Passando per la campagna osservi un giglio, nella sua semplicità egli esprime la sua somma eleganza (Luca 12:27) il suo profumo persistente invade l’aria, eppure prova a strapparlo dal terreno, calpestalo, gettalo via lontano dal luogo ove è nato, osservalo, sarà sempre elegante emanerà sempre profumo, starà li nel luogo dove è stato posto, la vita pian piano si dipartirà da lui, ma è un “Giglio”, nessuno quasi si ricorderà di lui quando sarà morto, nessuno ne vedrà più i colori ne sentirà più gli odori …sarà li ormai coperto dalla terra, ma nel tempo stabilito, ecco, quel giglio che nessuno più ricordava che era stato ridotto ad un piccolo bulbo, riemerge un piccolo stelo, una debole foglia, ma ecco riappare il colore, la vita il profumo.
È un Giglio… così è avvenuto col Giglio della valle (Cantico 2:1) era li strappato alla “sua terra” sul duro legno della croce tutti lo guardavano, scuotevano il capo, ed egli perdeva il suo “colore“ il suo “profumo”, ma nel silenzio ecco il “Giglio della Valle“ rifiorire, più forte di prime, più bello di prima, con un Profumo soave che avvolge quanti accettano di coglierlo con dolcezza, con amore! Chi è quel Giglio? Gesù, coglilo ed accettalo!
Pastore Paolo Marasà
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