di Charles R. Swindoll | Il grande apostolo Paolo era proprio come me e te: egli amava Dio ma il suo amore era fallace. Aveva grande passione ma allo stesso tempo una grande debolezza.
Più mi soffermavo a pensare a questo concetto più trovavo prove nelle Scritture che lo supportassero. Leggiamo le parole di Paolo in Corinzi: “Anch’io, fratelli, quando venni da voi, non venni con eccellenza di parola o di sapienza, annunziandovi la testimonianza di Dio, perché mi ero proposto di non sapere fra voi altro, se non Gesù Cristo e lui crocifisso. Così io sono stato presso di voi con debolezza, con timore e con gran tremore” (1 Corinzi 2:1-3).
“Beh, l’apostolo sta facendo il modesto”, diresti. No, non quando si comparano queste parole con l’opinione che la gente aveva di lui: “Ben le sue lettere sono dure e forti, ma la sua presenza fisica è debole, e la sua parola di poco conto” (2 Corinzi 10:10). Scioccante vero? L’apostolo non aveva chissà quante qualità, non era perfetto e non tentava nemmeno di nasconderlo! Egli ammise davanti ai suoi amici di Corinto che era debole, timoroso ed insicuro. Ammiro tanta trasparenza e tutti dovremmo avere questa caratteristica… se quanto affermiamo è la verità.
Non ricordo dove ho trovato questa affermazione, ma l’ho fatta mia per anni. È una vivida affermazione che descrive Paolo come “un uomo di statura moderata con capelli ricci e diradati, gambe storte, occhi sporgenti, sopracciglia larghe, un naso lungo e grosse labbra”. Wow! Di sicuro non assomiglia nemmeno lontanamente a uno degli idoli dei nostri giorni. Da quanto leggiamo in Galati 6:11, probabilmente l’apostolo non aveva nemmeno una buona vista; inoltre, molti sono convinti che avesse anche la gobba! Ebbene si.
Senza nascondere nemmeno un po della sua umanità, (leggiamo Romani 7, se credi fortemente che egli si sentisse un gradino sopra tutti gli altri), Paolo dichiarò apertamente la sua reale condizione. Egli aveva delle necessità e le ammise. Non aveva niente di perfetto nella sua vita e non ne faceva nemmeno mistero. I servi di Dio dovrebbero essere come Paolo, solo così inizieranno a sperimentare gli effetti dell’avere il cuore di un servo.
Paolo ammise la sua umanità. I servi fanno lo stesso.
da: Chiesadiroma.it/
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