Il devastante conflitto scoppiato ad aprile 2023 in Sudan continua a causare danni e sofferenza. La crisi è stata provocata da una lotta di potere tra l’Esercito Nazionale e le Rapid Support Forces (RSF).
Secondo un report di Human Rights Watch pubblicato a fine luglio, le RSF in Sudan hanno commesso diffusi atti di violenza sessuale nelle aree di Khartoum su cui esercitano il controllo, atti che costituiscono crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Sia le RSF che le Forze armate sudanesi (SAF) hanno attaccato operatori sanitari, soccorritori locali e strutture sanitarie “.
Laetitia Bader, vicedirettore per l’Africa di Human Rights Watch, afferma che le RSF hanno stuprato e costretto al matrimonio forzato innumerevoli donne e ragazze nelle aree residenziali della capitale del Sudan. Continua spiegando che “il gruppo armato ha terrorizzato donne e ragazze ed entrambe le parti in guerra impedendo loro di ottenere aiuti e servizi di supporto e aggravando il danno che devono affrontare”. Nella percezione di queste donne, ora, nessun luogo è sicuro.
Meno casi sono stati attribuiti ai membri delle SAF, ma è stato segnalato un aumento dei casi dopo che le SAF hanno preso il controllo di Omdurman all’inizio del 2024. Anche uomini e ragazzi sono stati vittime di stupro, afferma il report.
Mentre tutti i cittadini sono coinvolti nelle violenze, i team di Porte Aperte/Open Doors attivi nel Paese hanno affermato che i cristiani affrontano un ulteriore livello di sofferenza. “L’ostilità che i cristiani in Sudan devono affrontare è particolarmente intensa al di fuori della capitale Khartoum. Ma l’epicentro del conflitto è proprio la capitale, dove vive la maggior parte dei cristiani. Molti sono stati costretti a fuggire, mentre quelli che sono rimasti potrebbero essere costretti a schierarsi nel conflitto, cosa che li esporrebbe a ulteriori rischi”, afferma Fikiru*, ricercatore di Porte Aperte/Open Doors per l’Africa orientale, sottolineando come gran parte della Chiesa in Sudan, che normalmente sarebbe in grado di aiutare con la distribuzione e la cura dei più vulnerabili, è ora in fuga.
https://www.porteaperteitalia.org/sudan-nessun-luogo-e-sicuro/
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