
Ricominciare quando tutto sempre essere perso, soffiando arcobaleni di amore e sapendo apprezzare quella quotidianità che non è mai certezza per nessuno: questi i miei più sinceri auguri per tutti noi!
Debora Castrogiovanni | Notiziecristiane.com