Summit sul clima a Parigi: quali benefici?

COP21_PresidentiAncora una volta, dopo i tanti summit sui cambiamenti climatici, da Kyoto a Berlino, i “grandi della terra” come ama chiamarli la stampa, si trovano riuniti a Parigi per discutere sui problemi legati al clima e all’inquinamento globale.

Promesse, parole, progetti e accordi non penso proprio avranno anche stavolta un buon esito, non per essere pessimista bensì perché è impossibile riportare il clima indietro nel tempo, ammesso si riesca a ridurre la temperatura della terra come auspicato (entro 2 gradi centigradi). Oltremodo, le previsioni a breve termine, entro il 2020 secondo gli esperti, sono frutto di analisi basate su futuri presupposti, tant’è che  Pechino è avvolta – da qualche settimana – da un’aria irrespirabile che ha superato di parecchio i livelli di guardia: i cinesi camminano per le strade in mezzo a un fitto smog giallastro e con le mascherine sulla bocca! Cosa concluderanno i grandi saggi della terra? Un bel niente, anche perché gli interessi commerciali sono maggiori rispetto alle spese legate alle misure di sicurezza atte a ridurre gli scarichi di fabbriche e siti industriali; ricordiamo che la Cina usa ancora il carbone delle miniere come energia alternativa. Tuttavia, le calamità naturali sono in aumento anziché diminuire, a conferma che l’uomo non può fermare le variazioni climatiche di cui la bibbia anticipa gli eventi negli ultimi tempi: frane, inondazioni, tornado, siccità, morìe di animali dimostrano che la Parola di Dio non è un romanzo su cui fantasticare (.).

Ma cosa bisogna intravedere dietro questa conferenza con ben 150 Capi di Stato presenti? Che il mondo si sta unendo, nonostante le differenze etniche e di lingua, per tutelarsi dal terrorismo, dai disastri naturali e dalle crisi economiche proprio come avvenne, all’inizio, con Babele, allorchè le nazioni – tutte allineate sullo stesso pensiero (costruire una Torre sino al cielo) – si concentrarono nel medesimo luogo (Scinear) invece di espandersi secondo l’ordine divino (Genesi 9:1). Ma se ciò accadde nell’epoca postdiluviana, questo summit con i potenti della terra non è molto lontano dalle “dieci dita” della statua sognata da Nabucodonosor (Daniele 2:33) e dalle “dieci corna” di Apocalisse 13:1, in tema di re e governi futuri che saranno come “un sol popolo e una sola lingua” (Genesi 11:6). Peraltro, il materiale di queste “dita” (dieci regnanti futuri sotto il giogo di satana) è una miscela di ferro e argilla, cioè una lèga metallica per nulla resistente, dato che l’argilla non si amalgama bene col ferro, esattamente come il futuro governo dell’anticristo che sarà composto, appunto, da culture e lingue diverse, ossia da “materiale” debole (argilla) e “materiale” forte (ferro). Putin, leader russo, da sempre nemico degli Usa, adesso stringe la mano ad Obama e all’Unione Europea, nonostante gli scopi bellicosi di questo novello zar non sono affatto un mistero, mentre tutto il medioriente, di fede islamica, non vede l’ora che Israele scompaia per estendere i suoi confini nella terra promessa da Dio ad Abramo e alla sua discendenza. La Francia, nazione multietnica, sta cavalcando al momento, suo malgrado, l’onda emotiva dell’Europa per via dei fatti di Parigi, mentre Angela Merkel resta comunque la figura più influente nell’area del nascente futuro rinato Impero Romano (U.E).

La Turchia, paese arabo, sta per varcare i cancelli dell’U.E. avendo ricevuto un cospicuo contributo per arginare il flusso migratorio dalla Siria, facendo così da traino per eventuali stati musulmani da agglomerare nell’Unione, mentre il continente asiatico si va dotando di armamenti nucleari in mezzo alla miseria in cui vive l’India, dove i morti per inedia restano per strada anche giorni. Se a questo quadro politico aggiungiamo la frenetica attività interreligiosa del papa romano, che sta accelerando l’Ecumene, abbiamo la prova evidente che il regno temporaneo della Bestia di Apocalisse si avvicina, col beneplacito di una platea mondiale e di una cristianità annacquata che non si rendono conto di stare a vivere negli ultimi giorni profetizzati dal Signore Gesù.

Prima del suo glorioso ritorno, sappiamo bene che dovrà essere proclamata la “pace” e la “sicurezza”, preludio a quel futuro governo che supererà gli orrori del nazismo. Chi ha orecchi intenda.

Salvatore Di Fede | notiziecristiane.com

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