Testimoniare la propria salvezza in Cristo su Facebook

testimoniare_gesuLe cose che avete imparate, ricevute, udite da me e viste in me, fatele; e il Dio della pace sarà con voi. (Filippesi 4:9)
Ecco qui come in un versetto molto chiaro, accompagnato nella Bibbia da molti altri, il Signore, per bocca dell’apostolo Paolo, ci fa arrivare un messaggio cristallino.
Un concetto che Cristo vuole radicare nel cuore di quanti dichiarano di essere stati salvati da Cristo. Un insegnamento per tutti i membri della chiesa di Cristo.
Un consiglio, anzi un imperativo che ci dice, anzi ci urla: non basta sapere, bisogna fare!

Testimoniare la propria fede su Facebook

Il concreto rischio, per ognuno, di rilassarsi, fermarsi, addormentarsi e accontentarsi della religione evangelica

Il rischio più frequente per quanti, come noi, trovano piacere nella lettura della Bibbia, nell’ascoltare sermoni, nello studiare e meditare tematiche e questioni inerenti la Via è quello di fermarsi alla teoria.

Ora il sapere non basta. E’ necessario applicare.
Un’altro avviso cristallino al riguardo ci arriva dal fratello di Gesù. In Giacomo 1.22 leggiamo:
Ma mettete in pratica la parola e non ascoltatela soltanto, illudendo voi stessi.

E qui viene il difficile: applicare.
Ma qui troviamo pace, qui troviamo comunione con il Re servitore.
Nell’ubbidire a quello che ci chiede c’è pace.
Tutto facile all’ora?
No! C’è una guerra in atto! Una guerra che non è contro uomini o donne, ma contro le forze spirituali Efesini 6.12.

Siamo sinceri, ci è difficile applicare gli insegnamenti di Gesù nella nostra vita e nei suoi molteplici  aspetti. Significa, infatti, andare controcorrentespesso andare contro noi stessi, contro la nostra stessa natura.

Gratificante, però, quando ubbidiamo al Padre, lo sappiamo, ce ne accorgiamo. Sentiamo la Sua pace, la coscienza è apposto, non c’è impedimento alla preghiera, alla lode. Anche se ci è costato un pò di sofferenza restitere alla carne, ne è valsa la pena!
Non solo, quando ci arrendiamo ai nostri limiti appellandoci alla Sua graziasperimentiamo la riuscita in questioni che, per carattere o per altri impedimenti, ritenevamo impossibile compiere. Questo è il Suo dono, questi sono i miracoli che compie in quanti accorrono alla croce del continuo.

L’inquinamento

Nel cammino della nostra vita, come fu per i discepoli, i nostri piedi si impolverano. Abbiamo il costante bisogno di ripulirli, evitare che si infettino impedendoci, poi, di continuare o di riprendere il cammino.
Abbiamo bisogno di sostituire questa polvere, eliminandola, con acqua e un massaggio detergente. Curare le unghia.
Allo stesso modo è necessario e urgente impegnarci nel sostituire atteggiamenti, modi di pensare e agire che sono tipici del “sistema mondo” e che, spesso, ci trasciniamo dietro anche dopo la conversione a Cristo Gesù.
Urge sostituire cose del mondo con cose dello Spirito, in questo caso con parole, atteggiamenti e pensieri, che riflettono il Regno di cui siamo cittadini e ambasciatori.

Un Regno di cui siamo chiamati ad essere testimoni e ambasciatori, un Re, Cristo Gesù, che ci ordina di spandere il Suo messaggio e la buona notizia che porta il Suo santo nome – Matteo 28.19:20

Ovviamente si possono e si devono fare molteplici applicazioni, nella nostra vita, su questi imperativi.
Ma anche rimanendo nel contesto dove ci troviamo: il web e nello specifico facebook o altri social network, possiamo cogliere alcune occasioni di applicazione.

E’ importante considerare, infatti,  che siamo sotto gli occhi dei nostri amici, parenti e tanti altri, oltre che, come per ogni istante della nostra vita, il Cielo ci osserva!
Anzi Dio invita il cielo ad osservarci, per mostrae la Sua bontà verso di noi e la nostra risposta Efesini 2.7.

L’errore di condividere per soddisfare la carne

Camminare e calcare la via del Signore, per esempio, non significa soltanto pubblicare post che parlano di Gesù ma anche non pubblicare post che parlano male di questo o di quello, anche se indirizzate a generiche persone che, di fatto, giudichiamo senza appello.
Ora non si tratta qui di discutere l’opportunità di affrontare discussioni confutatorie su dottrine o religioni, piuttosto quell’insana abitudine che sta dilagando nella fratellanza di condividere informazioni che rivelano, alla fine, disagi nel cuore, disagi spirituali.
Cosa c’è nel nostro cuore, dobbiamo domandarci, se postiamo:
  • barzellette volgari
  • massime e giudizi, condanne e battute su tutto e tutti
  • donne o uomini desnudi

Cosa c’è di cristiano se divulghiamo link di:

  • gruppi che, per quanto sono divertenti, sono volgari nel nome che portano e nelle cose che pubblicano?

La Parola ci vuole educare anche per quanto riguarda questi aspetti. Anche se queste possibilità sono solo oggi fattivamente praticabili, è scritto:

– Come si addice ai santi, né fornicazione, né impurità, né avarizia, sia neppure nominata tra di voi; né oscenità, né parole sciocche o volgari, che sono cose sconvenienti; ma piuttosto abbondi il ringraziamento.
– Perché, sappiatelo bene, nessun fornicatore o impuro o avaro (che è un idolatra) ha eredità nel regno di Cristo e di Dio.
– Nessuno vi seduca con vani ragionamenti; infatti è per queste cose che l’ira di Dio viene sugli uomini ribelli.
– Non siate dunque loro compagni; perché in passato eravate tenebre, ma ora siete luce nel Signore.

– Comportatevi come figli di luce poiché il frutto della luce consiste in tutto ciò che è bontà, giustizia e verità esaminando che cosa sia gradito al Signore.
– Non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre; piuttosto denunciatele; perché è vergognoso perfino il parlare delle cose che costoro fanno di nascosto.
– Ma tutte le cose, quando sono denunciate dalla luce, diventano manifeste; poiché tutto ciò che è manifesto, è luce. Per questo è detto:
«Risvègliati, o tu che dormi,
e risorgi dai morti,
e Cristo ti inonderà di luce»
.

EFESINI 5

Il confine tra moralizzazione e risposta amorevole al volere del Padre

Non è moralismo. Mentiremo se dicessimo che non ci piace cogliere un’occasione per poter dire qualcosa che, magari, non abbiamo il coraggio di dire di persona alla persona a cui vorremmo dirlo.
Mentiremo se dicessimo che non ci piacciono i piaceri goderecci che il mondo ci offre e che la carne brama.

Ma, fratelli, se il sale diventa insipido, con che cosa sarà insaporito il luogo dove il Signore ci ha posto! (Luca 14.34)

Rinunciamo a visionare immagini erotiche, rinunciamo a cogliere l’occasione per esprimere giudizi, rinunciamo a condividere massime che ci mettono dalla parte dei giusti per il sottile gusto, avvolte quasi invincibile, di vendicarci sorridendo a denti stretti.
E’ vero, il pochissimo sforzo richiesto, quello di un click, ci tenta in maniera subliminale, ma a quale prezzo?

Questo sforzo, queste rinunce, non ci vengono richieste per un fine a se stesso, quale: mostrare la morale superiore del cristiano, oppure, come per i farisei, mostrare dopo tutto quando siamo superiori rispetto a quelli a cui rivolgiamo gli infidi post, magari mascherati da battuta o massima.

Piuttosto è una dimostrazione che dobbiamo al Signore stesso:
– Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se uno vuol venire dietro a me, rinunci a se stesso, prenda la sua croce e mi segua –  Matteo 16:24

Il condimento suppremo dei cibi che il Padre ci sta insegnando a preparare

L’amore, l’amore è il condimento con cui il Signore ha preparato tutte le sue pietanze.

Quale efficacia avranno i nostri post d’amore se li precediamo o li facciamo seguire a post con vignette, aforismi, citazioni, immagini, link,  da cui traspare disprezzo, freddezza, superiorità quando non puro e semplice odio?

Quale testimonianza se utiliziamo ingredienti quali:

  • volgarità
  • sottintesi
  • giudizio
  • freddure
  • malizia
  • erotismo
  • pornografia

La questione è nel cuore

Gesù dice:
– Ma ciò che esce dalla bocca viene dal cuore, ed è quello che contamina l’uomo. Poiché dal cuore vengono pensieri malvagi, omicidi, adultèri, fornicazioni, furti, false testimonianze, diffamazioni.
Matteo 15:18

Torniamo alla croce, torniamo al primo amore.

Rinunciamo al clic facile, per una facile vendetta.
Piuttosto preghiamo per le persone che identifichiamo in quei post e che con tanto ardore, vorremo condividere per dedicarglieli.

Se poi il sentimento è genuino, sentiamo la necessità di parlare in qualche modo a qualcuno su un suo errore, bene! Però non adoperiamo i mezzi del mondo, ma quello che ci insegna la Bibbia, li avremmo possibilità di correggere il fratello o la sorella – Matteo 18).
Condiamo il tutto con amore, pregando prima, durante e dopo. E’ più di un clic!
E’ camminare per lo Spirito! – Galati 5

Pericolo in vista

Scrivere qualcosa in pubblico, anche se la piazza è virtuale, è un pò come parlare in pubblico.

Giacomo, nel capitolo 3 della sua lettera, ci avvisa:
– Anche la lingua è un fuoco, è il mondo dell’iniquità. Posta com’è fra le nostre membra, contamina tutto il corpo e, infiammata dalla geenna, dà fuoco al ciclo della vita.
– Ogni specie di bestie, uccelli, rettili e animali marini si può domare, ed è stata domata dalla razza umana; ma la lingua, nessun uomo la può domare; è un male continuo, è piena di veleno mortale.
– Con essa benediciamo il Signore e Padre; e con essa malediciamo gli uomini che sono fatti a somiglianza di Dio.
– Dalla medesima bocca escono benedizioni e maledizioni. Fratelli miei, non dev’essere così.
– La sorgente getta forse dalla medesima apertura il dolce e l’amaro?
– Può forse, fratelli miei, un fico produrre olive, o una vite fichi? Neppure una sorgente salata può dare acqua dolce.

Quindi da una analisi di quello che scriviamo su FB potremmo verificare, confrontandolo con la Scrittura, la nostra stessa salute spirituale.

Gesù afferma – Matteo 6:

– La lampada del corpo è l’occhio. Se dunque il tuo occhio è limpido, tutto il tuo corpo sarà illuminato;
– ma se il tuo occhio è malvagio, tutto il tuo corpo sarà nelle tenebre. Se dunque la luce che è in te è tenebre, quanto grandi saranno le tenebre!
– Nessuno può servire due padroni; perché o odierà l’uno e amerà l’altro, o avrà riguardo per l’uno e disprezzo per l’altro. Voi non potete servire Dio e Mammona.

Riflettiamo, prima di pubblicare o condividere qualcosa su FB, o anche solo prima di mettere un “mi piace”.

Consideriamo se:

  • Glorifica Dio?
  • E’ di edificazione?
  • Cosa farebbe Gesù in questa occasione?

Quale testimonianza?

Ora ti reputi figlio di Dio?  BENE!
Si evince anche dal tuo profilo FB?
Cosa testimoni, una volta Cristo una volta Mammona?
Una volta amore, una volta odio?

Quante maschere facilmente si indossano, si spogliano e si svelano quando siamo nascosti dietro un monitor, o uno smartphone.

Rinuncia, all’ora, a scrivere qualcosa che non si identifica in questo:

  • Fate ogni cosa senza mormorii e senza dispute, perché siate irreprensibili e integri, figli di Dio senza biasimo in mezzo a una generazione storta e perversa, nella quale risplendete come astri nel mondo, tenendo alta la parola di vita – Filippesi 2
  • Qualunque cosa facciate, in parole o in opere, fate ogni cosa nel nome del Signore Gesù ringraziando Dio Padre per mezzo di lui -Colossesi 3:17
  • abbiamo esortato, confortato e scongiurato ciascuno di voi acomportarsi in modo degno di Dio –  1Tessalonicesi 2:12
  • perché camminiate in modo degno del Signore per piacergli in ogni cosa, portando frutto in ogni opera buona e crescendo nella conoscenza di Dio –  Colossesi 1:10
Torniamo alla croce, torniamo al primo amore, confessiamo i nostri peccati, chiediamo al Signore guarigione, un nuovo cuore, chiediamo al Signore forza per non essere vinti dal nemico e dai suoi trabochetti per recuperare il tempo e salvare, se possibile, qualcuno che legge i nostri post, forse a nostra insaputa.

Se poi questo significa rinunciare un pò a noi stessi, va bene. 
Anche questo è far morire un po di noi per far vivere di più Lui.

Produrrà frutto.

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