Strage in chiesa in Burkina Faso. «Dov’è il vostro prete? Dobbiamo ucciderlo»

Sei persone sono state uccise da terroristi islamici durante la messa nel nord del paese. Due settimane fa un’altra chiesa era stata colpita. Il sacerdote si chiamava Siméon Yampa: «È un martire»

«Dov’è il vostro prete? Non può scappare, è necessario che lo uccidiamo». È quello che una ventina di jihadisti hanno domandato agli abitanti di Diablo, nel nord del Burkina Faso, appena arrivati nella cittadina. Appena scoperto che il sacerdote stava celebrando la messa nella chiesa cattolica parrocchiale, l’hanno accerchiata, hanno fatto irruzione e hanno ucciso il prete insieme ad altri cinque fedeli. Poi, prima di andarsene, hanno dato fuoco alla chiesa, a un ristorante e altri negozi.

DUE MASSACRI IN DUE SETTIMANE

Il massacro è avvenuto a sole due settimane dalla strage compiuta dai jihadisti in un’altra città del Burkina Faso, Djibo. Il 29 aprile un commando ha ucciso il pastore protestante e cinque fedeli dopo la funzione, dando poi fuoco alla chiesa e derubando gli altri cristiani. Prima di uccidere i cristiani, hanno offerto loro la possibilità di convertirsi ma tutti si sono rifiutati.

Il sacerdote cattolico ucciso domenica si chiamava Siméon Yampa, ha fatto sapere il vescovo della diocesi di Kaya, monsignor Théophile Nare. «Il popolo cristiano di Kaya annuncia con dolore il decesso di don Yampa e di cinque fedeli», si legge in un comunicato. «Il funerale di questi martiri della fede si terrà lunedì 13 maggio alle 11 (ora locale)».

«SONO I NOSTRI MARTIRI»

Il numero di attacchi da parte di terroristi islamici nel paese dell’Africa occidentale è aumentato esponenzialmente negli ultimi anni. Secondo l’Armed Conflict Location & Event Data Project (Acled), Al Qaeda, Stato islamico e il gruppo locale Ansarul Islam ne hanno effettuati almeno 12 nel 2016, 33 nel 2017 e 158 nel 2018. Dal 2015, almeno 350 persone sono morte nelle violenze.

Solo tra il 31 marzo e il 2 aprile almeno 62 persone hanno perso la vita nei pressi di Arbinda, nel nord del paese, in un attacco jihadista. Altri cristiani sono stati attaccati da marzo e il parroco di Djibo, don Joel Yougbaré, è stato rapito il 17 marzo e non si sa dove si trovi né se sia ancora vivo.

La guerra che coinvolge il Sahel e che fino a pochi anni fa ha riguardato soprattutto il Mali, si è estesa al confinate Burkina Faso a partire dal 2015. Dapprima gli attacchi hanno coinvolto quasi esclusivamente il nord del paese e sono stati condotti da Ansarul Islam, il cui leader Malam Ibrahim Dicko, predicatore islamico, era diventato famoso per aver messo in discussione l’ordine sociale e religioso vigente nel nord. L’insurrezione, cominciata nel nord, si è ora estesa anche alla parte orientale del paese. «Le vittime sono dei martiri. I jihadisti vogliono far scoppiare una guerra religiosa nel pease», hanno commentato su internet molti abitanti del Burkima Faso, secondo quanto riportato da La Croix.

Leone Grotti | Tempi.it


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