Prima che Hazel, il mio collaboratore canadese, ed io ci recassimo ad incominciare un’opera pionieristica nel villaggio di Touba, nel nord della Costa d’Avorio, avevo sentito dire che l’area era rinomata per le stregoneria.
La popolazione era in prevalenza musulmana, ma c’era anche una piccola tribù di animisti. Le altre tribù avevamo paura a mettere piedi nella regione Touba. Ci avventurammo pieni di entusiasmo, senza sapere realmente a cosa stavamo andando incontro, ma confidando in Gesù. “Io posso fare tutte le cose per mezzo della forza di Colui che vive dentro di me” (Filippesi 4:13). Mentre apprendevo la lingua del posto, due veterani dell’opera fra i musulmani, Adeline ed Helen, giunsero a Touba per sei mesi per “spianare” la strada a noi due missionari più giovani. Presero contatti con alcuni funzionari governativi e con il capo tribù e affittarono per noi una capanna di fango, che avrebbe dovuto farci da dimora per quindici mesi. Adeline ed Helen incominciarono a girare per la foresta in cerca di villaggi, dove poter condividere la Buona Novella. Appena giunti, continuammo a viaggiare in lungo e in largo per la regione.
Il “Prefetto” (vale a dire il funzionario governativo) ci aveva detto che in quel distretto c’erano più di 400 villaggi. Che emozione essere le primissime persone a parlare loro di Gesù! Visitammo villaggi sia animisti sia musulmani. Le cose procedettero senza intoppi fino a quando non incominciai ad avvertire un forte dolore alla mia gamba destra. Dal momento che eravamo entrambi infermieri, facemmo tutto quello che ci fu possibile per arrecare sollievo al dolore. Ma nulla sembrava servire, così ci recammo dal medico più vicino, a oltre 100 Km di distanza. Neppure lui fu in grado di aiutarmi, così ci abbandonammo completamente fra le braccia del Signore. Passammo molto tempo in preghiera, e una notte Hazel ebbe un sogno. Nel suo sogno, vide un “feticcio” nascosto nel tetto in paglia della nostra casa, al di sopra della porta d’ingresso. Poi udì una voce che diceva: “E’ questo che sta affliggendo Betty.” Quando si alzò, montò su una sedia e incominciò a frugare tra la paglia. “Ma che diamine stai facendo? E’ notte fonda!” chiesi. Non rispose, ma continuò a rovistare, fino a quando non trovò il “feticcio”, una scopa africana in miniatura, una manciata di ramoscelli legati insieme con uno spago rosso. Quando sedette sul mio letto sembrava scossa e mi disse del suo sogno. Risposi subito: “Se una parte del sogno è vera, deve esserlo anche la seconda”.
Piegammo entrambi a terra le nostre ginocchia e ringraziammo Dio per avercelo rivelato. Reclamammo la copertura del sangue di Gesù e affidammo tutta la cosa al Signore. E quel forte dolore lasciò il mio corpo! Il mattino dopo mostrammo quel “feticcio” all’evangelista del luogo, Jean Paul. Divenne grigio in volto e ci spiegò che era la peggiore stregoneria di quel luogo. Il senso di quella scopa era quello di ucciderci entrambi – di spazzarci via dal villaggio. Accendemmo un fuoco e ci rallegrammo insieme nel vedere quella piccola scopa consumarsi tra le fiamme! Davvero il Signore è fedele alla Sua promessa di Marco 16, dove Gesù ci dice di andare in tutto il mondo e di predicare la buona notizia – e nulla, per nessun motivo, potrà farvi del male!
Betty, Nowland, Costa d’Avorio
di Francesco La Manna | notiziecristiane.com
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