«Padre, ho peccato contro il cielo e contro di te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio; trattami come uno dei tuoi garzoni» (Lc15,18-19). Non c’è dubbio che tutti commettiamo degli errori e che ad essi, spesso, si associa una sensazione di autoumiliazione. Pensiamo che il pentirsi influisca, sempre, negativamente sul nostro benessere, personale e relazionale perché visto con gli occhi di una cultura che privilegia il narcisismo, l’orgoglio smisurato di se; la sopravvalutazione dell’IO. Il poeta e scrittore, Jorge Luis Borges, nella poesia “il rimorso” esprime il peso emotivo del pentimento allorquando afferma: “Ho commesso il peggiore dei peccati che un uomo possa commettere. Non sono stato felice. Che i ghiacciai dell’oblio possano travolgermi e disperdermi, senza pietà“. Si ricalca la stessa autoumiliazione del figlio che dice al padre trattami come uno dei tuoi garzoni (Lc 15, 19). Cogliamo subito un processo psicologico di consapevolezza del comportamento, azione o modo di pensare ritenuto sbagliato, rimorso per averlo commesso il tutto in una conseguenza di autoumiliazione e autopunizione.
Rimediare è possibile nel momento che ci si assume la responsabilità di guardare in profondità al senso e al significato del pentimento. Pentimento derivante dal pentir-si dal lat. Pentitere-SE, derivato del latino paenitère ‘dispiacersi, essere scontento’. Il senso del pentimento è farci prendere consapevolezza di un proprio modo di essere, il significato del pentimento ci deve portare a cambiare direzione, azione, comportamento. Per la serie, gli errori insegnano. Il più delle volte non vogliamo ammetter gli errori, ci difendiamo mettendo in atto quei “meccanismi di difesa” psicologici, inconsci, desciti dalla psicoanalisi quali, Rimozione: tentativo di dimenticare un fatto; Regressione: tentativo di gratificazione riprendendo uno stato infantile; Formazione reattiva: tentativo di trasformazione di un qualcosa inaccettabile nel suo opposto; Isolamento dell’affetto: tentativo di razionalizzare un pensiero o un’esperienza sgradevole dalla sua valenza affettiva; Proiezione: tentativo di attribuire ad altri di un proprio comportamento o modo di pensare. Questi ed altri sono i meccanismi di difesa. (A. Freud, L’Io e i meccanismi di difesa. Ed Martinelli 1967). In essi si scorge assenza di consapevolezza per cambiare direzione ad un errore. Il pentimento porta ad avere un visione più chiara e consapevole di se, onde poter attuare una trasformazione interiore. Come più volte ho sottolineato le indicazioni di Gesù per l’uomo nuovo sono descritte nel processo di trasformazione (P. Riccardi, Parole che trasformano, psicoterapia dal vangelo, ed Cittadella Assisi, 2016). La trasformazione ha un costo per questo che Gesù dice: “stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano.” (Matteo 7:14). E’ il costo dell’angoscia, del rimorso del pentimento, è il costo della responsabilità del cambiamento. Tante volte ci pentiamo di un fatto ma poi si finisce solo per lamentarsi ripetendo gli stessi errori. Al cristiano si chiede di operare secondo una psicoterapia del cuore che dall’interno parte dalla responsabilità delle proprie azioni (P. Riccardi Psicoterapia del cuore e Beatitudini ed Cittadella Assisi, 2018).
Pasquale Riccardi | Notiziecristiane.com
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