di Agostino Masdea – “…fatevi tesori in cielo”. Matteo 6:20 – John Wesley è stato uno dei grandi uomini usati da Dio nel passato. Un giorno disse: “Fai tutto il bene possibile, con tutti i mezzi che puoi, in tutti i modi e in ogni luogo che puoi, per tutte le volte che puoi, a tutti coloro che puoi, fin quando puoi”. Egli sosteneva che i figli di Dio devono usare parte delle loro risorse per aiutare i bisognosi, dar da mangiare agli affamati, vestire gli ignudi e prendersi cura degli orfani e delle vedove.
In realtà non faceva altro che ricordare l’insegnamento di Gesù nel sermone sul monte. “Non vi fate tesori sulla terra, dove la tignola e la ruggine guastano, e dove i ladri sfondano e rubano, anzi fatevi tesori in cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove i ladri non sfondano e non rubano. Perché dov’è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore”. Matteo 6:19-21. Parole non proprio amate da tutti. Insomma, se si trattasse di un post su Facebook, non riscuoterebbe molti “mi piace”, nemmeno da parte di tanti credenti.
Gesù non stava mettendo in guardia dalla ruggine o dai ladri. La vera questione è il cuore. È stato detto: “il denaro può essere un buon servo, ma è un pessimo padrone”. Il pericolo non è la quantità dei beni che possiamo avere, ma l’avidità e l’avarizia.
Le grandi opere missionarie sono nate sempre per la generosità e la liberalità dei credenti. Ma la liberalità nasce quando il loro sguardo è concentrato su Dio e la Sua opera, non sui beni materiali.
Nessuno può servire due padroni, specialmente se sono in concorrenza tra di loro: “…Voi non potete servire a Dio e a mammona”, disse Gesù. Dobbiamo assolutamente chiederci in un tempo di crisi morale e spirituale come questo: “Sto onorando Dio con i miei beni? Sto accumulando un tesoro nel cielo”?
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