Correggere i nostri errori, allontanarsi da uno specifico peccato, da un’attitudine particolare, da quelle distorsioni abitudinarie o addirittura genetiche che dominano alcune aree della nostra vita ci viene difficile. A volte molto difficile!
Essa o esse, condizionano in modo importante il nostro stile di vita, ponendosi in maniera “arrogante” tra la nostra volontà e il nostro desiderio di benessere spirituale e naturale, ci riesce arduo agire come vogliamo.
Eppure lo desideriamo, lo vogliamo veramente! in quel particolare modo di essere non ci sentiamo coerenti Il nostro io, l’ego, non si sente a posto e ancora meno il nostro spirito.
Ciò che sentiamo profondamente ed in maniera inconscia è una chiamata. Siamo spinti durante il percorso della nostra vita a crescere costantemente, al fine di realizzare tutti i giorni della nostra esistenza il “progetto Divino” per il quale siamo stati creati.
È un combattimento difficile? Si! ma se il Signore ha aperto i nostri occhi è ormai inevitabile, salvo non dichiarare la resa.
Atti 9:17 Allora Anania andò, entrò in quella casa, gli impose le mani e disse: «Fratello Saulo, il Signore, quel Gesù che ti è apparso sulla strada per la quale venivi, mi ha mandato perché tu riacquisti la vista e sia riempito di Spirito Santo».
Rigettare la volontà divina, scadere dalla Grazia e allontanarsi dalla Salvezza, questa è la volontà del male per noi, la cattiveria pura esiste davvero.
Un perenne agguato alla nostra Salvezza messo in atto attraverso la nostra stessa carne, desiderosa di edonistici piaceri, regina della soddisfazione immediata essa è la bomba ad orologeria che può far saltare la nostra eredità.
Tutte le nostre forze non bastano a compiere l’opera in questione, allora lasciamo a Lui la vittoria… la carne chiama, l’Anima combatte, lo spirito vince!
Romani 7:18 | Difatti, io so che in me, cioè nella mia carne, non abita alcun bene; poiché in me si trova il volere, ma il modo di compiere il bene, no. 19 Infatti il bene che voglio, non lo faccio; ma il male che non voglio, quello faccio. 20 Ora, se io faccio ciò che non voglio, non sono più io che lo compio, ma è il peccato che abita in me. 21 Mi trovo dunque sotto questa legge: quando voglio fare il bene, il male si trova in me
Cosi splendidamente Apostolo Paolo descrive la presenza del male nella vita dell’uomo. Sembra quasi che l’uomo non c’entri nulla! Esso – il male – non è volontà umana, ma l’azione del principe del male nella vita degli uomini, difatti dice:” Ora, se faccio ciò che non voglio, non sono più io che lo compio, ma il peccato che abita in me.
Come opporsi a questa volontà malefica che alberga nel nostro cuore, l’Apostolo è tassativo, poiché in me si trova il volere, ma il modo di compiere il bene, no.
Affidarsi alla conduzione dello Spirito Santo consapevoli che ogni cosa coopera al bene di coloro che amano Cristo, questa è la cosa migliore che possiamo fare.
BENE, BENESSERE, E APPAGAMENTO.
Sono tre parole che paiono sinonimi, ma in realtà sono cose ben diverse…molto diverse!
IL BENE … Il bene è un valore assoluto, un concetto a se stante, definito ed inequivocabile.
Esso prescinde da noi stessi e dagli altri, non ha valori di riferimento personali ma è supremo.
Il bene è tale e non è sempre in relazione con ciò che fa del bene, possiamo compiere un’azione che fa del bene ad altri e male a noi, per esempio, un atto di eroismo.
Possiamo pensare di fare del bene alla società o alla natura, o pensare che le nostre azioni porteranno del bene in futuro, ma é vero bene solo quando è fine a se stesso.
È bene che si faccia cosi o è bene che non si faccia così!
Il bene è totale e lo esercitano coloro che si adoperano per il bene indifferenti a se stessi (ne abbiamo un esempio in Cristo)
Gli Israeliti non erano nel deserto tanto convinti che Mosé facesse loro del bene.
Ma sopratutto chi è in grado di compiere il bene, se non il bene stesso?
Nu 14:2 Tutti i figli d’Israele mormorarono contro Mosè e contro Aaronne, e tutta la comunità disse loro: «Fossimo pur morti nel paese d’Egitto! O fossimo pur morti in questo deserto!
IL BENESSERE… Il benessere viceversa è specifico, generalmente indirizzato a noi stessi o ad un numero particolare di persone, può essere un indicatore sociale o uno stato fisico.
Il benessere è personale e non è in relazione con il “bene” infatti ci sono persone che traggono benessere facendo del “bene” e persone che provano benessere a commettere il “male”
Esistono persone (Governi) che per il benessere di una Nazione non agiscono per il ” bene” dell’umanità.
Il benessere è uno stato dell’Anima subitaneo, il bene è uno stato dello spirito perenne.
ESSERE APPAGATI… Essere appagati invece non è ne bene ne benessere. Ritenersi soddisfatti, del lavoro, di un pranzo, della propria famiglia significa aver ottenuto ciò che desideravamo in una data circostanza.
L’appagamento é un sentimento labile e temporaneo che necessita di essere nutrito spesso è uno stato che per restare tale ha bisogno di superare il limite di ciò che è l’oggetto del nostro appagamento, in alcuni individui il costante bisogno di appagamento produce insoddisfazione, che genera abusi sfociando in comportamenti non corretti. Ne sono chiari esempi, l’alcolismo, l’obesità, comportamenti sessuali estremi, il fumo e molte altre cose che al fine chiamiamo comunemente vizi.
Così posso essere APPAGATO e non provare alcun BENESSERE e tutto questo senza aver compiuto una briciola di BENE.
Sono tre modi dell’Essere ben collocati, l’appagamento nella carne, il benessere nell’anima, il bene nello spirito.
Tornando all’Apostolo Paolo … Come agire?
Romani 7:19 Infatti il bene che voglio, non lo faccio; ma il male che non voglio, quello faccio.
LASCIARSI DIFENDERE ECCO LA SOLUZIONE.
Sconfiggere il male non è di nostra competenza, non con le nostre forze, almeno. Satana colpisce qualcosa che fa soffrire Dio là dove entra in gioco la nostra volontà.
La nostra mente opera scelte spesso dettate dalla mancata conoscenza, potremmo vivere di una sequenza di momenti appaganti o di benessere, in un continuo riproporsi di attimi di gloria fine a se stessi, senza mai avere con ciò costruito qualcosa di stabile ed edificante.
Giochiamo la nostra partita un po’ nel nostro campo e un po’ in quello avversario, spesso invece di difendere la nostra porta facciamo autorete, noi stessi non abbiamo fiducia della nostra difesa e del nostro attacco, ma diverso è ciò che dice la Parola…
Fili 4:13 Io posso ogni cosa in colui che mi fortifica.
Gal 2:20 Sono stato crocifisso con Cristo: non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me! La vita che vivo ora nella carne, la vivo nella fede nel Figlio di Dio il quale mi ha amato e ha dato se stesso per me.
Rendere operante Cristo nella nostra vita significa mettere in atto i suoi insegnamenti, essi sono scritti in modo molto chiaro nella Bibbia, dove ci viene chiesta umiltà, obbedienza e infinito amore, dove la vendetta non appartiene all’uomo, dove la retribuzione scende dall’alto. Il Signore non desidera che diveniamo strumenti nelle mani del Maligno a nostre spese.
Rm 6:13 e non prestate le vostre membra al peccato, come strumenti d’iniquità; ma presentate voi stessi a Dio, come di morti fatti viventi, e le vostre membra come strumenti di giustizia a Dio;
Quello del male è un gioco sporco che ci appaga e ci dà ogni giorno un bocconcino per riempirci lo stomaco e non farci sentire la vera fame, un tozzo di pane per non farci vedere il lauto banchetto che ci attende.
Ancora più astuto è l’inganno quando viviamo nel benessere, paghi della nostra vita naturale, osserviamo ogni regola civile ed etica.
Stiamo in forma fisicamente, intellettualmente “svegli” socialmente ben collocati, così tanto perfetti che ne avanza anche per gli altri!
Questo non è che un recinto dentro il quale nessuno entra, ma dal quale nulla esce.
Altra cosa è assumere le sembianze di Gesù, lasciarsi trasformare a Sua immagine e somiglianza, li non v’è combattimento ma vittoria pura, vale come segnare un punto che vale per tutti, per tutto il creato.
È un terreno dove non c’è battaglia poiché il male non fronteggia il bene, faccia a faccia, perché ne è già stato sconfitto, nei cieli prima e sulla croce dopo.
Francesco Blaganò | Notiziecristiane.com
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