Tempi di confusione… tempi di vuoto interiore

Viviamo in un contesto storico esistenziale dominato dalla grande confusione. Quando ci sentiamo confusi non riusciamo più ad essere noi stessi. La confusione domina incontrastata nella società attuale determinando il “non sapere da che parte stare”. Da un lato la globalizzazione, dall’altra, la difesa del proprio territorio. Da un lato, l’accoglienza allo straniero, dall’altro la paura e la minaccia. Da un lato, la famiglia stabile, dall’altro la fine della famiglia, da un lato il bisogno di relazioni stabili e durature, dall’altro la liquidità relazionale. Per non parlare della teoria del gender. La confusione ci con-fonde, del resto l’etimo della parola confusione è formata dal prefisso latino con e dalla radice fundere. Fusi insieme, ecco cosa siamo diventati, fusi, amalgamati ad una società di cui non ci è chiaro chi manovra cosa e chi e quale direzione prendere. Non vi è orientamento politico stabile, l’economia è in crisi, il lavoro stenta a decollare non resta che fantasticare sul personaggio di successo, non resta che attaccarsi alla cultura del self Help che promettono la vita facile. Ci si sente persi nella confusione più totale. Per chi intende trovare se stesso non resta che riscoprire i valori delle tradizioni? Le tradizioni assicuravano un tempo una strada, un percorso, un cammino da seguire. E lo sapevano bene gli uomini del passato, difatti la parola Tradizione, in Greco παράδοσις (Paradosis), appare tredici volte nel Nuovo Testamento: tre volte in Matteo 15, cinque in Marco capitolo 7, cinque nelle lettere dell’Apostolo Paolo (1 Corinzi 11:2, Galati 1:14, Colossesi 2:8, 2 Tessalonicesi 2:15, 2 Tessalonicesi 3:6) (2)

«ci guardi il Signore dall’abbandonare la legge e le tradizioni»; (1Maccabei 2,21)

«Perciò, fratelli, state saldi e mantenete le tradizioni che avete apprese così dalla nostra parola come dalla nostra lettera» (2Tessalonicesi 2,15).

Tradizione dal latino Traditionem da tradere, consegnare, trasmette indica un qualcosa che orienta. Quindi le tradizioni non solo danno qualcosa ma indicano anche una strada da seguire e da percorrere. Il senso di vuoto di cui l’uomo moderno, afflitto e dominato, è da imputare al crollo delle tradizioni. Chi non vuole perdersi deve trovare la propria “strada”, la propria vocazione, come affermo nel mio libro, ogni vita è una vocazione, diversamente rischia quello che il Sommo poeta Dante afferma nel I canto dell’inferno: «Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura ché la diritta via era smarrita. Ahi quanto a dir qual era è cosa dura esta selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura!» La confusione è smarrimento, perdita e angoscia. Purtroppo oggi ci troviamo privi di direttive, privi di un modo di pensare orientato al bene collettivo e sociale. Ci troviamo nell’epoca dell’angoscia da “mancanza di valori” e tradizioni. Mancanza di punti di riferimenti stabili. Oserei dire che l’uomo ha fatto morire Dio dentro di se, ha fatto morire l’orientamento al Dio, al bene. Atteggiamenti clinici della confusione sono: chiudersi in se stessi. C’è chì per non vedere in se la confusione si rifugia all’esterno, droga, alcool, sesso, patologie da dipendenza ed altro. Altri evitano i rapporti sociali rifugiandosi in quella sindrome clinica definita schizoide; ritiro dalle emozioni e relazioni sociali. Rimandare: molti dicono lo farò domani; ci penserò quando avrò terminato gli studi, quando le acque si calmano e nel frattempo la vita scorre nella confusione. Vivere di fretta: c’è chi si anestetizza accelerando i propri ritmi. Sono coloro che bevono molti caffè, sono coloro che fanno 10 mila cose, praticano più di uno sport. Utilizzano il tempo per sedatre la confusione interiore. Passività: chi decide di arrendersi alla massa e si dicono se lo fanno tutti lo faccio anch’io; naturalmente a scapite di se stessi.

Cosa fornire all’uomo confuso? Un riferimento: “Dio non è un Dio di confusione” (1Cor). La confusione è nostra, degli “increduli”. Vedete, Dio non vuole disordinee confusione ma ordine ed equilibrio: «In principio Dio creò il cielo e la terra.  La terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l’abisso e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque»(Genesi ). E’ l’emblema del mettere ordine dalla confusione.

Pasquale Riccardi


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