P. GHENNASSIA – Cari fratelli, nell’Evangelo di Giovanni si legge questo passo: «Abbiamo trovato il Messia» (Giovanni 1:41).
Con queste parole Andrea annuncia con gioia a suo fratello Simon Pietro la meravigliosa notizia. Ed è con non meno gioia che anche noi, mia moglie ed io, vogliamo dirvi: «Abbiamo infine trovato il Messia»,perché, israeliti tutti e due e per di più molto religiosi e praticanti, eravamo di quelli che detestano e sprezzano Gesù Cristo, avendo appreso fin dall’infanzia a consideralo un rinnegato ed un impostore. Nel nostro smarrimento eravamo i suoi nemici ed Egli era per noi colui di cui parla il profeta Isaia: «Colui dal quale vi siete così profondamente allontanati» (Isaia 31:6). Ciò nonostante, il suo amore ci cercava e si avvicinava rapidamente il momento benedetto in cui Egli si sarebbe rivelato alle nostre anime.
Una grande prova si abbatté sul nostro focolare domestico: mia moglie, colpita da tumore al piede sinistro e da una grave forma di decalcificazione, fu obbligata ad entrare in ospedale. I nostri figli, dei quali non potevo occuparmi personalmente sia a causa della loro tenera età e sia a causa del mio lavoro, furono sistemati altrove ed io venni a trovarmi solo di fronte alla mia tristezza. Questa situazione pietosa mi portò a fare pensieri sacrileghi, facendomi dubitare finanche la esistenza di Dio! Mia moglie tornò a casa, ma niente affatto guarita, e ben presto un nuovo male la colpì sotto forma di eczema purulento che trasformò tutto il suo corpo in una piaga spaventevole. Avevamo perso ogni speranza, perché la coppa delle nostre sfortune era colma! Questo fu precisamente il momento scelto dal Signore per rivelarsi a noi.
Una vicina che frequentava delle riunioni dove diceva si pregava per la guarigione dei malati, mi propose di far pregare per mia moglie; qualche giorno appresso l’eczema scomparve completamente. Questa guarigione rimarchevole fece desiderare a mia moglie di andare a quelle riunioni a qualsiasi costo. Dopo molte reticenze, accondiscesi a condurcela. Non era in grado di camminare a causa del tumore al piede; dovetti perciò portarla sulle braccia dalla macchina fin nella sala. Fui dunque costretto ad assistere a quella «conferenza» del tutto nuova per me, sforzandomi di nascondermi il più possibile per non essere visto da qualche eventuale conoscente, tanta vergogna provavo di trovarmi in quel luogo. Fui sorpreso di ascoltare il predicatore affermare ciò che io avevo sempre negato con tutte le mie forze; cioè che Gesù Cristo era proprio il Messia annunciato dalle Scritture, Colui nel cui Nome «Chiunque può essere salvato».Venne poi il momento dell’imposizione delle mani sui malati, conformemente all’ordine dato dal Signore ai suoi discepoli (Marco 16:18). Quale non fu il mio stupore nel vedere mia moglie, nel momento stesso in cui si pregava per lei, alzarsi in piedi e fare alcuni passi in mezzo all’emozione generale. Era giunta in quel luogo nella completa incapacità di fare il più piccolo passo e ne usciva camminando da sola. Come ringrazio il Signore di questa preziosa benedizione! La guarigione di mia moglie ci salvò dall’abisso della disperazione, facendo rigermogliare la pace, la gioia e la speranza nei nostri cuori.
Felici della guarigione ricevuta, ce ne tornammo portando con noi un Nuovo Testamento che ci fu offerto in regalo. Mi misi a leggerlo con interesse. In breve, tutto cambiò nella nostra casa liberata dalla malattia e dal conseguente scoraggiamento. Vedevo mia moglie trasformata anche moralmente: cantava continuamente i cantici mentre era occupata nelle faccende domestiche; era felice, di animo lieto, perché era stata liberata da un grande peso. Sentivo che anch’io stavo diventando un uomo nuovo ed oggi mi rendo conto che ne era la causa la lettura assidua del Nuovo Testamento. Per mezzo di quella lettura, Gesù divenne per me un personaggio familiare. Ciò nonostante, non ero ancora convinto della sua Divinità, tanto ero imbevuto della mia educazione israelita. Comunque, l’odio che avevo nutrito per Gesù nel passato si era dissipato. Gli ero grato per tutto il bene che avevamo ricevuto nel suo NOME, ma desideravo ardentemente ed era necessario trovare la giusta risposta alla solenne domanda che mi ossessionava senza tregua: Chi era realmente Gesù? Frattanto mia moglie, pienamente accertata nel suo cuore che Gesù era il suo Salvatore, confessò il Suo Nome nelle acque del battesimo, nello stesso modo come ci viene ordinato nel Vangelo. Questo fu come un pungolo per incitarmi ad affrettarmi nelle ricerche.
Mi procurai un esemplare dell’Antico Testamento nella versione rabbinica francese. Un giorno, del tutto deciso a scoprire la verità su Gesù, mi rifugiai nella mia camera e supplicai Dio di mostrarmi se Gesù era il Messia oppure no. Nella mia preghiera, gli dissi anche che ero pronto ad obbedirLo interamente ed a seguire la via che mi avrebbe mostrato qualunque fosse stata, ben disposto a «obbedire a Dio anziché agli uomini» (Atti 5:29). Poi aprii la «Sua Parola», per fare delle ricerche in tutti i libri che la compongono. Fu prodigioso a questo punto il fatto che fui guidato verso quei passi riguardanti il Messia che doveva venire e non meno prodigiosa fu la luce gloriosa che li illuminò ai miei occhi. Vidi con vero stupore che tutte le profezie si applicavano a Gesù e non potevano applicarsi che a LUI SOLAMENTE. Tutti quei passi che nella versione rabbinica erano menzionati come « passi oscuri », divenivano chiari ai miei occhi.
Da quel momento, una profonda certezza pervase il mio cuore e la mia vita: Gesù era incontestabilmente il Messia che doveva venire ed io compresi il perché era stato necessario ch’Egli morisse in modo così ignominioso sul Calvario: al fine di riscattarmi per mezzo del Suo sangue prezioso. Egli era l’Agnello di Dio che toglie il peccato; questo non era forse stato annunciato dal profeta Isaia nel capitolo 53°? Senza più indugiare, seguii mia moglie sulla via benedetta dov’ella mi aveva preceduto. Confessai a mia volta il NOME DEL MIO MESSIA E MIO SALVATORE nelle acque del battesimo.
Abbandonammo definitivamente tutte le schiavitù della «Legge» e della tradizione: eravamo stati liberati e posti nella «gloriosa libertà dei figli di Dio» (Romani 8:21), acquistata per il sangue prezioso del nostro Signore al Calvario. Di conseguenza, perdemmo la maggior parte dei nostri amici giudei e finanche i nostri stessi parenti ci si volsero contro. Ma quanto ineffabile fu la ricompensa del nostro Signore il quale ci aperse le porte della preziosa famiglia dei suoi riscattati, moltiplicando per migliaia i fratelli, le sorelle, i parenti e gli amici che ci avevano abbandonato. Egli riempì anche i nostri cuori di una gioia e di una pace profonde e ci diede grazia di restar fermi nella fede del Salvatore che avevamo trovato.
Al presente, il Signore ha esaudito i miei desideri chiamandomi al santo Ministerio e la mia suprema ambizione è quella di lavorare per Lui con tutta la forza ch’Egli mi darà per il suo Santo Spirito.
I miei sentimenti si riflettono nelle parole stesse dell’apostolo Paolo: «Io rendo grazie a colui che mi ha reso forte, a Cristo Gesù, nostro Signore, dell’avermi Egli reputato degno della sua fiducia, ponendo al ministerio me, che prima ero un bestemmiatore, un persecutore e un oltraggiatore; ma misericordia mi è stata fatta, perché lo feci ignorantemente nella mia incredulità; e la grazia del Signore nostro è sovrabbondata con la fede e con l’amore che è in Cristo Gesù. Certa è questa parola e degna di essere pienamente accettata: che Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori , dei quali io sono il primo”.
Tratto da: http://www.chiesadiroma.it/
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