Tra i turisti sessuali che ogni anno si spostano nei paesi più poveri in cerca di minorenni, aumenta sempre di più il numero degli italiani. Kenya, Repubblica Dominicana e Brasile le mete più ambite. Ecco i dati dell’ultimo, agghiacciante rapporto dell’Ecpat. Il business del turismo sessuale è un fenomeno dilagante. Esiste in diverse varianti, la più intollerabile delle quali è sicuramente quella che coinvolge i bambini. Il fenomeno, complice anche il proliferare di voli low cost, è in costante crescita e gli ultimi dati diffusi da Ecpat, l’ente che in 70 Paesi del mondo si batte contro lo sfruttamento sessuale dei minorenni, sono davvero agghiaccianti: gli italiani, in passato fuori dal podio come clienti di bambini fatti prostituire in Paesi più poveri, hanno raggiunto la vetta di questa terribile classifica: ogni anno infatti 80mila connazionali, secondo Ecpat, prendono un aereo per andare in Colombia, Brasile, Repubblica Dominicana e Kenya, tanto per citare le mete più gettonate, e abusare di questo traffico. In tal senso siamo i più attivi, insieme a Stati Uniti, Francia e Germania.L’identikit del mostro – L’Ecpat, nello stilare questo rapporto, ha prodotto anche un identikit del turista sessuale sulla base degli elementi raccolti. E, a tal proposito, non c’è davvero da stare allegri: innanzitutto si parla di numeri in continuo aumento, riferiti a ragazzini sempre più giovani (annualmente vengono venduti più di 15mila bambini, per lo più tra i 12 e i 14 anni). Ma ciò che più inquieta è che, al di là della fascia di età, tra 20 e i 40 anni, chi va in cerca di sesso con minorenni è difficilmente identificabile: possono essere ricchi o poveri, sposati o celibi, provenire da situazioni sociali più complicate o avere un alto profilo socio-economico. L’associazione spiega che solo il 5% di questi individui motiva il proprio comportamento con una patologia: il 60% invece ammette di scegliere questa strada per provare un’emozione nuova in modo occasionale, mentre il 35% si dichiara addirittura abituale.
Sono giovani che a casa loro non farebbero mai queste cose – dichiara Marco Scarpati, presidente di Ecpat Italia – e a cui tutti affiderebbero i propri bambini, ecco perché sono pericolosi. Noi li chiamiamo ‘travelling sex offender’ cioè persone che hanno atteggiamenti di abuso nella sessualità solo quando viaggiano. Ad esempio chi lavora nel business e che quindi è abituato a spostarsi per lavoro. Per cercare di risolvere questa situazione c’è bisogno di cooperazione giuridica internazionale perché questo è un crimine transfrontaliero.
Kenya, Repubblica Dominica e Brasile le mete più “gettonate” – Tra i Paesi più a rischio c’è il Kenya: da 10.000 a 15.000 bambine che vivono nelle aree costiere di Malindi, Mombasa, Kalifi e Diani sono coinvolte nella prostituzione occasionale, mentre il numero di quelle che vengono coinvolte a tempo pieno arriva a 3 mila. Anche la Repubblica Dominicana è a forte turismo sessuale: si stima ci siano almeno 25 mila bambini sessualmente sfruttati. A rischio anche il Brasile, dove oltre 50 mila bambini sono protagonisti involontari di questo mercato del sesso. Mercato che prolifica a ridosso dei grandi eventi. Ecco perchè Ecpat e Fiab (Federazione Italiana Amici della Bicicletta) si sono “messe in marcia” per chiedere che i mondiali di calcio del 2014 in Brasile siano a “impatto zero sui bambini”. E’ stata infatti promossa la campagna, “Un altro viaggio è possibile”, che partirà questa domenica in 29 città italiane “per sensibilizzare la popolazione su questa emergenza e per chiedere che i prossimi mondiali siano a “impatto zero sui bambini”.
Nel campo della sessualità, fin dall’inizio il Decalogo condannava la fornicazione e l’adulterio (nota: fornicazione è un termine ampio che comprende tutti i peccati legati alla sfera sessuale: dal sesso prematrimoniale all’omosessualità, dall’adulterio all’incesto o alla pedofilia). I capitoli 18 e 20 del Levitico descrivono una lunga lista di peccati sessuali. Alcuni di questi rappresentano vere e proprie devianze aberranti, degne di un manuale di psicopatologia sessuale. Ciò significa che le perversioni non sono frutto dei nostri giorni, ma sono presenti nel cuore dell’uomo fin dall’antichità.
Dal nuovo testamento in poi, uno degli aspetti più significativi dell’opera del Signore Cristo Gesù è stata quella di aver trasformato radicalmente i presupposti del nostro rapporto con Dio. Egli è partito dalla Legge esteriore per arrivare a quella interiore. Gesù ha rivoluzionato l’approccio alla Legge trasferendo i suoi presupposti dall’esterno (cioè dalla loro “imposizione” come qualcosa di estraneo all’uomo) all’interno (con l’acquisizione di una nuova consapevolezza spirituale, cioè quella di essere diventati per grazia figli di Dio e, perciò, nuove creature in Cristo, secondo 2Co 5:17). “Metterò le mie leggi nei loro cuori e le scriverò nelle loro menti” (Eb 10:16).
In questo processo spirituale, la Legge non fa più solo riferimento agli atti concreti, ma anche ai pensieri che possono tradursi o meno in atti. “Voi avete udito che fu detto: «Non commettere adulterio» (perciò, sul piano giuridico, era prevista la condanna solo nel caso della sua realizzazione concreta). Ma io vi dico che chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore” (Mt 5:27). Il Signore Gesù sposta il discorso all’interno del cuore stesso, poiché la sua parola “giudica i sentimenti e i pensieri del cuore” (Eb 4:12). Nella giurisprudenza umana non si prevede la condanna per le intenzioni, ma solo per i fatti. Quella divina, invece, va molto più in profondità.
Bisognerà partire proprio da questi principi spirituali (interiori) per comprendere se esistono dei chiari confini entro i quali si sviluppa l’etica cristiana della sessualità di ognuno di noi e intervenire. Occorre perciò analizzare il discorso da più prospettive, inquadrandolo non solo nella concretezza di un atto, ma evidenziando quali sono le motivazioni che fanno si che noi apparteniamo al mondo e al suo dominatore che è satana, fino a portarci alla sua realizzazione del peccato è alla molla che fa scattare un desiderio impuro e di conseguenza il peccato.
Ma prima di tutto sarà utile riflettere sullo scopo e sulla funzione della sessualità; mentre, per quelli sposati, questi aspetti vanno rivisti all’interno della relazione matrimoniale. In questo modo sarà più facile identificare l’ampiezza e la solidità del terreno dove esercitare e beneficiare di un dono così prezioso come quello dell’intimità fisica tra due sposi. La sessualità matrimoniale, infatti, ha l’importante ruolo di preservare l’individuo dalle tentazioni proprio nella sfera sessuale. “Per evitare le fornicazioni, ogni uomo abbia la propria moglie e ogni donna il proprio marito… Non privatevi l’uno dell’altro … perché Satana non vi tenti a motivo della vostra incontinenza” (1Co 7:2, 5).
Il concetto di sessualità umana è quindi molto ampio. È proprio questa complessità strutturale e funzionale che deve indurci a considerare seriamente le indicazioni di Dio, su un soggetto così delicato e intimo della nostra vita.
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