Secondo uno studio del Politecnico federale di Zurigo sarebbero presenti in Svizzera “alcune decine” di estremisti e alcune migliaia di militanti che simpatizzano con le idee radicali.
Non sono nemmeno tanto nascosti se il ricercatore Lorenzo Vidino è riuscito a trovarli e a fotografarli con tanto di fucile d’assalto in mano.
I nuovi fondamentalisti, inoltre, non sono più “stranieri” ma la maggior parte è nata e cresciuta in Svizzera.
Il caso più emblematico è quello del centro islamico di Basilea, a Claraplatz. Ogni primo sabato del mese vengono distribuiti libri sull’Islam in cui si raccomanda un altro tipo di legge, la sharia, con un sistema di punizioni da medioevo. 100 frustrate alle coppie non sposate che hanno avuto rapporti sessuali, il classico taglio della mano per i ladri, morte per le pene più gravi come l’apostasia.
Inoltre, all’interno della moschea Re Faisal della Friedensgasse 19, sono appese 10 domande con altrettante risposte: “È permesso ai musulmani di fare amicizia con gli infedeli (Kuffar) o aiutarli?”. Risposta: “No, non è loro permesso”. Si può rubare ai non islamici? La risposta sul manifesto: “C’è la casa degli infedeli” (Dar Al-Kufr) e lì valgono le leggi degli infedeli. In quei paesi che sono in trattativa con i musulmani o restano neutrali non è permesso ai musulmani di rubare e di uccidere i suoi abitanti. Nei paesi che sono in guerra con i musulmani e abitano perciò nella “casa della guerra” (Dar Al-Harb) è permesso loro uccidere o derubare”.
In altri testi, invece, ci sono “contenuti espliciti che inneggiano all’odio religioso, sulla base di interpretazioni di certi versi del Corano, in cui si parla di ebrei e cristiani da uccidere e derubare”.
Un articolo davvero impressionante di Ticino Online.
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14 novebre 2013
Anche in Svizzera presenti estremisti islamici
Lo dice uno studio del Politecnico federale di Zurigo. Il caso di Basilea, dove, ogni primo sabato del mese, un gruppetto di musulmani distribuisce testi in arabo in cui si inneggia all’uccisione di ebrei e cristiani
ZURIGO – Anche in Svizzera vivono estremisti islamici attivi e pronti alla violenza: una ricerca del Centro di ricerca sulla sicurezza del Politecnico federale di Zurigo (ETH) stima il loro numero ad “alcune decine”. Vanno poi aggiunte alcune migliaia di militanti che simpatizzano con le idee radicali.
Fotografati con un fucile d’assalto dell’esercito svizzero – Nel suo lavoro Lorenzo Vidino – ricercatore presso l’ETH e autore dello studio “Radicalizzazione jihadista in Svizzera, di cui dà notizia oggi “Le Temps” – non ha avuto difficoltà a trovare fondamentalisti islamici. Alcuni si fanno anche fotografare con un fucile d’assalto dell’esercito svizzero.
Una cinquantina i sostenitori della guerra santa – Lo studioso italiano ha identificato una cinquantina di sostenitori della guerra santa. Fra loro vi erano anche persone che hanno viaggiato all’estero per allacciare contatti, per esempio in Somalia, Jemen o Pakistan. Vi sono inoltre scambi intensi con simpatizzanti in Germania o nei Balcani.
Maggioranza degli estremisti nata o cresciuta in Svizzera – Non più tardi di una ventina di anni or sono la gran parte dei jihadisti in Svizzera proveniva dal Nordafrica. Oggi invece la maggioranza è nata o perlomeno cresciuta nella Confederazione.
Vidino sottolinea che il fenomeno è però limitato in confronto a paesi di grandezza analoga, come la Danimarca o il Belgio. Questo è dovuto soprattutto al fatto che in Svizzera non vi sono moschee che pubblicizzano idee radicali, un fattore che è stato decisivo nello sviluppo in altri paesi.
Gran parte dei musulmani integrati in Svizzera – Inoltre la gran parte dei musulmani nella Confederazione è ben integrata e gode di buoni standard economici e sociali, ciò che li rende più resistenti all’estremismo. Anche la posizione internazionale della Svizzera ha un importante impatto: grazie alla sua politica estera neutrale il paese non attira le ire dei fondamentalisti come invece avviene ad esempio in Gran Bretagna.
L’Islam radicale a Basilea
Una bancarella nel centro di Basilea ogni primo sabato del mese. Un gruppetto di musulmani distribuisce testi in cui si inneggia all’uccisione di ebrei e cristiani
Sulla bancarella libri dedicati all’Islam – E’ un gruppetto formato da quattro-cinque persone. Ogni primo sabato del mese piazzano la loro bancarella nel centro di Basilea, a Claraplatz. Distribuiscono libri sull’Islam, Allah, il Paradiso. Sotto il loro gazebo si possono trovare copie del Corano tradotte in tedesco o versi dedicati al profeta Maometto, che avrebbe predicato per l’uguaglianza e per questo motivo sarebbe stato osteggiato da molti nemici durante la sua vita terrena.
I testi estremisti scritti in arabo – In Claraplatz i maomettani, appartenenti al Consiglio Centrale Islamico svizzero, distribuiscono anche testi scritti in arabo. Ed è nella versione in lingua araba che, come osserva la Baseler Zeitung nell’articolo pubblicato oggi nella sua versione online, si troverebbero passaggi che riportano alla mente i secoli bui del Basso Medio Evo e dell’Inquisizione.
Frustati a chi ha rapporti sessuali da non sposati – La Basler Zeitung lo scorso 2 novembre si è recata a Claraplatz e si è procurata una copia degli scritti in lingua araba e ha affidato a degli esperti la traduzione. A balzare all’occhio è stato soprattutto il “libro semplificato del diritto”. In altre parole: un’interpretazione fondamentalista del Corano. Alla pagina 365 si legge che le persone non sposate che hanno rapporti sessuali vengono ritenute punibili di 100 frustrate e di un anno di bando dalla propria comunità. Il furto è punito con il taglio della mano. C’è scritto nella Sura numero 5, verso 38 del Corano. Per rapine a mano armata le pene sono più severe. Nei casi più gravi è prevista la morte o l’uccisione per crocifissione. Alla pagina 373 si parla della pena in caso di consumazione di bevande alcoliche. Chi si macchia di questo peccato è condannato a 40 frustrate, che l’Imam può decidere di elevare a 80.
Probabilmente gli islamici basilesi, che distribuiscono il libro anche a residenti nella città renana parlanti la lingua araba, non conoscono i contenuti delle sure e dei versi dei testi incriminati. Interpellati dal giornalista della BaZ, i presenti sotto la bancarella hanno affermato di non sapere l’arabo e che, in tutti i casi, si tratta di un buon libro perché se così non fosse, non verrebbe distribuito.
Morte a chi si converte al cristianesimo – Sullo stesso libro si legge anche il destino per quei maomettani che scelgono di convertirsi al cristianesimo o all’ebraismo. Per loro è prevista la pena di morte. In tutti i casi essi hanno tre giorni di tempo per decidere di riabbracciare la fede islamica. Se non lo fanno vengono condannati a morte.
Un giornalista ha chiesto a un uomo barbuto, padre di cinque figli, come reagirebbe se sua figlia si convertisse al cristianesimo. Lui ha risposto che “ella non sarebbe più mia figlia”.
Le 10 domande e le 10 risposte sui manifesti della moschea – Sulle pareti all’interno della moschea Re Faisal della Friedensgasse 19 vi sono dei manifesti appesi in cui vi sono scritte, in lingua araba, le 10 domande e le risposte più frequenti. Per quanto riguarda il rapporto da tenere con gli svizzeri vi è una domanda che ha attirato l’attenzione della BaZ: “E’ permesso ai musulmani di fare amicizia con gli infedeli (Kuffar) o aiutarli?”. La risposta: “No, non è loro permesso”. Il Corano scrive: “O voi, che credete, non abbiate amici né gli ebrei né i cristiani” (Al Ma’ida, Sura 5 Versetto 51).
La guerra agli infedeli – I credenti, che si recano alla preghiera del venerdì alla moschea di Friedensgasse, vengono informati se è permesso di derubare i cittadini nei paesi non islamici “perché infedeli”. La risposta sul manifesto: “C’è la casa degli infedeli” (Dar Al-Kufr) e lì valgono le leggi degli infedeli. In quei paesi che sono in trattativa con i musulmani o restano neutrali non è permesso ai musulmani di rubare e di uccidere i suoi abitanti. Nei paesi che sono in guerra con i musulmani e abitano perciò nella “casa della guerra” (Dar Al-Harb) è permesso loro uccidere o derubare. In molti forum internet la Svizzera, vista l’iniziativa sui minareti, è considerata “Dar Al Harb”.
Anche nel libro del “commento semplice” vi sono contenuti espliciti che inneggiano all’odio religioso, sulla base di interpretazioni di certi versi del Corano, in cui si parla di ebrei e cristiani da uccidere e derubare.
Fonte: Ticino Online
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