Un “Bonsai” o un “Albero” rigoglioso?

12038116_484708605035791_2847629486551859818_nUno scrittore evangelico americano, con simpatia arguzia, ha parlato di Scuole Domenicali e chiese che continuano a ridurre al minimo le loro attività spirituali riducono un albero rigoglioso in un “bonsai”.

Tutti sappiamo cosa sia un bonsai. “E’ una pratica, di origine giapponese, di coltivare alberi o arbusti costringendoli ad assumere dimensioni ridotte e tali da sembrare alberi in miniatura, dando loro un aspetto armonioso. I bonsai si preparano da piante… mantenute di ridotte dimensioni con potature e cimature”. Ma qual è il disegno di Dio per la Chiesa? Essere un “soprammobile” inutile da valutare storicamente, oppure una realtà dinamica nella società attuale e di ogni tempo? Perché “vivacchiare” invece di espandersi? Perché accontentarsi dei due o tre ragazzi figli di credenti che partecipano, quando sulla strada ci sono centinai di altri giovanissimi da conquistare per il Signore? I monitori debbono essere prima di tutto degli “evangelisti” ed uno dei metodi è quello di chiedere agli alunni di condurre alla Scuola Domenicale qualche loro amico.

Una comunità della zona di Napoli ha svolto con grande successo questo programma “evangelistico” accogliendo bambini e ragazzi dalla strada, ed i giovanissimi hanno poi incoraggiato i genitori a partecipare a qualche riunione e molte famiglie si sono convertite all’Evangelo. Probabilmente, tu che leggi queste parole, e che sei monitrice o monitore di una piccola classe di Scuola Domenicale, appartiene a coloro che continuano a svolgere la propria lezione settimanale a due tre alunni e non vedi alcun progresso perché non sei incoraggiato in alcun modo. Questa tendenza a ritenere la Scuola Dominicale un “bonsai” è avvilenti e senza uscita.

La Scuola Dominicale diviene per la chiesa locale unicamente un’occasione di apparenza e al momento opportuno, quando gli alunni arrivano ai 12 anni,quando oramai sono adolescenti scompaiono, rifiutano di partecipare alle lezioni e spesso anche ai culti della comunità. Ma questa è la sfida che dobbiamo attenderci, questi adolescenti rivelano il richiamo “ormonale” di abbandonare la fanciullezza e allo stesso tempo, resistono alle responsabilità degli adulti. Desiderano però, conoscere la realtà dell’assistenza, in loro c’è un profondo spirito di avventura e provare praticamente a rendersi utili. E’ questo il momento di avvicinarli al di là dello schema della lezione, di coinvolgerli in attività manuali, non quelle di colorare delle figure o costruire con cartapesta, ma quelle dell’evangelizzazione, fare gli aiutanti nella distribuzione di opuscoli, nella partecipazione a culti all’aperto, e alle campagne evangelistiche. Non sarà un’attività spirituale in senso pieno, ma li aiuterà a rimanere impiegati nell’ambito della comunità.

Questa forma di apprendimento pratico precederà la realtà di una vera conversione, quando tutto quello che hanno imparato nella Scuola Domenicale diverrà parte integrante della loro esperienza cristiana, mentre continueremo a frequentare i culti e ad ascoltare il messaggio di salvezza della Parola di Dio.
Deciditi una Scuola Domenicale “bonsai” o un albero rigoglioso che cresce e si sviluppa alla gloria del Signore?
“Egli sarà come un albero piantato vicino ai ruscelli, il quale dà il suo frutto nella sua stagione, e il cui fogliame non appassisce; e tutto quello che fa prospererà”.

Francesco Toppi

https://www.facebook.com/storiedifedevissute.blogspot.it

di Francesco La Manna | notiziecristiane.com

Ti è piaciuto l'articolo? Sostienici con un "Mi Piace" qui sotto nella nostra pagina Facebook