Lasciai che la depressione e la bulimia mi dominassero. Ho trentotto anni e sono nata nella lontana Australia, in una famiglia di origine italiana trasferitavi per lavoro. Entrambi i miei genitori lavoravano; avevamo una bella casa, non ci mancava nulla. Avevo appena quattro anni quando a mia madre fu diagnosticato un tumore alle ghiandole salivari.
Questa notizia portò in casa e soprattutto in mia madre grande preoccupazione. Mia madre temeva per la sua famiglia e per se stessa. Poi incontrò una sua vecchia amica che le disse: “Solo Gesù ti può aiutare”.
Iniziò a frequentare delle riunioni che si tenevano nelle case e Gesù Cristo entrò nel suo cuore e nella sua vita. Il tumore si rivelò essere benigno e da quel momento iniziò a parlarmi di un Gesù reale, non più affisso alla croce, ma vivente e potente, tanto da trasformare la mente e il cuore e da liberare da ogni legame.
Sono cresciuta con questi insegnamenti anche quando, negli anni ’80, siamo rientrati in Italia dove mio padre e mia nonna realizzarono quello che mia madre da anni raccontava loro.
All’età di tredici anni, periodo molto difficile, mia madre decise di mandarmi a un campeggio estivo evangelico. Io non ero molto favorevole perché, fondamentalmente timida e riservata, avevo difficoltà a socializzare. I primi giorni desideravo andarmene; poi, osservando tanti ragazzi della mia età che lodavano Dio ed esprimevano una gioia invidiabile, iniziavo a chiedermi in che modo potessi sentirla anch’io. Realizzai che non potevo provare questa gioia se non donavo il mio cuore al Signore e ciò che mi separava da Lui era il mio peccato.
Una sera chiesi a Gesù di lavare il mio cuore, di entrare nella mia vita e di mettervi quella gioia che tanto desideravo. Così avvenne: il Signore mi tolse un grande peso dal cuore che nessuno sarebbe stato in grado di togliere, dandomi la certezza di appartenerGli!
Dopo qualche anno, per una grande delusione e un conseguente, forte senso di solitudine, decisi di provare a vivere “a modo mio”, convinta di trovare maggiore felicità in un amore di gioventù. Nonostante avessi scelto di vivere lontana dal Signore, il ricordo di ciò che Lui aveva fatto in me era indelebile.
Riaffiorarono l’angoscia e la paura che avevo vinto grazie a Lui. Realizzai che nessuno poteva prendere il Suo posto nel mio cuore e che solo Lui poteva darmi la vera gioia.
Una mattina pensai a Lui e un grido si elevò dalla mia anima: “Signore, ti prego, togli ogni ostacolo che mi separa da Te perché io non ho la forza per farlo”. Dio non si fece attendere e, il giorno dopo, quell’ostacolo non c’era più. Avevo l’opportunità di tornare a Lui e ricominciare a vivere veramente tuttavia i miei sensi di colpa mi trascinarono ancora più in basso e lasciai che la depressione e la bulimia mi dominassero.
Riuscii a nasconderlo bene anche alla mia famiglia. Cercavo di rialzarmi da sola, ma ero oppressa dalle mie colpe e da una voce che mi diceva: “Per te non c’è più salvezza, né speranza”. Non ero in grado di portare tutto il peso da sola, ero letteralmente sfinita. Solo Gesù poteva aiutarmi, soltanto Lui leggeva dentro di me!
Nuovamente, un grido si elevò dalla mia anima: “Aiutami, Signore, ti prego, non ce la faccio più!”. Anche in quella circostanza il Signore non si fece aspettare e, in quell’istante, agì con potenza, toccando il mio cuore, come abbracciandomi con la Sua presenza e guarendo la mia anima. Mi liberò da ogni legame per l’effetto del Suo Santo Spirito e mi ristabilì come figlia Sua. Da quel giorno sono tornata a vivere veramente, avevo nuovamente quella pace e quella gioia che avevo perso.
Dio ha continuato a mostrare il Suo amore verso di me guarendo, non solo la mia anima, ma anche il mio corpo. Ero sterile e non potevo avere bambini. La prima cosa che mi chiesi è se Lo avessi amato e servito comunque, se Lui era davvero al primo posto nella mia vita. Il Signore mi fece considerare, nella Sua Parola, che era stato potente ad aprire il Mar Rosso e salvare il Suo popolo: non sarebbe stato in grado di guarire il mio fisico? Realizzai che il Signore voleva operare in me e mi chiedeva di credere e di non dubitare. Pregai intensamente e dichiarai di credere in Lui, che Lo amavo al di sopra di tutto, e che così sarebbe stato per sempre.
Chiesi nuovamente una parola da parte Sua, ed Egli confermò il mio cuore con una promessa biblica: “Beata è colei che ha creduto che quanto le è stato detto da parte del Signore avrà compimento” (Luca 1:45). Ero certa che Dio avrebbe operato e, dovendomi sottoporre ad un intervento esplorativo, chiesi al Signore di darmi la prova che era stato Lui ad agire e nessun altro.
Mi sottoposi all’intervento e mentre aspettavo il primario in sala operatoria, l’anestesia fece effetto. Il primario tardava e l’anestesia non sarebbe durata molto. Iniziarono l’intervento e io cominciai a svegliarmi sentendo le mani del chirurgo dentro di me ed anche la voce dei medici che si dicevano: “La signora sta bene, perché l’abbiamo operata?”
Incredibile! Con tutto il dolore fisico che in quel momento provavo, glorificavo Dio perché ancora una volta mi aveva ascoltato e si era dimostrato fedele alle Sue promesse! Poco tempo dopo nacque il nostro primogenito, Nathan, e, successivamente, Giada e Luca.
Oggi sono una moglie ed una madre che serve il Signore insieme alla sua famiglia. Per me non c’è niente di più bello e gratificante che dedicare la mia vita a Colui che ha dato la Sua per me, e che mi ha aperto le porte del cielo! Con Gesù affronto le difficoltà che si presentano ogni giorno e sono certa che Lui è, e sarà, sempre al mio fianco.
Non pensare che Dio sia lontano da te, che sia disinteressato o che non veda le tue sofferenze e il tuo bisogno. Lui ti ama e vuole stabilire un rapporto con te, vuole donarti la vita eterna, la gioia, la pace e che tu conosca la vera felicità.
Non pensare che sia difficile, basta che tu rivolga a Lui la tua preghiera, con tutto il tuo cuore. Dio conosce quello che provi. Grida a Lui, non aspettare, fallo ora!
“Il Signore è la mia luce e la mia salvezza; di chi temerò? Il Signore è il baluardo della mia vita; di chi avrò paura? Quando i malvagi, che mi sono avversari e nemici, mi hanno assalito per divorarmi, essi stessi hanno vacillato e sono caduti. Se un esercito si accampasse contro di me, il mio cuore non avrebbe paura; se infuriasse la battaglia contro di me, anche allora sarei fiducioso.
Una cosa ho chiesto al Signore, e quella ricerco: abitare nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita, per contemplare la bellezza del Signore, e meditare nel Suo tempio. Poiché Egli mi nasconderà nella Sua tenda in giorno di sventura, mi custodirà nel luogo più segreto della Sua dimora, mi porterà in alto sopra una roccia” (Salmo 27:1-5).