Un gruppo di genitori ha protestato e raccolto 100 mila firme che ora obbligano il governo a indire un referendum contro «la sessualizzazione negli asili e alle elementari».
Falli in legno, peni e vagine di peluche, video e pupazzi. È il contenuto delle “Sex-box” per l’educazione sessuale arrivate in 30 scuole elementari del Cantone di Basilea e che ha scatenato le proteste dei genitori.
A PARTIRE DAI 4 ANNI. L’iniziativa promossa dall’Ufficio federale della Sanità pubblica, in collaborazione con il ministero della Pubblica istruzione, prevede per i bambini dai 4 ai 6 anni l’insegnamento dell’anatomia del corpo umano e come avviene il concepimento. Tra i 6 e 10 anni la spiegazione di argomenti come masturbazione, orientamento sessuale, preservativi, prima mestruazione e prima eiaculazione. Tra i 13 e i 15 anni si affrontano, invece, molteplici temi sessuali.
Ma un gruppo di genitori ha lanciato una campagna nazionale per promuovere un referendum contro «la sessualizzazione negli asili e alle elementari». La campagna ha raccolto in pochi mesi 100 mila firme e ora il governo federale dovrà indire un referendum.
REFERENDUM. La proposta dei promotori del referendum è di abolire l’educazione sessuale nelle scuole a bambini fino ai 9 anni di età, di renderla opzionale fino a 12 anni e obbligatoria per i più grandi a patto che sia condotta da insegnanti di biologia che si concentrino «sulla riproduzione» senza andare a toccare gli «aspetti sociali della sessualità».
– di Leone Grotti –
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