Tombe vuote

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estremooriente4In un monastero dell’Estremo Oriente, vi si trova una reliquia: un dente del Buddha, incastonato come una pietra preziosa, ben esposto alla devozione popolare.
Per quei sacerdoti buddisti che lo esibiscono con fierezza, quella minuscola reliquia conferma l’esistenza storica del fondatore della loro religione, ma dà anche un’altra certezza: quella della morte del loro dio.
In una moschea in Tunisia, molti fanno pellegrinaggi per chiedere grazie alla tomba del barbiere di Maometto, seppellito con tre peli della barba del profeta.
In Italia si fanno pellegrinaggi in tante parti per trovare le ossa secche di tanti “santi” morti; e lì, come una catena di montaggio, si recitano loro infinite preghiere.

Nell’Islam si prega con una corona di 99 grani d’ambra (rappresentanti i 99 nomi di Allah), nel Buddismo con 108 grani (indicanti 108 peccati), nel Giainismo con 150 grani (indicanti le mancanze umane), nel Cattolicesimo romano, come penitenze, recitazioni di tre gruppi di cinque decine di Avemarie.
In questi luoghi il commercio è fiorente: in Israele vendono a caro prezzo bottiglie in plastica a forma di madonne piene di acqua santa del Giordano, lo stesso si fa in tanti luoghi, come le recenti bottiglie a forma del monaco Pio di Pietralcina.
Ultimamente un’impressionante statistica di Lourdes, ci ha lasciato senza parole: sei milioni di pellegrini ogni anno di sole candele ne consumano a tonnellate, dalla modica cifra di 15 milioni di euro.

A Luordes, in 150 anni di pellegrinaggi si riscontrano la misera cifra di 60 casi di miracoli certi; un dottore dopo 20 anni di volontariato ha confermato di non aver mai visto un miracolo.
Solo il Signore Gesù non ha lasciato reliquie sulla terra: se il corpo di Gesù, o qualunque parte di esso, potesse essere mostrato agli uomini, che cosa resterebbe della Fede cristiana?
L’Apostolo Paolo con fermezza affermava: “Poiché vi ho prima di tutto trasmesso, come l’ho ricevuto anch’io, che Cristo morì per i nostri peccati, secondo le Scritture; che fu seppellito; che è stato risuscitato il terzo giorno, secondo le Scritture; che apparve a Cefa (Pietro), poi ai dodici Apostoli.
Poi apparve a più di cinquecento fratelli in una volta, dei quali la maggior parte rimane ancora in vita e alcuni sono morti…” (1 Corinzi 15:3-11).

Gli angeli, alle donne che cercavano Gesù fra i sepolcri, dissero: “Perché cercate il vivente tra i morti?” (Luca 24:5).
Già, perché si continua a cercarlo fra i tanti sepolcri pieni di ossa secche?
Ultimamente a Padova, per vedere le macabre ossa di S. Antonio, poste in una bara di vetro, si è formata una coda di persone di qualche chilometro.
Anche gli atei continuano a cercare fra le ossa secche e i pensieri senza speranza di Lenin, Darwin, Marx…
Ma cosa cercano? Cosa trovano?

Noi, come seguaci di Cristo risorto, invitiamo coloro che ancora cercano ad andare da Colui che è l’autore della Vita, Gesù.
Infatti, Egli non ha mai detto di andare da altri, ma: “Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo.
Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me, perché io sono mansueto e umile di cuore; e voi troverete riposo alle anime vostre…” (Matteo 11:28-29).

Fonte: http://www.incontraregesu.it/


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