Ieri un autobus che era in viaggio da Nairobi a Mandera è stato attaccato dal gruppo fondamentalista Al-Shabaab, lo stesso che il 2 aprile 2015 compì la strage nel campus universitario di Garissa, uccidendo 152 studenti cristiani.
Fermato il veicolo, gli estremisti hanno impartito ai passeggeri l’ordine di scendere e poi, ai non cristiani di ritornare sull’autobus. A quel punto i musulmani si sono rifiutati di essere separati dai cristiani, che sono stati salvati così da morte certa.
Ali Roba, governatore di Mandera, ha detto che i passeggeri, con il loro rifiuto di obbedire a quell’ordine, hanno sfidato gli estremisti ponendoli dinanzi alla scelta di ucciderli tutti o di lasciarli liberi.
«A quel punto i militanti, temendo rappresaglie da parte dei residenti dei villaggi vicini, hanno lasciato in fretta la zona», ha aggiunto Roba. «La gente del luogo ha mostrato senso di patriottismo e di reciproca appartenenza insistendo sul fatto che Al-Shabaab li uccidesse insieme o li liberasse».
Un’agenzia locale ha riferito che nel tentativo di proteggere i non-musulmani dell’autobus, ci sarebbero stati due morti e tre feriti.
Sebbene il Kenya abbia una popolazione a maggioranza cristiana (circa l’80%, mentre il 15% è musulmana), negli ultimi anni i cristiani stanno subendo una crescente persecuzione per mano dell’estremismo islamico. Nella World Watch List 2015 – che elenca i primi 50 paesi in cui i cristiani vengono maggiormente perseguitati – il Kenya è salito alla 19a posizione con 63 punti, rispetto alla 43a posizione con 48 punti del 2014, confermando un aumento del livello della violenza per motivi legati alla fede.
A fronte di questa situazione, il coraggioso atto di disubbidienza dei passeggeri musulmani non solo esprime una distanza dall’estremismo islamico ma è anche un piccolo segno che testimonia che la convivenza interreligiosa pacifica è possibile.
Foto “Al Shabaab fighters disengage and lay down arms 07 (8019364808)” by AMISOM Public Information – Flickr. Licensed under CC0 via Wikimedia Commons.
Ti è piaciuto l'articolo? Sostienici con un "Mi Piace" qui sotto nella nostra pagina Facebook