Sudan. Liberati due pastori sud sudanesi accusati di spionaggio

aweilLa notizia data da Christian Solidarity Worldwide (Csw), organizzazione cristiana impegnata nella difesa dei diritti umani e della libertà religiosa.

I pastori Yat Michael e Peter Reith (anche chiamato David Yein Reith in alcune relazioni) erano detenuti con diverse accuse, tra cui: spionaggio, offesa al credo islamico, incitamento all’odio e manacce alla quiete pubblica. Se trovati colpevoli, avrebbero affrontato la pena di morte o l’ergastolo.

Christian Solidarity Worldwide (Csw), che ha sostenuto i pastori, ha confermato il loro rilascio avvenuto il 5 agosto.

Michael è stato arrestato il 14 dicembre 2014, mentre Reith nel gennaio di quest’anno. Entrambi sono stati detenuti senza processo e senza poter contattare un avvocato o le loro famiglie, fino allo scorso marzo. In vista delle loro audizioni, è stato costantemente negato l’accesso al loro team legale, nonostante le garanzie previste dal diritto sudanese.

Durante l’udienza finale a Khartoum, il team di difesa ha presentato due testimoni: un ex-generale dell’esercito e Abdul Aziz Khalid, candidato presidenziale nel 2010, che hanno testimoniato che le accuse di minacce alla sicurezza e spionaggio erano infondate.

Entrambi sono stati giudicati innocenti. A seguito della sentenza, Michael ha detto: «Mi sento libero, perché sono stato in prigione per molti mesi. È come se fossi nato di nuovo».

Diverse organizzazioni per i diritti umani, tra cui Amnesty International, si sono mobilitate per la liberazione dei due pastori. Csw ha definito le accuse «ingiustificate ed estreme», denunciando le autorità sudanesi di violare i principi del giusto processo e di «farsi beffe del procedimento giudiziario».

Secondo la Commissione per la libertà religiosa internazionale degli Stati Uniti (Uscrif), il governo sudanese «continua a compiere violazioni sistematiche, continue, e eclatanti della libertà di religione o di credo». Designato dal 1999 dalla Commissione come un «paese di particolare preoccupazione», il Sudan è per oltre il 97 % costituito da musulmani e il codice penale sudanese limita la libertà religiosa per tutti i cittadini. Vige la legge della Sharia su musulmani e cristiani, che prevede: la pena di morte per apostasia, la lapidazione per adulterio e le pene detentive per blasfemia.

Secondo la relazione del 2015 prodotta dalla suddetta Commissione «è impossibile ottenere il permesso di costruire chiese, mentre la loro distruzione è aumentata nel corso degli ultimi quattro anni».

Fonte: Christian Today

Foto “Aweil” by Geoff NoNickOwn work, transfered from en.wikipedia. Licensed under Public Domain via Wikimedia Commons.

da: Riforma.it/


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