L’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) nel 1946 definisce la salute uno “stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non semplice assenza di malattia“.
A riflettere su tale assunto non risulta difficile comprendere come il concetto di equilibrio interno sia una prerogativa dello stato di salute. E, dal punto di vista scientifico l’equilibrio, all’interno delle concezione scientifica medica ci riporta al concetto di omeostasi. Concetto caro alla concezione biologica. L’omeostasi (dal greco “simile posizione”) si configura come tendenza naturale verso una stabilità, un equilibrio, che se rivolto all’essere umano riguarda elementi chimico-biologico interni e psico comportamentali, che riguarda elementi mentali. Entro questa ottica non è difficile considerare la malattia come lo stato di interruzione, rottura, blocco della tendenza naturale all’equilibrio. Se in ambito medico risulta più chiaro comprendere l’arresto omeostatico, in quanto il contrarre un virus, un batterio, o qualcosa che dall’esterno rompe un equilibrio bio-fisico più complesso è trovare le cause della rottura dell’equilibrio interiore, psichico. Ma anche in questo caso gli elementi possono derivare dall’esterno. Diciamo che molte malattie e problematiche psicologiche derivano da una rottura. E’ come se qualcosa dentro si rompesse, ci affligge e si si ripercuote anche sul corpo. Se oggi la scienza medico-psicologica ci parla di disturbi psicosomatici. L’antropologia Biblica anticipa affermando, in riferimento al sentimento dell’invidia: “un cuore calmo è la vita del corpo, ma l’invidia è la carie delle ossa”. (Proverbi 14:30). Essere in salute allora significa essere in pace con tutto quello che c’è in me e intorno a me. Un assunto, questo che richiede due principi fondamentali; il rispetto di se e il rispetto della natura. Spesso, l’uomo non si rispetta quando si identifica con ideali troppo alti, che non fanno parte della naturale tendenza a realizzarsi; come quando si desidera il successo; come quando si pretende di più da se; come quando altera la natura a proprio egoistico piacimento. Si rompe l’equilibrio quello stesso che mantiene la salute. In ambito psicologico e psicoterapeutico due grossi autori hanno postulato questi principi. Carl Rogers, psicoterapeuta americano, intorno agli anni ’40, postula uno dei concetti fondamentali della sua teoria, affermando il concetto di “tendenza attualizzante”, con questo termine si intende la capacità naturale nell’essere umano di attualizzare le proprie risorse interne. Altro grande psichiatra Eric Berne, ideatore della psicoterpia chiamata analisi transazionale, postula, già a partire dal suo suo primo libro, The mind in action (La mente in azione, Berne, 1947 poi ripubblicato nel 1968 con il titolo Guida per il profano alla psichiatria e alla psicoanalisi) il concetto di Physis, intendendo “la naturale forza curativa che consente alle menti e ai corpi dei malati di battersi per ritrovare la salute e continuare a crescere” (Berne, 1947). La via per la guarigione consiste nel fare pace con se stessi e con la natura. Nel rispetto di se e della natura che ci circonda compresi gli altri da noi. Ogni psicoterapeuta avveduto aiuta il suo cliente ad entrare in contatto con le sue ferite per essere in equilibrio e in pace con se stesso. E come cristiano non possiamo non riflettere alla guarigione attraverso l’equilbrio dell’uomo con la natura e se stesso: «Perciò vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro? E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un’ora sola alla sua vita? E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai più per voi, gente di poca fede? Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno. Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà già le sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena (Matteo 6,25-34).
Di tanto in tanto lasciamoci pure trasformare dalle parole che trasformano il nostro stato di tensione in equilibrio (Riccardi, P. Parole che trasformano, psicoterapia dal vangelo. Ed Cittadella 2016).
Pasquale Riccardi | Notiziecristiane.com
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