Un Dialogo che ti salverà da tante cose

20070804011Qualcosa di terribilmente spietato al giorno d’oggi si sta infiltrando nelle varie sfere e livelli della nostra società per portare distruzione totale, completa ed irreversibile. Essa si fa strada in diversi modi appoggiandosi su diversi sentimenti e modi di fare e si insinua tra le famiglie, in mezzo alle coppie, tra amici, tra colleghi, tra genitori e figli, cercando di dividere, allontanare, distruggere ogni cosa che di bello si trova all’interno di una relazione.
Si insinua lentamente all’interno delle relazioni ma con costanza. Anche se essa è silenziosa, la sua forza si percepisce, i suoi effetti sono devastanti. È molto difficile resisterle, per combatterla ci vuole decisione è tanto impegno, bisogna riconoscerla e non sottovalutarla, ma estirparla sarà la salute per la tua relazione, sarà vita!

Sto parlando della Mancanza di Dialogo.
L’uomo è stato fatto per dialogare, costruire una relazione sana e forte senza dialogo è un’utopia, è impossibile. Gli essere umani sono tenuti insieme proprio dal dialogo. Il dialogo è qualcosa che al momento della nascita ce l’abbiamo dentro di noi ma qualcosa avviene durante il nostro sviluppo, a volte non sappiamo definire esattamente cosa, ma il dialogo va via, scivola dalla nostra persona, dalle nostre relazioni.

In conseguenza a ciò avviene quello che molti di noi sperimentano, e cioè l’essere in mezzo a tanta gente e sentirsi soli. Sei con tuo marito, al suo fianco, nello stesso letto, ma ti senti sola, incompresa, senza valore ecc.… lo scopo della mancanza di dialogo è distruggere le relazioni ed isolare la gente. Se essa riuscirà ad isolarti, rovinando ogni tua relazione, vedrai che la tua vita sarà davvero triste e vuota.

Il dialogo richiede impegno, è esigente. Non puoi parlare con superficialità, le tue parole produrranno sempre un effetto sull’altro. Nel dialogo ci deve assolutamente essere accettazione dell’altro, rispetto, tolleranza, lealtà, volontà di capire e di farsi capire, autocontrollo dei sentimenti e degli interventi, attenta valutazione delle parole e delle reazioni.
Ora scriverlo è semplice ma applicarlo non è così facile, ma non è assolutamente impossibile. Applicare un ottimo dialogo all’interno della relazione richiede autodisciplina ed un costante esercizio. In questo esercizio non si può essere tolleranti, bisogna essere severi, precisi, costanti, ci vuole impegno, esattamente come un atleta, non possiamo permetterci di rilassarci e di perdere gli allenamenti.
Si può migliorare!
Frasi tipiche come: “Sono fatto così”; “Non cambierò mai”; “Devi accettarmi per quello che sono”; “Non cambierò mai”; sono tutte frasi che hanno un fondamento vero ma nella loro accezione assoluta, o per il significato che il più delle volte gli si vuole dare, assumono un senso negativo e falso. Il riassunto di esse in realtà è: “Non ho voglia di impegnarmi a cambiare, troppa fatica, quindi prendere o lasciare”.

Una relazione felice o infelice dipende molto da quello che noi diciamo e il modo in cui lo diciamo.

Un sano dialogo è costruito su di una base indispensabile quale è la Comunicazione.
Comunicare significa trasmettere un messaggio, un’informazione, un episodio, partecipazione dei propri sentimenti, stati d’animo, paure, timori, ecc….
Questa trasmissione può essere unidirezionale (monologo) o bidirezionale e solo in questo secondo caso diventa un dialogo, nel dialogo avviene uno scambio da più direzioni.
Quando un individuo si esprime esternando quelli che sono i suoi sentimenti, per quelli che essi sono come, paura, ansia, timore, vergogna, gioia, eccitazione, perdono, riconoscenza, sofferenza, rivela sicuramente se stesso, non è nascosto agli occhi degli altri, questo è sinonimo di vita, di essere vivi, di partecipare all’esistenza degli altri e far partecipare gli altri alla propria.

Noi non possiamo fare a meno dei nostri simili, non possiamo vivere senza avere relazioni con altri nella società, possono essere relazioni di vario genere, livello, profondità, ma devono esserci, l’isolamento porta alla morte interiore e a volte anche fisica. La solitudine è uno dei mali che oggi si sta espandendo nelle case.
Puoi avere 1500 amicizie su Facebook ed essere perfettamente solo, potrai navigare in internet credendo di far parte di quel mondo, cercando di rifugiarti in quel mondo, credendo o dicendo a te stesso che hai tante relazioni virtuali, ma in realtà sei solo.

Dio ci ha creati in modo tale da avere comunione con Lui e con i nostri simili.

“Poi udirono la voce di Dio il SIGNORE, il quale camminava nel giardino sul far della sera; e l’uomo e sua moglie si nascosero dalla presenza di Dio il SIGNORE fra gli alberi del giardino”. Genesi 3:8
Adamo ed Eva nel giardino potevano ascoltare la voce di Dio e lui stesso sul far della sera camminava nel giardino insieme a loro. Dio desidera avere comunione con l’uomo, anche Gesù stesso mentre era sulla terra, ha dimostrato che ha cercato le persone, ha cercato di instaurare delle relazioni, ha avuto dei dialoghi.
Nella Bibbia possiamo analizzare i diversi dialoghi sostenuti da Gesù con la gente di allora e ricavarne dei principi. Oggi desidero far risaltare il dialogo intercorso tra Gesù e la donna samaritana narrato nel Vangelo di Giovanni al quarto capitolo.
Se leggiamo il capitolo scopriamo alcune cose che Gesù adotta nel dialogo, che facilitarono la comunicazione con la donna.

Gesù innanzitutto parlando con una donna samaritana mostra di non essere razzista, né di fare differenze tra gli uomini, a quei tempi vi era astio tra giudei e samaritani, non c’era per niente dialogo e relazione:  v.9 La Samaritana allora gli disse: «Come mai tu che sei Giudeo chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?» Infatti i Giudei non hanno relazioni con i Samaritani.

Gesù inizia a dialogare con una donna, cosa che a quei tempi non era né usuale e né ben vista, le donne di quei tempi, in quelle zone, non avevano davvero nessun valore, la donna era ritenuta un essere inferiore all’uomo. Non c’era pari dignità. In questo avvicinamento alla donna noi vediamo che Gesù vuole dare valore alla donna, vuole far sì che la donna si senta una creatura apprezzata pari all’uomo al punto di poter dialogare con l’uomo senza problemi.

Gesù nel suo avvicinamento alla donna sta debellando alcune “mura” mentali, sociali e culturali presenti a quei tempi. Debellare quella mura significava permettere alla comunicazione e al dialogo di fluire liberamente tra le due parti. Quando avviene un ottimo dialogo, privo di mura psicologiche, sociali, culturali, anche la ricezione da entrambe le parti sarà diversa è più efficace.
Quando nella tua mente cade ogni “muro” ed ogni “filtro” allora accetterai volentieri quello che ascolti e ciò porterà grande cambiamento dentro di te.
Cambiare atteggiamento oggi, per tante persone è estremamente difficile, perché nel nostro relazionarci con gli altri vi sono tante barriere che impediscono una relazione e comunicazione efficace.

Questo principio Gesù lo conosce molto bene e per questo quando si avvicina a qualcuno, e nel nostro specifico caso a questa donna, parla ed agisce in modo tale da far cadere ogni barriera.
Quando ci relazioniamo agli altri dobbiamo credere che noi non siamo completi e già arrivati alla perfezione, ma che abbiamo bisogno degli altri, che gli altri possono arricchire la nostra vita ed esperienza. Questo dev’essere percepito da chi ci sta difronte. Nella relazione uno deve credere di poter dare qualcosa a chi gli sta difronte.

Osserva cose fece Gesù: v.7 Una Samaritana venne ad attingere l’acqua. Gesù le disse: «Dammi da bere».  Gesù chiede alla donna dell’acqua.
Gesù fa sentire la donna importante, la pone nella posizione del “dare”. Il giudeo che chiedeva aiuto alla samaritana era qualcosa che avvalorava la donna, la faceva sentire di valore, utile.
Gesù le chiede un favore, la donna poteva dargli QUELLO CHE LUI CERCAVA, quello di cui lui aveva bisogno, la fa sentire IMPORTANTE.

Gesù non giudica la donna nel momento in cui essa gli apre il suo cuore: vv. 17 – 18 “La donna gli rispose: «Non ho marito». E Gesù: «Hai detto bene: “Non ho marito”; perché hai avuto cinque mariti; e quello che hai ora, non è tuo marito; in questo hai detto la verità”.
Gesù non la giudica, anzi la elogia per la sua sincerità, e la sincerità in un dialogo è molto importante.

State osservando come ogni barriera sta cadendo in questa relazione tra Gesù e la donna?
L’essere donna, samaritana, aver vissuto una vita disordinata, per Gesù sono barriere che devono cadere nel dialogo, altrimenti la comunicazione non porterà frutto e le sua parole non potrebbero arrivare al cuore della donna.
Le tue parole toccheranno il cuore di tua moglie o di tuo marito quando ogni barriera cadrà. Un atteggiamento giudicante, interrogativo, inquisitorio, di superiorità, non ti permetterà mai di raggiungere le profondità del cuore di chi ti sta difronte.

Bisogna dimostrare rispetto, accettazione, bisogna apprezzare quello che l’altro è, esaltandone le qualità, i pregi, invece che fare una valutazione da “mitragliatrice” creando delle ferite le quali da sole non si rimargineranno mai, e nemmeno il tempo in questi casi può farci nulla.

Ascoltare a volte anche in silenzio, senza necessariamente dire la propria, mostrerà empatia, il tuo partner si sentirà ascoltato. Molte volte oggi si risponde ancor prima di aver ascoltato, mentre l’altro sta parlando, sta aprendo il suo cuore, chi ascolta risponde già senza aver pesato quanto udito.  Mostrare attenzione, riflessione, interesse per quanto si ascolta è fondamentale per poter costruire un’ottima relazione.
Ciò dev’essere fatto in tutta sincerità perché spesso chi riceve, se ne accorge se realmente siamo interessati ad ascoltare, capire e comprendere.
Le situazioni bisogna sempre valutarle di volta in volta, le dinamiche possono cambiare, le persone possono cambiare, i contesti cambiano, è opportuno evitare assolutismi del tipo: “è così”; “si fa così e basta”; “non cambierai mai”; “te l’ho detto mille volte”; “non devi farlo mai più”; ecc.… evitare frasi minacciose è indispensabile.

vv. 13-15 Gesù le rispose: «Chiunque beve di quest’acqua avrà sete di nuovo; ma chi beve dell’acqua che io gli darò, non avrà mai più sete; anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una fonte d’acqua che scaturisce in vita eterna». La donna gli disse: «Signore, dammi di quest’acqua, affinché io non abbia più sete e non venga più fin qui ad attingere».

La donna fu toccata dal dialogo avuto con Gesù.
Sentirsi pienamente a suo agio con Gesù, compresa ed ascoltata, le permise di aprire tutto il suo cuore a lui e di ricevere poi da lui . Nel momento in cui Gesù propose la “sua acqua” la donna desiderò tale acqua.

Quella comunione con Gesù trasformò la sua vita e diventò ella stessa portatrice di vita per la sua gente.
vv. 28-30 La donna lasciò dunque la sua secchia, se ne andò in città e disse alla gente: «Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto; non potrebbe essere lui il Cristo?» La gente uscì dalla città e andò da lui.

In conclusione affermo che il dialogo ci deve essere in una relazione, deve essere bidirezionale ed empatico.
La tua attitudine può trasformare la tua comunicazione in qualcosa di veramente efficace, la tua comunicazione può portare vita o morte a seconda della tua attitudine.
Dio ci aiuti ad imparare da lui.

Francesco Caldaralo – notiziecristiane.com


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