“Stelle oltre le nuvole”

… Di fronte a me c’erano Thao Lauw e sua moglie Chanla. Erano analfabeti ed avevano conosciuto il Signore in questo villaggio di profughi.
Inizialmente pensavo che fossero diventati cristiani solo per poter avere il cibo quotidiano. Persone così noi le definivamo “cristiani del riso”.
Mi ero sbagliato di grosso però! Lo capimmo soprattutto quando nacque la loro terza figlia, una bambina bella… ma purtroppo cieca. Anzi, peggio ancora, non aveva nemmeno gli occhi. Che dolore dovettero sopportare i suoi genitori!
Secondo la tradizione laotiana ( Laos si trova tra Vietnam, Cina, Thailandia e Cambogia. È una nazione comunista, e la religione è prevalentemente buddista).
La nascita di un bambino cieco è una punizione degli spiriti. Dove aver creduto in Cristo pensavano che una cosa così non sarebbe mai potuta capitare loro. Invece non fu cosi.
Gli abitanti del villaggio (villaggio dove si viveva sulle palafitte fatte di canna di bambù) li insultarono. “Vedete cosa succede a lasciare la nostra religione?” avevano detto al padre della bambina. Si proposero persino di esiliarlo con i suoi familiari per placare l’ira degli spiriti del villaggio.
Lauw e Chanla non avevano ceduto a tutte quelle minacce. Avevano implorato Dio, ma non avevano ricevuto una risposta. Oppure si?
Non dimenticherò mai il giorno che dovettero dare una nome alla bambina. Questo non sempre si faceva subito dopo la nascita, ma a volte dopo qualche settimana. Ero stato invitato ad assistere alla “festa del nome”. Chanla era seduta per terra, con la bambina fra le braccia, avvolta in un vecchio panno. La palafitta era malandata, erano poveri, poverissimi.
“Vogliamo chiamarla Wandi”, mi aveva detto Lauw. Non riuscii a credere alle mie orecchie! Wandi significa “giorno gioioso “. Come si poteva dare un nome a una bambina senza occhi?
“Quando Gesù ritornerà, la nostra bambina Lo vedrà”, aveva risposto Lauw. “Sarà il giorno più bello della sua vita e da oggi ricordarlo sempre.
Dal libro “Stelle oltre le nuvole” di Jan Pit.
Francesco La Manna
Molti mi chiedono se possono condividere le testimonianze che posto.
Certamente lo potete fare, però, non eliminate il nome della pagina e il nome dell’autore

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