A distanza di quasi una settimana dall’ingresso del nuovo anno, come accadde nel lontano 2004 sempre nel sudest asiatico (era il 26 dicembre), un devastante tsunami è tornato a devastare l’Indonesia abbattendosi sulle coste delle isole di Giava e Sumatra.
Ma stavolta non si è trattato di una forte scossa di terremoto come all’epoca (la magnitudo sfiorò i 9 gradi), bensì di una serie di frane sottomarine dovute all’eruzione del vulcano Krakatoa che ha generato l’onda assassina che si è abbattuta con violenza sulle due isole: oltre 400 le vittime e 1400 feriti, 300 i dispersi e più di undicimila gli sfollati. Ovunque macerie, fango e distruzione, lo stesso scenario del primo tsunami che provocò 240mila morti e di quello del 2011 in Giappone di fronte la centrale nucleare di Fukushima. Tuttavia si teme che altre onde anomale possono verificarsi nei prossimi giorni, data l’attività vulcanica di un territorio che conta circa 450 vulcani fra quelli silenti e quelli ancora attivi, tutti sparsi proprio nella c.d. “cintura di fuoco”. Purtroppo il sistema di allarme non era attivo, causa scarsità di fondi e problemi tecnici, come ha riferito l’Agenzia Indonesiana per i Disastri, perchè probabilmente la popolazione sarebbe stata allertata subito se l’allarme avesse funzionato: infatti, lo tsunami ha colpito la costa dopo quasi mezz’ora dall’eruzione vulcanica. Stranamente, 24 ore dopo l’evento in Indonesia, in Italia si risveglia l’Etna, con una serie di scosse sismiche e fuoruscita di lava e nuvole di gas che hanno bloccato l’aeroporto di Catania e stanno mettendo in apprensione gli etnei. Ma la terra ha tremato nelle stesse ore nel Pacifico al largo di Samoa, isole Tonga, per via di una scossa di sei gradi ed epicentro a 100 km di profondità. E tutto accade a pochi giorni dai consueti festeggiamenti di un mondo che celebrerà la fine di un 2018 tragico sotto tutti i punti di vista, specialmente quello climatico (abbiamo dimenticato le trombe d’aria in Italia di novembre scorso?), malgrado la gente si auspica ogni anno che quello che sta per entrare sia migliore: piuttosto che meditare e ravvedersi, ci si ostina a festeggiare e a scendere in piazza per una falsa allegria emotiva che non può cambiare il tempo né il cuore! Più andiamo avanti e più gli anni diventano terribili, in pieno accordo alle profezie sugli ultimi giorni, ragion per cui mi domando cos’altro può scuotere il mondo affinché esso comprenda che gli eventi calamitosi di questo ultimo decennio sono un avvertimento tangibile perché si pieghino le ginocchia davanti al Signore della vita che sta per tornare.
Ma mi chiedo anche cos’altro debba fare Gesù per “svegliare” quella chiesa, cattolica o evangelica che sia, che si autoproclama ricca e sicura di sé (Apocalisse 3,17), sebbene essa sia diventata arrogante, cieca, misera e priva di vista spirituale.
Salvatore Di Fede | Notiziecristiane.com
Sostieni la redazione di Notizie Cristiane con una donazione, clicca qui