San Paolo Brasile. La casetta era semplice ma decorosa. Era formata da una stanza spaziosa che si affacciava su una strada polverosa. Con il suo tetto ricoperto di tegole rosse, era una delle tante casette di quel povero sobborgo ai margini di un villaggio. Si stava bene in quella casa. Maria e sua figlia Christina avevano fatto il possibile per aggiungere colore alle pareti grigie e dare calore al pavimento di terra battuta: un vecchio calendario, la foto sbiadita di un parente, una croce di legno. La mobilia era modesta: due pagliericci posti ai piedi della stanza, un lavandino, una stufa a legna. Il marito di Maria era morto quando Christina era piccola. La giovane madre aveva ostinatamente rifiutato ogni opportunità di risposarsi, si era trovata un lavoro e aveva cominciato ad allevare la figlia. Ora, quindici anni dopo, il peggio era ormai passato. Con il suo stipendio da domestica Maria non poteva certo concedersi molti lussi, ma aveva un lavoro sicuro che le permetteva di comprarsi cibo e vestiti. Ora Christina era abbastanza grande e poteva trovarsi un lavoro e darle una mano. Alcuni dicevano che la ragazza aveva lo stesso carattere indipendente della madre e la ripugnava l’idea tradizionale di sposarsi presto e tirare su una famiglia. Non che le mancasse la possibilità di scegliersi un marito: la sua pelle olivastra e i bei occhi castani attiravano alla porta di casa un flusso continuo di possibili candidati. Aveva un modo contagioso di mandare la testa all’indietro e riempire la stanza di risate. Certe donne sono così affascinanti che ogni uomo si sente un re accanto a loro, e Christina era una di quelle. Tuttavia gli uomini erano attratti soprattutto dalla sua vivace curiosità. Christina diceva spesso che voleva andare a vivere in città. Sognava di barattare il suo sobborgo polveroso con il fascino dei viali eleganti e della vita di città. Sua madre era terrorizzata al solo pensiero di veder partire sua figlia e le ricordava sempre prontamente quanto fosse dura la vita nelle strade cittadine: “La gente non ti conosce. Il lavoro scarseggia e la vita è crudele. Inoltre, se tu andassi a stare in città, cosa faresti per vivere?”. Maria sapeva perfettamente cosa avrebbe fatto Christina, o meglio cosa avrebbe dovuto fare per vivere. Ecco perché le si spezzò il cuore quando una mattina, svegliandosi, vide che il letto di sua figlia era vuoto.
Capì immediatamente dove era andata sua figlia e sapeva cosa avrebbe dovuto fare per ritrovarla. Gettò velocemente alcuni vestiti nella borsa, raccolse tutto il denaro che possedeva e uscì di casa. Mentre andava verso la fermata dell’autobus, si fermò a un emporio per fare l’ultima cosa. Delle fotografie. Si sedette nella cabina, chiuse la tenda e spese tutto quello che poteva per farsi delle foto. Così, con la borsetta piena di piccole foto in bianco e nero, salì sul primo autobus per Rio de Janeiro. Sapeva che Christina non aveva altri modi per guadagnare denaro. Sapeva anche che sua figlia era troppo testarda per darsi per vinta, e quando l’orgoglio si unisce alla fame, un essere umano può fare cose che prima gli sarebbe sembrato impossibile fare. Sapendo tutto questo, Maria iniziò la sua ricerca nei bar, negli alberghi, nei night-club e in qualunque altro luogo frequentato da donne di strada e prostitute. Andò dappertutto, e in ognuno di questi posti lasciò la sua foto: sullo specchio del bagno, nella bacheca degli alberghi, nelle cabine telefoniche. Sul retro di ogni foto scrisse un messaggio. Ben presto sia il denaro che le foto finirono, e Maria dovette tornare a casa. Si mise a piangere, sfinita, non appena l’autobus cominciò il lungo viaggio che l’avrebbe riportata al suo piccolo villaggio. Molto tempo dopo, Christina scendeva le scale di un albergo. Il suo giovane volto era stanco. Gli occhi castani avevano perso le splendore della giovinezza ed esprimevano dolore e paura, e nessuna risata le illuminava il volto. Il suo sogno era diventato un incubo. Mille volte aveva desiderato barattare quegli innumerevoli letti con il suo pagliericcio sicuro, ma il villaggio era troppo lontano. E la vergogna di far ritorno a casa ed essere umiliata non le andava. Quando Christina arrivò in fondo alla scalinata, i suoi occhi notarono un volto familiare. Guardò di nuovo e lì, sullo specchio dell’ingresso, c’era una piccola foto di sua madre. Le bruciavano gli occhi e aveva la gola serrata quando attraversò la stanza e tolse la foto dallo specchio. Sul retro c’era questo invito irresistibile: “Qualunque cosa tu abbia fatto, qualunque sia la tua condizione, non importa. Per favore, torna a casa”. E quel giorno stesso Christina ritornò dalle braccia amorevoli di una madre che non si era arresa, a lasciare sua figlia, in un mondo che porta solo alla distruzione di tutto. Forse anche tu sei andato via a trovare la felicità che non esiste, non insistere a rimanere prigioniero di un mondo crudele. Il mondo non conosce la pace, la gioia e la felicità, è un illusione, è un illudersi. Torna a Cristo, va da Lui e non ti mancherà niente e troverai gioia a sazietà. Il Signore ti benedica.
Francesco La Manna – notiziecristiane.com
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